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    attualità

    01 Settembre 2010 | in categoria/e attualita

    Dal Levante a Cartagena per... caso: la vita di Yuri rivoluzionata grazie a un fallimento Ora vive di avventure, mistero, esplorazioni e viaggi, che poi racconta nei suoi libri

    Dal Levante a Cartagena per... caso: la vita di Yuri rivoluzionata grazie a un fallimento
Ora vive di avventure, mistero, esplorazioni e viaggi, che poi racconta nei suoi libri

    Nato a Genova il 2 novembre 1968, Yuri Leveratto ha vissuto a Recco per vent’anni e si è Laureato in Economia e Commercio all’Università di Genova.
    Cosa ti ha fatto decidere di lasciare tutto per imbarcarti?
    Tuto ebbe inizio con un viaggio in Amazzonia nel 1989, in compagnia di un amico. Molti anni dopo, lavorando nell’ufficio commissario delle navi da crociera Princess, durante i viaggi di lavoro ho avuto modo di conoscere altre zone del Nuovo Continente: quando la nave era in porto riuscivo a scendere nei porti del Messico, del Costarica, della Colombia e del Venezuela. Mi sono subito innamorato di Cartagena de Indias, una città magica, dall’architettura coloniale, dove le ragazze sono misteriose e i bambini vivaci. Poi il destino ci ha messo del suo. Dal 2003 al 2004, lavorai negli uffici della Festival crociere, ma la società fallì e di punto in bianco mi sono ritrovato senza lavoro. Davanti a me si prospettavano due strade: imbarcarmi di nuovo sulla Princess, o tentare l’avventura nel paese che più mi aveva colpito, la Colombia. Decisi per la seconda ipotesi, spinto dal fatto che in quel paese con pochi risparmi si può condurre un’esistenza decorosa. Così mi imbarcai per Cartagena de Indias e iniziai una nuova vita.
    Di cosa ti sei occupato a Cartagena?
    Ho collaborato con una ONG (organizzazione non governativa) che ha come scopo l’aiuto a bambini bisognosi, ho dato lezioni di italiano nella sede cittadina della “Dante Alighieri”.
    Queste esperienze Yuri le ha riversate in due libri: “Siamo tutti marittimi”, un racconto auto-ironico delle sue esperienze alla Princess, e “La ricerca dell’El Dorado” (Roma, Infinito, 2008), un libro storico che tratta delle vicende dei conquistadores a partire dal XVI secolo fino alle attuali ricerche del Paititi, la città perduta degli Incas. Scrive anche per Ligustica, nella rubrica “Liguri nel Mondo”, come corrispondende dalla Colombia, per il periodico Elsol di Cartagena de Indias e per le riviste archeologiche italiane Hera e Tracce d’eternità. Non solo: nel 2007/2008 è cresciuta la passione per la storia del Nuovo Mondo e per l’archeologia misteriosa, ovvero la ricerca e lo studio di siti archeologici abbandonati o poco conosciuti, e ha divulgato queste teorie sul sito www.yurileveratto.com/it.
    Dove si sono svolte le tue esplorazioni?
    Nel 2008 ho viaggiato nella selva del parco nazionale del Manu, nel Madre de Dios (Perú), e ho documentato i petroglifi di Pusharo. Nel 2009, durante un mio lungo viaggio in Perú, ho documentato siti archeologici quasi sconosciuti come la valle di Quiaca e i suoi petroglifi, l’altopiano di Marcahuasi, dove vi sono immense sculture di cui non si conosce l’origine, interessato da uno stranissimo ronzio come rumore di fondo, e le cosiddette Piramidi di Pantiacolla, strane formazioni naturali che si trovano nelle vicinanze del Parco nazionale del Manu, in Perú. Nel 2010 ho percorso 20 dei 27 Stati del Brasile, in un viaggio molto lungo e avventuroso, documentando siti archeologici pressoché sconosciuti, come il Cromlech di Calcoene, una stupefacente Stonehenge brasiliana, la Pedra de Ingá, un petroglifo di fondamentale importanza, che prova la presenza in Brasile di popoli mediterranei antichissimi, e le caverne del Roncador, luoghi misteriosi dove scomparve l’esploratore Percy Fawcett nel 1925, percorse anch’esse da uno strano ronzio. Durante il viaggio di ritorno in Colombia, ho documentato la Fuente Magna e il Monolito di Pokotia nella città di La Paz, oggetti antichissimi che provano la presenza dei Sumeri nell’altipiano andino circa 3000 anni prima di Cristo.
    - Durante i viaggi hai trovato ispirazione per scrivere?
    Sì, certamente, anche perché quando abitavo a Recco mi ero già dedicato alla scrittura. Nel 2009 ho pubblicato il libro “1542: I primi navigatori del Rio delle Amazzoni” la cui prefazione è stata curata dalla nota scrittrice Lorenza Mazzetti. Il libro è sia storico che autobiografico, in quanto oltre a narrare l’epopea di Orellana, il primo navigatore del Rio delle Amazzoni, racconta il mio viaggio attraverso 6000 chilometri del grande fiume.
    - Hai in programma altre spedizioni?
    Per quanto riguarda le future spedizioni, per ora posso solo anticipare che, insieme a un archeologo-esploratore statunitense, un ricercatore milanese e quattro ricercatori peruviani stiamo preparando un viaggio nel Madre de Dios, nel dipartimento di Cusco in Perú, per documentare alcuni siti archeologici quasi sconosciuti. Viaggeremo in una zona abitata da indigeni Matsiguenkas, di origine Arawak.In generale sono pacifici ma molto gelosi del loro territorio e delle loro tradizioni. Secoli di danni e abusi nei loro confronti si fanno sentire. Vivono di agricoltura, principalmente colture di manioca, fagioli, frutta, di caccia e di pesca.
    Nell’interno della zona dove andremo vi sono altri Matsiguenkas, denominati Kuga Pacoris che sono considerati più violenti e bellicosi.
    - Qual è lo scopo della spedizione?
    Lo scopo sarà documentare e studiare alcuni resti archeologici incaici e pre-incaici che si trovano nella cordigliera di Pantiacolla e fare luce sul mistero del Paititi, ovvero la città perduta degli Incas che secondo alcune leggende si troverebbe nella zona. Sempre secondo la leggenda i sacerdoti incaici, scappando dalla bieca avanzata distruttrice dei conquistadores spagnoli (1533-1538), si sarebbero nascosti nel Paititi, città leggendaria nascosta nella selva amazzonica e fondata dal loro semi-dio Inkarri. Qui avrebbero nascosto non solo grandi quantità di oro ma anche antichissime conoscenze che spiegherebbero l’origine dell’uomo sulla Terra. Sia ben chiaro che lo spirito del nostro viaggio, che si svolgerà nel 2011, non sarà certo quello di saccheggiare l’enigmatica città perduta, la cui esistenza è stata confermata anche dall’archeologo italiano Mario Polia che ha trovato nel Vaticano documenti originali che la descrivono, ma solo quello di avvicinarci a un mistero con umiltà, e documentare alcuni siti archeologici in parte già scoperti dal leader statunitense della spedizione in precedenti viaggi.
    - Cosa ti appassiona di queste terre?
    Nel mio cuore ho la Colombia, l’Italia e il Perú. Attraverso il contatto con gli indigeni ho potuto appassionarmi all’antropologia e all’archeologia, riscontrata nei siti di San Agustin e la ciudad perdida de la Sierra Nevada di Santa Marta. Inoltre, fatto molto curioso, nel viaggio in Perú del 2009 ho avuto modo di conoscere alcuni lontanissimi parenti, discendenti dei Leveratto che lasciarono Genova nel 1890.
    INFO: www.yurileveratto.com/it yurileveratto@yahoo.it

    Cristina Parente
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    I commenti dei lettori
    Marco:

    Ottimo, Yuri!
    Grazie per avermi inviato l'articolo e ancora complimenti per tutto, ma non dimenticarti
    del suolo natio!
    Un supersaluto


    Giselda:

    Il racconto di Yuri ha rispolverato tutti gli splendidi ricordi e le emozioni che ho di un meraviglioso viaggio fatto in Perù tanti anni fa. L'articolo è coinvolgente e molto ben scritto e se potessi seguirei Yuri in questo incredibile viaggio a ritroso nella misteriosa cultura incaica della quale sono sempre stata affascinata. Sono davvero curiosa di conoscere i futuri e, ne sono certa, importanti sviluppi...


    Roberto:

    Conosco Yuri da tempo, ci incontravamo spesso la sera a chiaccherare della nostra vita e di cosa, in futuro, ci avrebbe riservato.... , ero sicuro che a lui avrebbe riservato qualcosa di magico ed insolito, è una persona curiosa sempre alla scoperta di risposte. Credo che molte risposte adesso le abbia trovate, quelle vere, quelle che ti fanno crescere sul serio e che, tutto sommato, ti arricchiscono interiormente.

    Sei un mito ragazzo.... continua così, ci vediamo a Recco!!!!!


    sergio:

    grande yuri..

    in bocca al lupo da medellin


    silvana posada bibolotti:

    Yuri è un ragazzo in gamba e coraggioso perché non è mica facile azzardarsi in questi paesi sudamericani che anche se stupendi ed esotici sono anche un po'un mistero su quel che t'aspetta...poi tra l'altro ci ha svegliato la curiosità di saperne un qualcosa su posti che magari sempre vicini a noi ma che ci sono rimasti sconosciuti!!
    BRAVO YURI!!!


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