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cultura, edizione cartacea, storia locale
09 Novembre 2018 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale
#MEMORIAL - Le Piazze di Ri, un quartiere di confine dove ancora chi va in centro dice "vado a Chiavari"
Quando non c’era la chiesa, quando non c’era la piazza. Di quando c’era tanta vita e del perché in piazza del mercato non c’è mai stato un mercato.
Mi aggiro per il mio quartiere, quello di Ri Basso a Chiavari, un tempo periferia tanto che qualcuno quando si reca in centro ancora dice “vado a Chiavari!”. Ora è una zona semicentrale e la porta per la Fontanabuona, l’entroterra e i passi appenninici tant’è che le due vie principali sono intitolate alle città di Piacenza e di Parma. Dicevo Ri e le sue piazze, ormai diventate, salvo eccezioni, aree di parcheggio con ai bordi qualche panchina e qualche aiuola. Eppure, nonostante le auto, sono ancora vivibili.
Piazza Sanfront, presumibilmente nel dopoguerra
Piazza della chiesa di S. Giuseppe dei Piani di Ri
Quella più “sacra“ visto che ospita appunto l’edificio religioso aperto al culto il 1° maggio del 1958. La piazza è stata la sede dell’inizio di processioni, del Santo patrono, dei bambini e del Corpus Domini. Ora rimane solo quella più solenne dedicata a Nostra Signora della Salute, l’ultima domenica di luglio, ma in passato, come vedremo, il piazzale ospitava di giorno i giochi dei ragazzi e più tardi le serate musicali dei giovani.
Piazza Giuseppe Del Buono
In linea d’aria a poche centinaia di metri è conosciuta nel quartiere come la Piazza del Nuovo Mercato in quanto fu realizzata alla fine degli anni ‘60 come sede del mercato coperto ortofrutticolo; ma, si dice, i commercianti della città furono contrari e non se ne fece nulla. Così, dove prima c’erano gli orti e campi, rimase solo una piazza vuota. Cosa farne? Il comune la destinò come spazio a disposizione dei circhi e ricordo che il primo che alzò il tendone fu quello dei fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei. Poi arrivarono quello dei Togni o dei Medrano, fino a quelli più piccoli e sconosciuti. A metà degli anni ‘70 arrivò come ospite del Circo Tribertis la cantante Orietta Berti. Fu un evento! E a proposito di musica e spettacolo, negli anni ‘80 la piazza vide anche sorgere un Teatro Tenda dove si esibì per la gioia dei bambini Sandra Mondaini nei panni di Sbirulino e sentite... la sera si esibì Heater Parisi, all’epoca sulla cresta dell’onda in tv come showgirl e ballerina! Successi travolgenti. Sul Teatro Tenda apro volentieri una parentesi: dovete sapere che a quell’epoca questa forma di struttura per fare spettacoli era in voga nelle grandi città. Anche qui un gruppo di amici volle fare la stessa cosa e in un’altra piazza, e cioè quella della Colmata (ora dedicata al Papa S. Giovanni Paolo Secondo), impiantarono il primo teatro tenda di Chiavari. Il programma era folto, con cantanti e gruppi musicali in voga: una bella occasione per essere all’avanguardia. Ma anche qui ci fu lo “zampino“ di esercenti del settore e dopo una falsa partenza nella prima serata si fece in tempo a far esibire il giorno dopo la mitica P.F.M. (Premiata Forneria Marconi) e poi si chiuse la baracca! Tornando alla Piazza del Nuovo Mercato, con gli anni venne riqualificata e ora è polmone verde apprezzato da anziani, ragazzi e famiglie. Nei piani del comune c’è un ulteriore stanziamento di fondi per le migliorie e la creazione di una struttura leggera come punto di aggregazione.
1967 - La zona dove nacque un anno dopo la piazza del nuovo mercato (Foto di Giorgio Bellini)
Festa in piazza
Piazza Sanfront
E’ la più rappresentativa del quartiere ed è intitolata al Generale Negri di Sanfront, che comandò la storica carica di Pastrengo nel 1848 durante la Prima guerra d’indipendenza. Esistente già nell’ottocento come punto nevralgico per le comunicazioni con l’entroterra, fino al 1975 aveva anche una pesa pubblica. Sede della scuola elementare dedicata alla regina di Savoia e in periodo elettorale anche dei seggi, per il resto della metratura è ormai un grande parcheggio. Però a metà degli anni ‘80 durante la rinascita del Carnevale Chiavarese vide le manifestazioni organizzate dal Gruppo Folclorisitco di Ri basso: pentolaccia, stelle filanti e coriandoli per i bambini mentre alla sera carri allegorici e danze con decine di maschere, ma soprattutto con la voglia di far festa! Nel luglio 1984 la prima Festa in Piazza che l’estate scorsa ha spento le candeline della 35° edizione. Non è facile, soprattutto per chi come me ne è stato uno dei fondatori e l’unico che ha partecipato a tutte le edizioni, raccontare cosa è stato veder nascere e crescere una simile iniziativa che fu proposta dall’allora gruppo giovani per far incontrare le persone alla vigilia della festa religiosa. Ricordo che in primavera ci mettemmo all’opera memorizzando sulla carta ciò che serviva e le persone da contattare tramite il passaparola. Anche alcuni adulti fecero parte di quel primo gruppo di precursori e partimmo: mesi a preparare il programma, le sedie arrivate dal salone parrocchiale, l’aiuto dei “papà“ per montare “l’attrezzatura” (alcuni tavoli con sopra un po’ di bibite, una damigiana di vino, frittelle, angurie e panini imbottiti), l’intrattenimento musicale dei nostri amici “Riesi“ e la caccia al tesoro, che ancora oggi caratterizza le prime ore del sabato. Non era per nulla scontato che avremmo fatto il bis! E invece l’anno dopo c’erano anche più amici ad aiutare. Si decise che per finanziare la festa si introducesse una sottoscrizione a premi anche se visti con gli occhi di oggi i premi di allora farebbero sorridere per la loro semplicità. Eppure la cifra raccolta sommata agli introiti ci permise di acquistare le prime attrezzature che servirono anche per la castagnata (idea sempre del Comitato) e per la Festa della famiglia a maggio. E arrivò il terzo anno e quegli successivi sempre con lo spirito di fare una festa a servizio del quartiere, quindi si doveva migliorare: le serate diventarono due, l’intrattenimento fu affidato a professionisti e anche aumentò il valore dei premi della lotteria: un esempio? Il primo premio era un motorino! Siamo riusciti a far rimanere la nostra Festa in Piazza un appuntamento veramente “popolare“, tanto da poter contare su singoli, famiglie e gruppi di affezionati che non aspettano altro che ascoltare la nostra musica, mangiare e bere in allegria e parlare con gli amici, riportandoci alle vere origini della festa e cioè quelle di far incontrare le persone e vivacizzare un quartiere ormai purtroppo poco vissuto, ma indissolubilmente legato alle sue piazze.
Cocerto in piazza
Testimonianza di
Antonino Di Bella
Tratto da CORFOLE! del 11/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
I commenti dei lettori
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