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    storia locale

    07 Luglio 2022 | in categoria/e storia locale

    Con il Principe alla scoperta dei segreti della Baia del Silenzio, tra re, cavallucci di pietra e gli scogli fratelli

    Con il Principe alla scoperta dei segreti della Baia del Silenzio, tra re, cavallucci di pietra e gli scogli fratelli

    - di Michela De Rosa

    Principe Miche è oggi il custode delle storie di questo piccolo regno marino che sembra uscito da una fiaba... Che Sestri sia un posto da favola lo sappiamo, ma non tutti sanno che nella baia del Silenzio ci sono davvero re, principi, principesse e personaggi fantastici come cavalli marini da cavalcare tra le onde. E come tutte le fiabe, anche questa inizia con...

    “Cera una volta...”

    C’era una volta un re. Era il re della Baia, il più abile dei pescatori: tutti lo conoscevano e si rivolgevano a lui per sapere le storie di mare, i segreti dei pesci, il linguaggio delle onde e la vita delle barche. Era nato nel 1926, in un’altra epoca, in un’altra storia, e il suo nome era Luigi Milanta, ma per tutti era “Re Chinze” (quindici). Tuttavia, i re non sono eterni e un giorno il trono rimase vuoto. Il popolo della sabbia non voleva restare senza una guida e cercò un degno successore: non ci volle molto perché tutti conoscevano il prode allievo del Chinze, Alfredo Manzi, detto Michelino - dal nome del padre anche lui mitico pescatore - e oggi da tutti conosciuto come Miche. Fu organizzata una vera cerimonia di investitura, con tanto di trono e scettro e così, tra risa, canti e banchetti a base di pesce appena pescato, Miche fu incoronato “Principe della Baia”. E come ogni regno che si rispetti, anche qui ci sono le principesse: un giorno, un altro personaggio del popolo della sabbia, il pescatore Angelo Podestà, disse al Principe “La tua barca è la tua Principessa” e così venne battezzata la barca che fa volare Miche sulle onde.

    Il Principe che fu mozzo

    La Baia è come un villaggio, la spiaggia come una piazza dove riverberano i racconti e i ricordi. Come quelli della scuola, che un tempo era in uno dei caseggiati proprio al centro della baia, con le finestre rivolte al mare. E da lì i bambini guardavano con invidia quel ragazzetto che invece di stare chiuso in un’aula vestito di tutto punto, imparava la vita vivendola in braghette corte, e con i piedi nell’acqua il sole in faccia faceva navigare un pezzo di legno tirandolo con la lenza della sua canna da pesca, correndo avanti e indietro finché il padre non lo portava con sé a pescare e a insegnargli i segreti dei pesci. E il piccolo imparò, tanto che nel 1966 a soli 13 anni già era mozzo su un panfilo, a 18 anni navigò tutto il Mediterraneo in barca a vela, poi per 4 anni su un leudo come unico marinaio fisso, ma non un leudo qualsiasi, era il più grande di Sestri e prima di diventare barca da diporto, un tempo veniva usato per portare il vino da Ischia a qui. Ma, come in tutti i regni, ci furono anche i periodi bui, i nemici del mare e le volte in cui la natura si ribellò portando scompiglio e distruzione....

    I tempi bui della Baia

    Ci fu un tempo in cui questo era un angolo di Paradiso, senza case e senza problemi, ma poi vennero gli uomini, le fabbriche, le navi. E anche la natura sembrava più cupa. Il Principe Miche se li ricorda quei tempi bui, a cominciare da quel 18 gennaio 1969 quando “Una tromba d’aria, forse un tornado, sconquassò Sestri in piena notte, facendo volare le barche fin sulla collina di San Bernardo. E per questo, adesso, vengono tenute tutte legate tra loro”. Anche l’uomo portò distruzione e la baia non era bella come oggi: “L’acqua non era pulita, si rompeva sempre la rete fognaria e tutto finiva in mare, passavano le petroliere e andavamo a casa con le scarpe sporche di catrame. Poi ci fu la strage dei cefali. Era il 1975 o ‘76 e c’era una grandissima fabbrica di tubi. Avevano dei vasconi enormi con gli acidi per raffreddare il ferro e una volta si sono sbagliati a gestire le leve degli scarichi e invece di andare dove dovevano, finirono in mare. I cefali iniziarono a comportarsi in modo strano, poi capimmo: questi pesci nuotano a pelo d’acqua e quegli acidi li resero ciechi. Morirono tutti, stanno tornando ora”.

    Il mare è un vero regno e noi siamo ospiti

    Seppure restano alcune criticità da sistemare, negli ultimi decenni la crescente attenzione per l’ambiente ha migliorato tantissimo la qualità dell’acqua e della spiaggia. Miche ci fa notare la presenza di alghe vicino alla riva che danno all’acqua un colore ferruginoso e che in molti scambiano per sporcizia: “In realtà la poseidonia ossigena il mare ed è segno di acqua pulita. Dobbiamo reimparare a guardare il mare come un mondo pieno di vita, non solo come acqua in cui tuffarci”. Oggi “il Principe” è in pensione, ma ha avuto un’idea generosa: far scoprire il suo regno a bordo della sua Principessa a chi ne faccia richiesta. Ci porta così a vedere lo scoglio della pittura, detto così perché le barche che non conoscono bene la baia gli vanno addosso lasciando il segno della vernice; poi i 3 fratelli gli scogli scuri naturali dell’isola (poi diventata penisola) a cui poi hanno aggiunto quelli (chiari) per fare la diga; il cavalluccio, lo scoglietto che era un angolo di una casa e che ha visto crescere tutti i bambini di Sestri che lo hanno cavalcato in immaginarie corse sull’acqua. Ed è stato proprio Miche a suggerire di posare la statua del Pescatore vicino al cavalluccio. E dalla diga si possono avvistare anche i delfini. Non è favoloso?


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