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01 Ottobre 2010 | in categoria/e attualita

5, il numero imperfetto - Gian Domenico Solari, conosciuto come cabarettista e protagonista del ‘Ceto giornale', stupisce tutti con un thriller mozzafiato

Attore, cabarettista, presentatore, scrittore, regista, cuoco e quant’altro: Gian Domenico Solari si riaffaccia dopo alcuni mesi di lontananza dal Tigullio con un nuovo lavoro, "Cinque, il numero imperfetto": un thriller, edito da Boopen, che lascia sino all’ultima pagina con il fiato sospeso.
Gian, di che si tratta? Sembra una cosa seria, molto seria.
Infatti si tratta di un’opera terribilmente seria: un giallo incentrato nel golfo del Tigullio, nel territorio del Levante, colpito da una serie di strani ed inquietanti omicidi che terrorizzano l’opinione pubblica e preoccupano gli inquirenti.
C’è da farsi venire i brividi: le vittime, prostitute, vengono trovate nude, strangolate con una calza e poi "crocifisse" sul proprio letto con 5 coltelli da cucina. Addirittura compare più di un killer. Come ti vengono certe idee?
Al buio! L’ispirazione mi è arrivata nel cuore della notte, e da lì è cominciata quest’avventura, che comunque non manca di elementi ironici e umoristici, riscontrabili specialmente in alcuni personaggi.
Personaggi non proprio inventati…
So dove vuoi andare a parare: sì, qualcuno potrà riconoscersi, ma stai tranquilla che, pur con qualche apparente assonanza, ‘ogni riferimento è puramente casuale’! Il romanzo ha tutte le caratteristiche per girare l’Italia, e già ha avuto una buona risonanza in altre regioni, grazie alla vendita on line. Posso assicurare comunque che l’assassino non è il maggiordomo.
Non è la tua prima opera letteraria: oltre a "Mi hanno voluto dire che..." (1998, ed. Colombo, Chiavari) sei stato praticamente il primo a scrivere un libro sull’attore teatrale e comico genovese Giuseppe Marzari, in "Io, Marzari e i suoi amici!"(2005, ed. Edicolors, Genova).
Sì, senza presunzione posso affermare di essere stato il primo ad avere avuto il merito di ricordarlo dopo la sua scomparsa: dopo di me, ‘magicamente’, si sono susseguiti Premi (‘A Compania’ e ‘Scio Ratella’), altri volumi dedicati e serate commemorative. Marzari è stato per me un bel punto di riferimento.
Parliamo del teatro: da alcuni anni porti avanti l’impegno nella compagnia Govi di Genova.
E’ un’esperienza che mi appassiona molto e mi coinvolge in varie vesti. A Genova il teatro è inteso diversamente, ed è anche terribilmente serio. Nel Tigullio, se una commedia genovese non fa ridere, non attira il pubblico: c’è da farsi delle domande su questo aspetto e su un modo di fare teatro che nel levante ligure non è compreso a fondo.
Da alcuni mesi ti sei trasferito nel Basso Piemonte: e il Cetogiornale?
Nel Tigullio scendo almeno una volta al mese. Nell’alessandrino mi trovo molto bene, a differenza dei liguri, i piemontesi una volta che ti trovano non ti mollano più: mi piacerebbe comunque continuare con l’argomento "ceti", magari con una trasmissione mensile, ne stiamo parlando con Entella tv. Certo il Tigullio, più che andare avanti, mi sembra regredire: è una zona morta, lenta e, ahimè, ancora sporca. Dovessi tornare a risentire le lamentele della gente, certi mugugni sarebbero gli stessi di anni fa.
E la figura del ‘Rebello’ al Confuego chiavarese?
Mi ha dato molte soddisfazioni: quando la folla ti sostiene e fischia al politico di turno, significa che hai centrato i punti dolenti sui quali punzecchiare. Certo, ultimamente il ‘faraone’ Vittorio Agostino non si fa vedere, e mi tocca parlare con assessori che non ti rispondono neanche in genovese: così non va bene! Vedremo comunque, i prossimi progetti potrebbero portarmi altrove…
Per tutte le info, si può consultare il sito www.giandomenicosolari.com, alla voce ‘Scopri il nuovo libro di Gian’