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edizione cartacea
06 Marzo 2025 | in categoria/e edizione cartacea
PINNA: partito da un chiosco, oggi ha un Gruppo che racchiude 21 locali, 18 marchi e oltre 250 dipendenti
- di Michela De Rosa
Non siete stanchi di sentir parlare di crisi, crollo dei valori, mancanza di lavoro? Noi sì. Ecco perché, in linea con la nostra idea di fare informazione sempre propositiva, abbiamo deciso di dedicare uno spazio a chi si impegna a creare, innovare, tramandare e fare impresa sul territorio, contribuendo a creare l’identità locale. Scopriremo insieme il dietro le quinte, da dove nascono i sogni e le infinite vie per realizzarli. E che il successo non è mai un caso.
Quasi sicuramente siete entrati in uno dei suoi locali, avete bevuto il caffé dedicato al nonno o gustato la focaccia della nonna, fatto colazione con le ormai famose brioche, cenato con una bella bistecca o deliziati col gelato artigianale. Walter Pinna, oggi 48enne, in pochi anni ha letteralmente scosso il mondo del bar-ristorazione. E non solo. Parlare con lui fa capire le origini di questo successo: trasuda energia ed entusiasmo, la mente è veloce, proiettata al prossimo passo, al fare; e al contempo si percepisce un profondo radicamento ai valori, alla terra. Qualcosa di antico, lanciato verso il futuro. Ed è esattamente quello che ha fatto con i suoi locali: cogliere l’anima del territorio e trasformarla in una versione attuale. Una formula, o meglio, una visione che, partita da un piccolo chiosco ha dato vita a un gruppo che oggi conta 21 attività, 18 marchi e dà lavoro a oltre 250 persone. In costante crescita.
Da dove è partito tutto questo?
Sono partito nel 1999, con il bar Ristoro davanti all’Ospedale di Sestri Levante. Appena potevo, mi piaceva andare a vedere come lavoravano gli altri, scoprire le eccellenze, portare novità. Da piccolo chiosco nel quale lavoravamo in due, dopo un anno e mezzo eravamo in sette. Poi, più di tanto non si poteva crescere, così ho preso il secondo locale, il Bar Piccolo di Corso Dante a Chiavari. E da lì ho capito che il mio desiderio era crescere, intraprendere, sviluppare nuove attività.
Quanto ti ha insegnato il lavoro da barista?
Mi ha insegnato tutto. A conoscere la gestione della materia prima, a capire il rapporto con le persone, a dare al cliente ciò che cerca, mi ha sviluppato la sensibilità e l’elasticità. E anche quanto è duro il lavoro pratico del barista e della ristorazione. Per questo difendo sempre il nostro personale, perché so quanto questo lavoro ti spreme. Poi un conto è farlo, un altro è farlo bene. E farlo bene richiede molte energie e attenzioni. Per questo posso capire cosa posso chiedere ai miei ragazzi.
Quale pensi che sia il tuo punto di forza?
La gestione delle persone e farle lavorare insieme. La mia forza sono i collaboratori, abbiamo creato un team forte, una sorta di famiglia.
E' vero che c’è scarsità di personale?
Sì. Da una parte hanno aperto tantissimi locali, dall’altra ci sono meno persone disposte a fare questo lavoro. La qualità della vita oggi è importante, infatti siamo attenti, cerchiamo di non dare orari spezzati, dare giorni di festa, libertà. La differenza non la fanno i cento euro in più, ma il tempo. Il nostro impegno è anche volto a destagionalizzare e garantire lavoro tutto l’anno.
Cosa riesce a tenere unite oltre 250 persone?
I valori. è l’essenza, i valori è importante condividerli per far sì che le persone ti seguano nel progetto, in quello che fanno, per farlo con carica, positività, pensando che ci sia dietro qualcosa di importante, non solo “un lavoro”.
A proposito di valori, dalle tue scelte emerge un forte legame con i tuoi nonni, con le tradizioni e con la terra
I miei nonni erano contadini e mi hanno trasmesso una tradizione legata più alla terra che al mare. Per questo abbiamo preso un terreno per coltivare le bietole per i nostri pansoti, un vigneto per dare il nostro vino. L’intenzione è quella di mettere in tavola il territorio, non di comprare qua e là dove conviene, ma spingere la nostra terra. Recuperare l’abbandono, risollevare il pessimismo, dare opportunità. Il mio caro nonno amava il caffé che mia nonna gli portava nei campi al mattino presto. Erano persone semplici silenziose, di poche parole ma di tanta sostanza. Il caffé Giobatta e i ravioli nonna Zulla sono dedicati a loro.
Vedi potenziale nell’entroterra?
C’è un turismo che spinge a manetta, la nostra regione piace e dovremmo cambiare mentalità. Unire la montagna al mare significherebbe fare scoprire la parte più autentica e smaltire il troppo turismo della costa. Il nostro Appennino è bellissimo e non ha niente da invidiare a montagne più conosciute. è lì che vado a ricaricarmi appena ho un momento libero.
Descrivi iI Gruppo Pinna in tre parole
Energia, valori, passione. In qualsiasi cosa cerco il potenziale per costruire qualcosa di bello.
Quando hai capito che stavi andando ben oltre “qualche locale”?
è nato tutto strada facendo, volevo solo fare bene e poi “vediamo che succede”, sperando fosse qualcosa di bello. Inutile avere ansie. Non ho paura di fallire. Se non andrà bene, pazienza: prendo lo zaino e mi metto in viaggio.
La tua positività è in qualche modo controcorrente rispetto al mugugno, che è molto presente anche nel mondo dell’impresa
Quello che ci tengo a dire è che non è tutto così brutto, impossibile o inarrivabile. Sicuramente è difficile, ma difficile è stimolante. Il mugugno fa solo perdere tempo ed energie, nell’imprendoria è vietato. Quando si mugugna, si cade in una sorta di fango di negatività da cui non si esce. Semmai serve analizzare il problema e superarlo, perché c’è sempre una soluzione.
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