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Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...
edizione cartacea
di Antonino Di Bella | 06 Dicembre 2018 | in categoria/e edizione cartacea
Quando c'era Gesù bambino: l'albero vero, il muschio del bosco, ”i raieu, a simma e u panduse“
Finalmente è arrivato dicembre. Questa affermazione può sembrare banale ma è forse il momento dell’anno più atteso almeno dai più piccini e da chi è rimasto un bambino dentro! Parto allora proprio da questo, dai ricordi del Natale di tanti anni fa. A quel tempo era in voga la letterina da scrivere ai genitori nella quale si prometteva di essere più buoni e di voler bene sia a papà che a mamma. In cambio si chiedeva di intercedere con Gesù Bambino per la richiesta di giochi allegata alla lettera in questione. Le festività natalizie erano viste come un approdo dopo i “lunghi“ giorni di scuola dopotutto le lezioni erano iniziate ben... dal primo di ottobre! Era quella la terribile data, subito addolcita dal 4 di ottobre che essendo la festa di S. Francesco patrono d’Italia ci dava il primo giorno di festa. Poi come il gioco a pampano, dopo qualche settimana saltavamo agli inizi di novembre dove calavamo il poker, il primo festa dei Santi, il 2 quello dei morti, il 4 Festa della Vittoria in mezzo il 3, ecco un bel ponte. Si arrancava poi fino all’otto dicembre e da lì in poi era una corsa in discesa. Arrivavamo quindi al dicembre luminoso dopo un mese che per vari motivi era scuro. L’autunno e la memoria dei Santi, senza feste di Halloween ma accendendo i “moccolotti“ di cera, poi il pensiero ai defunti e le giornate sempre più corte. Inoltre non avevamo il Black Friday, insomma la nostra mente era concentrata sui regali che Gesù Bambino ci avrebbe portato. Ed invece fece capolino Babbo Natale che soppiantò il Bambino nella culla, la tv ci diceva che in Unione Sovietica veniva chiamato Nonno Gelo. Ma non interessava molto, a chi era nell’Occidente bastava l’Uomo vestito di rosso con barba che guidava la slitta trainata dalle otto renne.
I regali
Le richieste erano le più disparate, ma anche qui col tempo sono cambiate i desideri dei bambini. La televisione ci consigliava biciclette superaccessoriate, il Minicinex per proiettare film o bambole che parlavano e mangiavano a comando! Ma il nostro suggeritore migliore era un giornalino, un fumetto si dice ora, il famoso Topolino.
A proposito, lo sapete che il simpatico personaggio di Disney a novembre ha compiuto 90 anni? Sulle pagine colorate strabuzzavamo gli occhi nel vedere le novità del Natale in corso: giochi da tavolo o palloni di cuoio e poi anche la riproduzione di armi. Ecco una cosa che non mi manca, ricordare che tra i giochi consigliati spiccavano le riproduzioni di pistole e fucili. Senza voler giustificare ma ai quei tempi era una cosa normale quasi come avere il cappello e la stella di sceriffo a Carnevale!
Il presepe
La magia del nostro vecchio Natale era data anche dalla costruzione del Presepe o presepio che dir si voglia. Qualche giorno prima dell’allestimento si partiva in missione nei boschi per cercare il muschio da mettere alla base e poi avanti con le casette e i personaggi. I miei erano di varie misure tanto che poteva capitare che il pastore fosse più piccolo delle sue pecorelle o che una casetta risultasse più bassa degli animali domestici dell’aia. Ma la bellezza era proprio quella di non avere schemi rigidi né di dimenticare alcuno anche se alla fine i Re Magi erano sei e anche doppi. Ora il muschio lo troviamo artificiale perché è vietato raccoglierlo nei boschi, rischiamo multe salate.
L’albero
E dell’albero non ne parliamo? Luci e palline di vetro che qualcuno a volte rompeva e poi tante strisce d’argento e d’oro. Anch’esso oggi è preferibile averlo di plastica, ricordo quando andavo negli anni 70 in centro a Chiavari per comprare quelli veri che però venivano inseriti nei vasi ed essendo senza radici trovavano alla fine delle feste il loro destino accanto ai bidoni della spazzatura. Davvero è meglio ora quando li smontiamo e ritornano nella loro scatola di cartone?
Il pranzo
Di certo la magia del Natale di quegli anni si sentiva di più, intorno alla tavola si giocava a tombola dopo un pranzo che iniziava con gli antipasti di salumi e sottaceti, proseguiva con ”i raieu“ fatti a mano e si passava alla cima “a simma“ e alla gallina ripiena, fino al fritto misto alla Genovese. Una cascata di mandarini ci conduceva a degustare l’uva dolce dopo il panettone o pandoro ma soprattutto si finiva con “u panduse“. E se qualche regalo non era arrivato si poteva consolare con la vecchina che giungeva a cavallo della scopa nella notte tra il 5 e 6 gennaio, c’era sempre un poco di carbone ma i dolci erano sempre assicurati! Ora basta un clic e abbiamo già tutto e sempre, ma allora dove sta l’incanto dell’attesa e il fascino della sorpresa?
Comunque sia, buon Natale a tutti!
I commenti dei lettori
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