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storia locale
12 Dicembre 2022 | in categoria/e storia locale
#RADICI - Barabino: da Barabba? Tra i personaggi noti, anche il progettista di due simboli di Genova: Carlo Felice e Staglieno
a cura di Pier Luigi Gardella
Il cognome è pressoché ligure, diffuso nel capoluogo ma anche in valli Polcevera e Fontanabuona. Altre presenze le abbiamo in Piemonte e Sardegna. Nelle varie versione, Barabbino è quasi unico, Barabin, molto raro, è veneto, Barabani ha un ceppo umbro nel perugino e presenze sparse nel centro-nord Italia e infine Barabba dovrebbe essere pugliese, del barese.
ORIGINI
Le fonti più comuni lo farebbero derivare dal nome Barabba originato dall’ebraico-aramaico bar, figlio, e abba, padre, quindi figlio del padre. Alcuni dei più antichi manoscritti presentano anche la forma bar rabba, figlio del maestro. C’è anche chi suppone che bar Abba significhi figlio di Abba. Infatti Abba è il nome di un rabbino e ricorre spesso nel Talmud. Tuttavia, ci ha incuriosito l’ipotesi di Giacomo Giscardi che, nel suo manoscritto del XVIII secolo Origine e Fasti delle Nobili Famiglie di Genova (pubblicato in rete dalla Società Ligure di Storia Patria) fa risalire il nome a barra-bino, vale a dire uomo diviso in due dalla barra, richiamando lo stemma della famiglia Barabino che rappresenta appunto un uomo nudo traversato a metà del corpo da una doppia barra. Ma sfogliando la vasta bibliografia genovese ho trovato un’altra curiosa interpretazione citata da Maurizio Lamponi nel suo Paesi di Val Polcevera del 1980. Parlando dell’abitato di Trasta, rione di Rivarolo, racconta che nel XVI secolo sarebbe capitata in paese una coppia di gemelli, fuggiti dalla località valdostana Barre (probabilmente la frazione di Aosta Breil Barrel), dove imperversava il colera: personaggi di buona volontà e spirito imprenditoriale, si affermarono ben presto in paese ma il loro nome sarebbe rimasto dimenticato in quanto erano sempre indicati come i Barre-binos, cioè i gemelli di Barre; da qui si arrivò facilmente a Barabino.
PERSONAGGI NOTI
Certamente il più celebre è Carlo Barabino (1768-1835) pittore e urbanista: tra i suoi progetti citiamo solo il teatro Carlo Felice (1826-28) e il Cimitero di Staglieno cui si dedicò poco prima della scomparsa.
Altrettanto noto Nicolò Barabino (1832-1891) un caposcuola della pittura di storia che ci ha lasciato la celebre Madonna dell’olivo, conservata nella chiesa S. Maria della Cella a Sampierdarena. Realizzò l’opera per corrispondere al desiderio della madre di farne dono alla chiesa della Cella. La tela fu posta sull’altare della cappella in data 21 ottobre 1888 alla presenza dell’artista stesso.
Angelo Barabino (Tortona, 1º gennaio 1883 – Milano, 5 novembre 1950) è stato un pittore divisionista-simbolista, esponente della corrente sociale, allievo di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
La sua casa a Tortona è astata trasformata in una casa-museo e pinacoteca.
Infine, una tradizione iniziata nel 1885, anno in cui Santino Barabino intraprese l’attività di allevamento di suini, ponendo le premesse per la fondazione nel 1919 da parte del figlio Francesco dell’industria Salumi Barabino, tutt’oggi attiva nel tortonese in provincia di Alessandria.
I commenti dei lettori
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