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    storia locale

    01 Settembre 2022 | in categoria/e storia locale

    Intrighi, spade, fede e misteri: la storia di Soglio sembra un kolossal! Il 29 SETTEMBRE appuntamento nel borgo per la festa di San Michele

    Intrighi, spade, fede e misteri: la storia di Soglio sembra un kolossal! Il 29 SETTEMBRE appuntamento nel borgo per la festa di San Michele

    di Michela De Rosa

    Il ritrovamento delle “memorie” di giovane prete del ‘900 svela il ritratto perduto del borgo e della valle, tra crudeli signorotti, decapitazioni, peste e invasori, ma anche i misteri della piccola chiesa, tra le prime della Liguria...


    Sono sincera: quando in redazione è arrivato il libro “Memorie di Soglio raccolte da Don Stefano Soracco tra il 1901 e il 1917”, ho pensato che fosse l’ennesimo “libretto” da archivio. Per fortuna, l’abitudine di leggere i libri di cui parliamo unita a un particolare affetto per la suddetta chiesa, mi hanno spinta ad addentrarmi tra gli scritti lasciati da questo giovane prete e riportati alla luce dal Gruppo Ricerche Civiltà Ligure. E con grande sorpresa ho trovato una narrazione avvincente che racconta di un tempo in cui il Levante e nello specifico la Fontanabuona, sembrava il set di un film. Anzi, di mille film. Don Stefano ha infatti pazientemente raccolto memorie, documenti e certificati che scavano tra i secoli, ricostruendo la storia di un popolo tra fatti e... molti misfatti.

    Il racconto è diviso in tre sezioni: notizie topografiche, con i riferimenti alle origini del nome, del paese e del popolo; notizie storiche; notizie della costruzione della chiesa. Scopriamo così che gli abitanti probabilmente discendono dai barbari, visti i “frequenti avvenimenti di sangue”. E non andava meglio nel Medioevo, quando “compare un prepotente signorotto locale”, un tiranno che proclamava editti a suon di trombe, schiavizzava il popolo e decapitava i disobbedienti, esponendo poi le loro teste infilate in una lancia, come monito per gli altri. “Eppure, del suo feudo non restano che poche pietre diroccate”. Poi venne la peste e spazzò via quasi tutta la popolazione. Nel tempo ci fu un radicale rinnovamento con l’arrivo di nuove famiglie: i Biggio da Viterbo, i Ratto da Genova e i Panesi dalla Corsica. Di questi ultimi si narra di un individuo che, partito come servo dei Ratto, fu tanto operoso e ingegnoso da arrivare a superarli in ricchezza. In quanto intrighi famigliari questo piccolo lembo di terra sembra una telenovela, e tra  protagonisti ci sono i Gnecco e i Repetto. Non manca l’avvincente racconto di quando nel 1799 Napoleone “voleva Genova” e “ben due eserciti arrivarono in valle e la fiera popolazione pose resistenza a entrambi, i contadini, che nei fatti di sangue possiedono freddezza, combattevano dalle case e dai tetti” e i Francesi, decimati, scapparono al grido “Fontanabuona fontana del diavolo, tutti gli alberi gettano fuoco”. Poi si racconta di quando gli abitanti “furono valentissimi truffatori di tabacco con celebri escursioni nelle terre di Parma” e di come “diventarono abili commercianti, ritraendo il carattere del genovese industrioso, intelligente, pratico e un pochino egoista”. Ci sono anche indicazioni di fatti estremi, come “lo strepitoso gelo del 1798” o “la grandine devastatrice del 1714,  di cui si portarono i segni per oltre un secolo, giusto castigo per aver dimentcato la Festa di Santa Maria Maddalena”, che venne così prontamente predisposta.  E fa impressione ritrovare quelli che sono problemi ancora oggi: “una cosa sola potrebbe fermare l’emigrazione: migliori vie di comunicazione. Vi sono ardesie e altri prodotti che potrebbero consumare l’opera di molti abitanti, ma sono abbandonati e molto lentamente smerciati per difetto di trasporto”. Così annotava Don Stefano nel 1903.  

    La storia dolceamara della mirabile statua di San Michele
    E veniamo ora a quella che è la costruzione più misteriosa della Liguria: “la bianchissima chiesa  di Soglio”. Scopriamo che il luogo in cui sorge era già venerato dai Romani, con il nome di Selium, saggio, o anche Solarium, da sole. Una serie di documenti e memorie storiche fanno poi risalire la presenza della chiesa già agli albori della cristianità, con i defunti che venivano portati qui a seppellire anche da Rapallo. Nel 1234 la chiesa fu dedicata a San Michele “per la cura delle anime”. E arriviamo così alla storia del fanciulo “detto Gnecco Domenico Maria di Giuseppe”. Nasceva a Soglio nel 1766 e svelò un genio artistico fin dalla tenera età. Il padre lo condusse così a Genova, presso la bottega di uno scultore, il quale però, temendo di venire presto superato in bravura, disse al padre che “nulla si sarebbe ottenuto da quel ragazzaccio lento e poltrone”. Ma Domenico aveva l’arte nelle mani e per mostrarlo abbatté un enorme fico: da quel legno ricavò la mirabile statua di San Michele che ogni anno viene con orgoglio portata in processione durante la bella festa dedicata al Principe degli Arcangeli.

    Appuntamenti il 10 e 29 settembre
    Con queste conoscenze, ora possiamo guardare il borgo, la sua chiesa e la statua sotto una nuova luce. Non mancate dunque ai festeggiamenti nel giorno di San Michele, con la messa alle h18.30 nella bella chiesa resa “la più bella” dalle offerte degli emigrati nelle Americhe, poi processione e la bella e genuina festa conviviale con musica, gastronomia e lotteria di beneficenza. Sarà anche possibile acquistare il libro “Memorie di Soglio”. il 10 settembre un’anticipazione della festa: dalle 21.00 “Musica al chiaro di luna”, e distribuzione di frittelle.



     


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