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Qui, dove non si butta via niente: le foglie diventano legacci, la carta dell'uovo di Pasqua fa da spaventapasseri e la marmellata si fa con i “rifiuti”. Ecco la ricetta.
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Sapevi che... si dice “Piantare in Nasso”?
...e deriva da una mitologica tragedia d'amore (sigh!) Eh s&igrav...
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attualita, edizione cartacea
di Michela De Rosa | 02 Febbraio 2019 | in categoria/e attualita edizione cartacea
“La mareggiata ci ha ricordato chi siamo”: dopo la catastrofe Santa conta i danni ma riscopre qualcosa che era andata persa
La città riscopre la propria identità tra spirito di collaborazione, attenzione all’ambiente e voglia di ripartire
Niente sarà più come prima: la voce del Sindaco e quella dei commercianti
“Una scena apocalittica,
ma vedere la mattina dopo
le famiglie in spiaggia a pulire
è stato emozionante”
Paolo Donadoni, Sindaco di Santa Margherita
Mi ricordo quando alle 3 di mattina, in chiusura dell’allerta rossa, ho fatto il giro della città... quello che si vedeva era apocalittico. Le barche sulla strada, passeggiata, bar e negozi distrutti è stata una ferita al cuore. E’ stato un bel banco di prova perché non solo l’amministrazione, ma i commercianti e i cittadini hanno reagito mettendosi subito al lavoro: la mattina stessa c’erano ragazzi e perfino famiglie intere con i bambini a pulire la spiaggia. Una scena incredibile, a cui si aggiunge l’attenzione all’ambiente perché tutto quello che veniva raccolto, legno, metalli, plastica, è stato differenziato direttamente sul posto. Reagire così qualitativamente in un momento di emergenza e anche di shock è stata una prova importante per Santa. Da lì l’atteggiamento è stato univoco: tutti si sono rimboccati le maniche e i ristoranti e negozi che erano stati danneggiati, invasi da sabbia e detriti, solo quattro giorni dopo erano aperti e operativi. Ecco cosa ha in testa il sanmargheritese: andare avanti.
Lo stesso posso dire a livello turistico: devo dire che Santa ha tenuto botta c’era gente già anche per le Festività. C’è stata un’ovvia flessione ma se pensiamo al Ponte Morandi e alla mareggiata ci si poteva aspettare il disastro. Ora la conta dei danni è notevole: 41 milioni di Euro solo per quelli a strutture pubbliche (6 per strada per Portofino, 6 per depuratore, 15 per il porto, più parchi, giardini etc.). Da una parte questo evento offre l’occasione per rivedere spazi altrimenti difficilmente toccabili, come la passeggiata che aveva bisogno di ristrutturzione e che ora potremo rivedere riportandola a una veste più integrata con l’ambiente e rispettosa della tradizione marinara e dei materiali locali. In quest’ottica recuperemo anche sagrati, risseu, fontane e tutte quelle bellezze che si danno per scontate o restano meno evidenti ma che vanno riscoperte e che offrono al cittadino e al turista una visione più ricca e approfondita di questo territorio e non limitata al mordi e fuggi del mare. Così se uno viene fuori stagione o in una giornata di pioggia trova sempre qualcosa da fare. Entro l’estate contiamo di finire tutti i lavori, compresa la messa in sicurezza del porto in attesa del rifacimento. Anche qui a fare la differenza è stato il lavoro di squadra: niente inutili polemiche o scarico delle colpe, ma subito all’opera con Ministero, Regione, Città Metropolitana, Comuni limitrofi e tutti gli enti e le realtà interessate. E la risposta si è vista. Poi questo evento ci ha posto davanti a situazioni inedite: mai i problemi erano arrivati dal mare e questo pone delle nuove domande costringendo ad esempio a rivedere i sistemi di Protezione Civile. Stessa cosa per il ripensamento del porto che richiede uno sguardo a lungo periodo tenendo conto di nuove circostanze e rischi. Una cosa del genere smuove le coscienze e obbliga tutti a ripensare la città e a ripensarsi come cittadini e commercianti. Niente sarà come prima, ma contiamo che sarà meglio.
“Dietro agli yacht e agli hotel
di lusso lavorano centinaia
di famiglie normali;
per Pasqua saremo super operativi”
Augusto Sartori, Presidente Ascom di S. Margherita
Un evento devastante, non ci sono ricordi di qualcosa del genere. Sia come abitanti sia come commercianti ci aspettiamo un anno complicato. Tante attività hanno aperto, altre riapriranno ma con difficoltà, dovuta sia ai danni sia al calo delle vendite dirette e quelle portate dall’indotto. Penso ad esempio alle cancellazioni di matrimoni di lusso, che prevedono giorni di festeggiamenti e quindi di permanenza, con soggiorno, ristorazione e shopping: come è comprensibile persone che devono organizzare l’evento della loro vita non se la sono sentite di rischiare, ma contiamo che tutto sia di nuovo pronto per Pasqua. La riapertura della strada di Portofino in tal senso vuol dire molto, sarà un grande segnale di rinascita e ripartenza. Poi ci sono ferite che resteranno nel tempo, mi riferisco al Covo di Nord Est ma anche al Porto di Rapallo. Certo sarebbe bello se tutto questo, e mi pare che stia avvenendo, portasse a recuperare uno spirito di collaborazione che l’emergenza ha fatto riemerge, sia tra i vari Comuni sia tra le varie categorie. Quello spirito di unione che ha fatto ripartire l’Italia dopo la guerra. Ecco, quello che si respira è la voglia di rinascere in un modo ancora migliore, rendendo questo posto ancora più bello. Poi certo, l’urgenza è ricostruire quello che c’era e ridare ciò che serve nella quotidianità.
Poi ci si potrà ripensare puntando a un’offerta che non guardi solo ai numeri ma alla qualità del turismo e al rispetto per l’ambiente. Penso ad esempio al Parco di Portofino che è un posto incredibile e che non ha quella frequentazione che merita: incontro sempre turisti stranieri, mentre tanti abitanti del posto e dei comuni vicini non ci sono mai andati. Sicuramente dovremo migliorare in questo, così come valorizzare gli sport nella natura, dalla maratona alla vela. Devo dire che in una situazione come questa la differenza l’ha fatta l’unione e la collaborazione tra i sindaci del comprensorio che ci hanno messo davvero energia e passione: penso ad esempio alla strada per Portofino che è stata riaperta, seppure solo pedonalmente, prima del previsto. Poi devo dire che tanti ospiti internazionali hanno espresso testimonianze di affetto e sostegno al nostro territorio. Una cosa che invece non mi è piaciuta è stata l’ironia che si è fatta dicendo “poverino che ha perso lo yacht”: quello che non pensano è che dietro agli yacht, alle ville e agli alberghi di lusso ci sono famiglie che lavorano. Se l’Hotel Splendid di Portofino non riapre non è il vip ad avere problemi ma le centinaia di persone che ci lavorano. Io stesso ho subito dei danni ingenti perché ho il ristorante sotto l’Abbazia della Cervara: dopo i primi giorni di sgomento la reazione è stata “Ok, è successo quel che è successo ora si riparte facendo tutto ancora meglio di prima”, ed è lo spirito di tutti. Poi ci vorrebbe un evento di livello internazionale per cancellare l’immagine della distruzione e far vedere che ci siamo, che il Tigullio è ripartito, che siamo operativi e vi aspettiamo. Mi auguro, anzi sono certo, che tra qualche tempo ricorderemo questo evento non tanto per la sua tragicità ma per la ripartenza.
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