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edizione cartacea, itinerari, storia locale, tempo libero
di Michela De Rosa | 05 Febbraio 2019 | in categoria/e edizione cartacea itinerari storia locale tempo libero
Palio dei Presepi 3 - Vince quello di Emilio: con i suoi poetici meccanismi conquista 5000 visitatori e porta 20.000 Euro alla CRI di Lavagna
Fino a sette anni Emilio Del Chirico realizzava il suo presepe nel garage di casa, a Borgonovo di Mezzanego, devolvendo le offerte al Comitato Malati del Tigullio. Poi è diventato volontario nella Croce Rossa di Lavagna ed ha proposto di spostarlo lì e raccogliere quindi le offerte per il sodalizio stesso. Di certo non si aspettavano un risultato simile: il presepe di Emilio ha portato da allora quasi 20.000 Euro, che hanno permesso di acquistare un defibrillatore e un’ambulanza.
Solo quest’anno è stato visitato da oltre 5000 visitatori, di cui quasi la metà turisti: dati eclatanti che dimostrano quanto è apprezzata l’arte dei presepi e che dovrebbe far riflettere i Comuni sull’opportunità di valorizzarli. “Di certo questo Palio ha aiutato, dando visibilità a queste opere e ricordando alle persone di visitarli, siamo molto contenti”, ci dice Emilio mentre ritira soddisfatto l’Attestato di “Presepe più bello del Levante”.
Tutto è in movimento
Un difetto questo presepe ce l’ha: è talmente grande che è impossibile fotografarlo per intero! Quest’anno ha raggiunto i 30 metri con decine di ambientazioni “vissute” da oltre 1300 pezzi tra personaggi e animali di cui 46 meccanizzati: il pizzaiolo che sforna la pizza, la fioraia che offre il boquet, l’anziano che fa la polenta nel paiolo, i taglialegna, il barbiere, la comare che prende la spesa gettando il cestino dal balcone e tanti altri.
Non poteva mancare l’ambulatorio della Croce Rossa con l’infermiera pronta a fare la puntura al paziente di turno.
“Di quelli nuovi quello che ha avuto più successo è il fungaiolo” e lo guardo mentre si accinge a chinarsi col suo cestino in un bosco generoso di funghi.
Le statuine sono “tutte vecchie e originali del presepe italiano e molte acquistate a Napoli, patria del presepe”, tiene a sottolineare Emilio, orgoglioso della sua estenuante ricerca di pezzi unici a cui si aggiungono delle felici donazioni. Anche le case e costruzioni sono frutto di decenni di raccolta e hanno una storia particolare: “alcune hanno 60 anni e quelle in sughero pieno arrivano da una ditta di Cavi che le realizzava e le esportava ovunque. Non esiste da molto tempo ma l’anno scorso un giorno è arrivata qui una signora e ha detto “quelle case le ho fatte io”, era la nipote del fondatore e ultima ad averle prodotte; da allora viene qui spesso a vederle”.
A questo si aggiungono un fiume che termina in un laghetto con pesci veri e i giochi di luce: quando diventa notte si accendono lampioni e lanterne, e ogni singola casa si illumina svelando gli interni con scene di vita minuziosamente ricostruite: da una finestrella si vede una donna che dorme ed Emilio mi racconta “Mia moglie ha realizzato la piccola coperta, facendo anche il pizzo delle mini lenzuola”.
E allora penso a quante ore di lavoro, quanta passione e dedizione ci sono dietro a queste realizzazioni. Per fortuna nel loro caso c’è già la nuova generazione pronta a portare avanti questa tradizione con entusiasmo e sono quindi aiutati dal figlio Danilo e da Luana insieme ai nipoti Thomas e Dennis. Un plauso va a tutti quei volontari, gruppi di amici o intere famiglie, che ogni anno dedicano mesi di meticoloso lavoro per realizzare queste vere opere d’arte. L’anno prossimo concedetevi lo stupore di visitarne il più possibile e ricordatevi di sostenerli col vostro voto.
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