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01 Novembre 2010 | in categoria/e attualita

TUNNEL FONTANABUONA RAPALLO: vogliono che PERDIAMO LA SPERANZA Dopo il raddoppio ingiustificato della spesa adesso tentano di demolire la fiducia

Ogni volta che c’è una riunione o un convegno con la speranza che si dia inizio a scavare per realizzare quel benedetto tunnel che dalla Fontanabuona vada a sbucare in Autostrada, ci viene da pensare che più il tempo passa e più sarà faticoso il da farsi. Ci saranno altre riunioni, a Roma o in loco, ma la musica (a quanto pare) è sempre la stessa: non ci sono i soldi o meglio sarebbe dire ce ne sono pochi (o meglio ancora: il territorio li produce da decenni ma quando giungono a Roma spariscono e nulla più torna indietro). La realtà di oggi è che tutti reclamano questi soldi ed a tutti si promette dispensando un tozzo di pane che spesso non basta neppure a ridurre l’appetito. Occorre però fare attenzione a non disperdere le energie: quando il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 7 marzo 1950 con una delibera, la numero 179/2829 stanziò a bilancio quanto bastava per realizzare il tunnel che da Moconesi doveva portare a Recco, finì che buona parte di quei soldi vennero distribuiti per opere sempre importanti ma molto soggettive promuovendo una serie di lavori a seconda dove girava il vento del “buon ritorno”.  Se oggi qualcuno si è demoralizzato dell’andazzo non fa meraviglia e se a dirlo è proprio il “padrone di casa” della Farmacia di Monleone che ospitava il Comitato Pro Fontanabuona e con il sindaco Garbarino di Cicagna fungeva da stazione di partenza di quel treno dei desideri che purtroppo non ebbe avvenire, questo non significa che oggi i tempi non possano essere cambiati vista l’unanimità delle istituzioni e i pochi soldi richiesti. Certo è che oggigiorno non si può assolutamente asserire che un pugno di milioni riservati alle aree sottosviluppate risolva la situazione, occorre l’intervento decisivo del Governo. Quindi si facciano al più presto parlare le carte (anche perchè il Ministro Altero Matteoli al momento non ha ancora presentato alcun documento che giustifichi una spesa di oltre 400 milioni) poiché qualsiasi imprenditore pubblico o privato non metterà a rischio neppure un euro se nessuno gli dimostrerà che l’impresa è fattibile come invece ha già fatto la Regione con un progetto più contenuto (250 milioni) ma ugualmente eseguibile.
Eugenio Ghilarducci
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