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01 Ottobre 2010 | in categoria/e attualita

Tre milioni di ciottoli nel nome di Santa Sabina - Impresa ‘titanica' per ridare vita al sagrato della chiesa, realizzato dal padre del cantante Sandro Giacobbe

Decorare i sagrati delle chiese con mosaici di ciottoli colorati, come a formare un “tappeto” di fiori: è questa l’antichissima tradizione dei “risseu” liguri, testimonianza di arte, devozione e dello spirito comunitario dei parrocchiani, i quali, ciottolo dopo ciottolo, concorrevano a creare i disegni che rendono suggestivi gli edifici religiosi del territorio. Uno spirito che ancora oggi è radicato negli abitanti della piccola frazione di Trigoso, nel comune di Sestri Levante, fieri autori di un’impresa davvero impegnativa: raccogliere quasi tre milioni di ciottoli per restituire lustro alla propria chiesa, quella di Santa Sabina.
“Nel ’68 il vecchio sagrato venne coperto da lastre di arenaria per trasformarlo in un parcheggio; una grave perdita per il paese, a cui abbiamo voluto porre rimedio nel ’97 attraverso l’impegno di tutti gli abitanti – racconta Marco Bo, allora Presidente del Circolo Acli Santa Sabina – cominciammo durante l’estate: andavamo sulla spiaggia di Riva Trigoso, anche a gruppi di 40 persone, e per trasportare le pietre usavamo l’Ape di un nostro concittadino, Bruno Fadda”.
L’opera, che vide anche i bambini coinvolti come in un nuovo gioco durante l’estate, con l’avvento dell’inverno si fece più faticosa: “Il freddo, il buio che impediva di raccogliere le pietre tornati dal lavoro furono di ostacolo, ma comunque un gruppo più ristretto, nel quale c’era anche l’Arciprete Don Enzo Frisino, continuò ogni giorno con costanza e alla fine, dopo un anno, avevamo tutto il necessario”. I sassi da raccogliere non erano qualunque: c’era la volontà di attenersi al disegno originale e per questo l’architetto Domingo Tonini utilizzò foto d’epoca, da cui fu tratta anche l’indicazione dei colori: il nero dei serpentiniti, il rossastro dei diaspri e il bianco delle pietre formate da quarzo e calcite.
La posa in opera fu poi realizzata dal padre (in foto) del cantante Sandro Giacobbe, Salvatore. Il risultato fu ed è maestoso: un tappeto di fiori di pietra, simili a margherite, che ornano il monogramma mariano posto al centro. Un’opera che è andata ad arricchire la chiesa, già nota per il bellissimo presepio che ogni anno viene visitato da circa venticinquemila persone e che il 3 ottobre ha festeggiato il termine di altri lavori di restauro, questa volta relativi alla facciata, alla canonica e al campanile, alla presenza del vescovo emerito di Brescia Mons. Giulio Sanguineti.
Storia, arte e cultura si fondono nelle pietre del sagrato di Santa Sabina e dalla volontà di mantenere viva la memoria del borgo, in cui hanno vissuto personalità di spessore e spicco come Papa Adriano V e Giovannino Guareschi, è nata nel 2000 l’idea di dar vita a una pubblicazione, distribuita gratuitamente: “Una collana di quaderni che abbiamo chiamato “I ciottoli”, i cui volumi, tutti insieme, andranno a formare un acciottolato culturale” commenta Marco Bo, suo ideatore. L’arte è poi quella del maestro ceramista Alfredo Gioventù, che per ogni nuovo “ciottolo” della collana ne realizza uno in grés porcellanato con inciso il titolo dell’opera, il quale viene inserito nel muretto che circonda il sagrato.
Un attivismo intellettuale davvero notevole per questa piccola frazione, che ha contagiato anche alcuni sponsor che hanno deciso di concorrere alla pubblicazione degli ultimi volumi. Di prossima uscita sono il ciottolo n. 32 “Storia di navi” di Angelo Ciccarelli, finanziato dalla Novarco Saldatura di Sestri Levante in occasione dei suoi trent’anni di attività, il n. 33 “Un mondo scomparso” di Franco Pogioli e il n. 34 “Trigoso ai tempi del colera - L’Ottocento a Sestri Levante” di Sandro Antonini.

Francesca Vulpani
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