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attualità
01 Luglio 2010 | in categoria/e attualita
Armando Corsi, la chitarra che sorride -Gira il mondo con i più grandi artisti italiani e stranieri (con traduzione in spagnolo per i lettori dall'estero: Armando Corsi, la guitarra que sonrie - Gira el mundo con los más grandes artistas italianos
E a settembre esce il nuovo CD ‘ALMA'
Armando Corsi da qualche anno vive nel Levante, ma ègenovese ‘di città’e cittadino del mondo grazie agli innumerevoli concerti tenutiin tanti Paeseicon i più grandi artisti italiani e stranieri: De Andrè, Fossati, Oxa, Vanoni, Lauzi, Paco de Lucia, Samuele Bersani, Beppe Quirici, senza contare le serate nei tempi della musica come il Blu Note o la Salumeriadella musica con Carlo Favao le ‘improvvisazioni’ sul palco conSergio Cammariere, Morgan e altri amici.Solo per citarne alcuni . E’ anche ‘ambasciatore’ della musica ed è stato più volte in SudAmerica a rappresentare quella genovese. Virtuoso, appassionato e appassionante, quando suona la chitarra entra letteralmente in simbiosi con la melodia. La cosa che personalmente mi ha colpito di più la prima volta che ho avuto il piacere di ascoltarlo è stata la percezione chiara e onesta cheArmando èlì a suonare per donare qualcosa al pubblico.Merce rara. E che non siano semplici parole ma una realtà - che vi invito agustare di persona - lo provano i soprannomi con cui lo chiamano i colleghi:per tanti è‘la chitarra che sorride’ e per il grande Bruno Lauzi era ‘fratello d’armonia’.La vita lo ha portatoa vivere nel nostro entroterra, precisamente a Monteghirfo(Favale di Malvaro),e questafortuito avvenimento permetteai levantini dipoterloascoltare in alcunieventi locali, come la serata di VENERDISSIMA a Gattorna del 23 luglio. Imperdibile. Nel frattempo, conosciamo meglio questo grande artista.
La tua storia iniziaa Genova nelle vecchie osterie. Che ricordi hai?
A mio padrepiaceva la musica e anche se non la conosceva la domenica si ritrovava nelle vecchie osterie con ungruppodi ‘chitarristi del dopo lavoro’. Mi ha portato con sé fin da piccolo e per me è stata una scuola di vita dove ho imparato a rapportarmi con diverse culture. I miei primi ‘concerti’ li ho tenuti proprio in quelle osterie.
Quando hai capito che avresti vissuto di musica?
Molto presto. Dopo le elementari parlai con mio padre e gli dissi che quello era ciò che volevo fare. Lui fu davvero un grande e si prodigò permandarmi al conservatorio, dove studiaicontabbasso perché all’epoca la chitarra non era ammessa. Ma con l’avvento della musica degli anni 60 e delle chitarre elettriche la mia passione per questo strumento diventò talmente forte che preferii lasciare i conservatorio pur di dedicarmi a ciò che sentivo più... nelle mie corde. A 13 anni vinsi il concorso nazionale per chitarristi: era il 1964 eda lì io e la chitarra fummo una cosa sola.
Ti ho sentito suonareuna splendida Ave Maria, hai un rapporto particolare con la musica sacra?
La musica sacra da’ delle emozioni davvero particolari. L’Ave Maria di Shubert l’ho imparata guardando suonare il grande chitarrista genovese Arnaldo Bucco. Con la mia compagna Daniela Garbarino abbiamo fatto tanti concerti in diverse cattedrali dove lei canta in 5 lingue: italiano, portoghese, spagnolo, latino e genovese.
Hai dichiarato che“noi italiani abbiamo un po’ perso il gusto per le belle melodie, come ad esempio quelle della tradizione partenopea” E’ per far conoscere queste melodie chehai un programma ‘didattico’ su Radio Aldebaran?
La cosa è iniziata per amicizia ma in effetti l’intento è far riscoprire i diversi tipi di musica e anche di chitarra.
Ci dev’essere qualche legame ancestrale tra i genovesi e l’america del Sud: nel tuo caso una vera e propria anima latina perchéil tuo ultimo CD ‘ALMA’ è dedicato alla musica popolare portoghese. Ma con una sorpresa tutta genovese.
Sì, c’è un legame particolare e questonuovo progetto vuole essereun omaggio a quella cultura, così vicina alla nostra. “Alma”, dal portoghese “Anima”, è una personale rivisitazione della musica popolare portoghese, da sempre il mio “sogno nel cassetto”. In questo lavoro, coadiuvato da amici e amiche musicisti e dal mio fidato produttore Raffaele Abbate, si è voluto dare un taglio originale rispetto al Fado tradizionale, con l’apporto ad esempio di armonie vocali e strumentali diversificate e con l’innesto assolutamente inedito delle percussioni e dei fiati.
Michela De Rosa
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Armando Corsi, la guitarra que sonrie - Gira el mundo con los más grandes artistas italianos y extranjeros
Armando Corsi desde hace unos año vive en el “Levante” pero es genovés de la ciudad y es ciudadano del mundo gracias a los innumerables conciertos realizados en muchos países con los más grandes artistas italianos y extranjeros, como De Andrè, Fossati, Oxa, Vanoni, Lauzi, Paco de Lucia, Samuele Bersani, Beppe Quirici, sin contar las noches en los templos de la música como el “Blu Note” o la “Salumeria de la música” con Carlo Fava o le improvisaciones en el palco con Sergio Cammariere, Morgan y otros amigos. También es “embajador” de la música y estuvo varias veces en Sud America representando la genovesa. Virtuoso, apasionado y apasionante, cuando toca la guitarra entra literalmente en simbiosis con la melodía. Lo que personalmente más me impactó la primer vez que tuve el placer de escucharlo fue la percepción clara y honesta que Armando está allí tocando para regalarle algo al público; mercadería rara. Y no que sean simples palabras sino una simple realidad, que les invito a saborear personalmente, lo prueban los apodos con los cuales lo llaman sus colegas, para muchos es “la guitarra que sonríe” y para el gran Bruno Lauzi era ‘hermano de armonía’. La vida lo llevó a vivir en nuestro “entroterra”, precisamente en Monteghirfo (Favale di Malvaro) y este fortuito suceso le permite a los levantinos poderlo escuchar en algunos eventos locales como la próxima presentación en VENERDISSIMA en la localidad de Gattorna. En tanto conozcamos mejor a este gran artista.
Tu historia comienza en Génova en las viejas hosterías ¿que recuerdos tienes?
A mi padre le gustaba la música y si bien no la conocía, los domingos se encontraba con un grupo de guitarristas del “dopo lavoro” en las viejas hosterías. Me llevo con él desde chico y para mi fue una escuela de vida en la que aprendí a relacionarme con varias culturas. Mis primeros “conciertos” fueron justamente en esas hosterías.
¿Cuándo comprendiste que habrías vivido de la música?
Muy temprano. Después de las elementales hablé con mi padre y le dije que eso era lo que quería hacer. él fue realmente un grande y se prodigó para que pudiese ir al conservatorio, donde estudié contrabajo, dado que en aquella época la guitarra no era admitida. Pero con el avenimiento de la música de los años 60 y de las guitarras eléctricas, mi pasión por este instrumento fue tan fuerte que preferí dejar el conservatorio para dedicarme a aquello que más sentía… en mis cuerdas. A los 13 años, en el 1964, gané el concurso nacional para guitarristas y desde allí la guitarra y yo fuimos una sola cosa.
Te escuche tocar una esplendida Ave María, ¿tienes una relación particular con la música sacra?
La música sacra da unas emociones realmente particulares. El Ave María de Shubert lo aprendí mirándolo tocar al gran guitarrista genovés Arnaldo Bucco. Con mi compañera Daniela Garbarino hicimos muchos conciertos en diversas catedrales en los que ella canta en 5 lenguas, italiano, portugués, español, latín y genovés.
Declaraste que “nosotros, los italianos, hemos perdido un poco el gusto por las bellas melodías, como las de la tradición partenopea” ¿es par hacer conocer estas melodías que tienes un programa didáctico en Radio Aldebaran?
La cosa inició por amistad pero efectivamente el intento es de hacer redescubrir los diversos tipos de música y también la guitarra.
Debe haber alguna ligazón ancestral entre los genoveses y América del Sur, en tu caso una verdadera alma latina dado que tu último CD ‘ALMA’ está dedicado a la música popular portuguesa; pero con una sorpresa totalmente genovesa.
Si, hay una ligazón particular y este nuevo proyecto quiere ser un homenaje a esa cultura, tan cercana a la nuestra. “Alma”, del portugués “Anima”, es una revisión personal de la música popular portuguesa, desde siempre mi “sueño guardado”. En este trabajo, con la ayuda de amigas y amigos músicos y mi productor de confianza Raffaele Abbate, se quiso dar una faceta original respecto del Fado tradicional con el aporte, por ejemplo, de armonías vocales e instrumentales diversificadas con el injerto absolutamente inédito de las percusiones y los vientos.
Traducido por S. Bertucci (I.C.A.L.), del original en italiano publicado por Michela De Rosa en el “Corriere della Fontanabuona e del Levante” (ºww.corfole.com)
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