attualità

01 Dicembre 2010 | in categoria/e attualita

E con le bombole che ci faccio? Sculture! Ariel, Seth, Omar e Lancillotto: sono solo alcuni dei personaggi fantastici emersi dalla ‘rumenta' grazie alla fantasia e all'ingegno di Angelo Stagnaro

Michelangelo in uno dei suoi sonetti scriveva: "Non ha l’ottimo artista alcun concetto ch’un marmo in sé non circoscriva col suo superchio, e solo a quello arriva la man che ubbidisce all’intelletto" a voler dire che la mano dell’artista che esegue l’opera è solo e soltanto una semplice esecutrice dell’intelletto, che non può avere nessuna idea che già non esista all’interno del marmo. Non è sempre così. Una scultura può nascere anche da elementi nei quali un individuo qualunque vede solo " rumenta". E così a Casarza Ligure, da un po’ di anni a questa parte, bombole abbandonate, ferri informi, tubi, lamiere, materiali occasionali e di recupero ricevono un nuovo alito di vita, plasmati dalla creatività e dall’abilità di Angelo Stagnaro, trasformandosi in "bombosculture". Stagnaro, mineralogista di grande valore e profondo conoscitore del territorio ligure e delle regioni limitrofe e fondatore del museo mineralogico "Parma Gemma" è anche un abilissimo lavoratore del ferro in tutte le sue tecniche, una capacità sviluppata nella sua esperienza nell’ambito delle costruzioni navali ed espressa attraverso un’arte spontanea e, in qualche modo, autodidatta. Quell’espressione artistica al centro del movimento di Ha Schult chiamato "Action Art" e di cui Angelo Stagnaro può essere considerato uno dei principali esponenti liguri.

Dietro ad ogni bomboscultura si nasconde un intenso messaggio legato alla vita di tutti i giorni, che racchiude difficoltà, incomprensioni, mortificazioni, delusioni, incontri, scontri e, soprattutto, la forza di reagire e andare avanti nonostante tutto e tutti. Nascono così personaggi fantastici, quasi mitologici, nei quali uno spaccato di vita vissuta dell’autore viene saldato, assemblato e fissato nel ferro, e nei quali anche i colori delle vernici esprimono una sensazione, un grido. I nomi e le descrizioni di ogni opera nascono dalla fantasia di Stagnaro. Da Ariel, la fata dei boschi, con le braccia aperte e tre cuori che accoglie i visitatori all’ingresso del parco delle bombosculture, a Lancillotto, il cavaliere che cerca "la pietra" rappresentato in sella ad un cavallo immaginario e arrabbiato per non aver potuto compiere le sue gesta e portare avanti la propria attività culturale, a Seth l’Uomo Iena della Foresta Nera, dittaore misterioso e sanguinario, a Omar Pascià, il Gran Visir, un guerriero parzialmente cieco che invita i visitatori a comportarsi bene, fino a Caprione, il Totem Megalitico ed Apotropaico, che, con le braccia aperte, suggerisce e indica perentoriamente la strada per l’uscita a coloro che non gradiscono la visita al museo...