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attualita, edizione cartacea, itinerari, tempo libero, travel
di Simone Parma | 30 Ottobre 2017 | in categoria/e attualita edizione cartacea itinerari tempo libero travel
In Vespa dalla Liguria all'Australia per rivedere un amico: l'incredibile avventura del sestrese Fabio Salini
Venti Stati, ventimila chilometri e quattro mesi di viaggio: numeri di un’esperienza incredibile, quella di Fabio Salini, partito in solitaria da Sestri Levante e concluso in Australia, a Melbourne. Ecco il suo racconto, appena rientrato nella sua Sestri.
Paesi attraversati: Italia - Austria - Slovenia - Ungheria - Romania- Serbia - Bulgaria - Turchia - georgia - Azerbaijan - Iran - Pakistan - India - Nepal - Myanmar - Tailandia - Malesia - Indonesia - Australia
Lascio tutto, prendo una Vespa e vado in Australia: ecco cosa mi ha spinto a farlo
Qualche hanno fa un amico mi invitò a fare un viaggio on the road con lui. A malincuore dovetti rinunciare: con un lavoro fisso era troppo complicato organizzarmi. Col passare del tempo lo stress sul lavoro però è diventato troppo e così ho deciso di licenziarmi. Qualche giorno dopo ho risentito quel mio amico e sono partito in solitaria per raggiungerlo in Australia dove adesso abita.
Ho trovato l’ospitalità e la gentilezza che da noi non ci sono più
Inizialmente ho attraversato Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia e Azerbaijan e da lì il mio viaggio ha iniziato davvero a sorprendermi. Iran e Pakistan sono sicuramente gli stati più belli in cui sono transitato. In Pakistan ero costantemente scortato da due agenti di polizia che vegliavano sulla mia incolumità, ma ho trovato la popolazione più gentile e generosa.
Tramite Facebook ho addirittura ricevuto un invito da parte di un imprenditore che mi ha ospitato a sue spese in un Hotel 4 Stelle! Una vera sorpresa. In ogni paese trovavo persone disposte ad ospitarmi, offrirmi il pasto o qualcosa da bere perché io ero l’ospite, la loro prima preoccupazione. All’inizio è stato difficile imparare a fidarsi di così tanto altruismo, ma per valutare la situazione ho utilizzato la tecnica del portafoglio: lasciavo un portafoglio con qualche dollaro e documenti scaduti sulla Vespa o sul bancone del bar e me ne andavo. Solitamente venivo rincorso dai proprietari o dai passanti che mi restituivano il portafoglio e quello era il segnale che potevo fidarmi di loro.
Incredibilmente ho scoperto che ero più al sicuro lì che in Europa.
L’ebbrezza di sentirsi una star
Avevo fissato un obiettivo: arrivare in Indonesia in tempo per l’Asia Vespa Day, il raduno continentale di Vespa, ma in Malesia stavano già seguendo le mie gesta su Facebook. Un vespista si è addirittura offerto di occuparsi del trasporto in aereo della mia Vespa sino all’Indonesia, offrendomi tutto. Quando poi sono arrivato non credevo ai miei occhi: centinaia di persone mi chiedevano l’autografo, volevano scattare foto insieme a me: insomma ero diventato una celebrità. Le televisioni hanno voluto intervistarmi e un bambino è persino venuto in hotel per chiedermi l’autografo. Ancora adesso ricevo messaggi in indonesiano da un sacco di persone che vogliono sapere di più del mio viaggio, ma io l’indonesiano ancora non lo capisco...
Non sono mancati i momenti difficili
Non ho mai creduto alla spiritualità, ma a Varanasi è successo qualcosa che ha cambiato il mio viaggio. Dopo aver fatto un breve tour sul Gange accompagnato da una guida, ho ricevuto un invito a fare una donazione da parte un’anziana signora. Avevo un budget limitato e non potevo offrire più di tanto e questo a lei non andava molto bene. Con fare arrabbiato ha iniziato a pronunciare frasi e fare strani gesti. Me ne sono andato, ma da quel momento qualcosa è cambiato. Il giorno seguente, scendendo le scale dell’albergo, mi sono rotto i legamenti della caviglia. Ho dovuto fare centinaia di chilometri alla ricerca di ghiaccio (rarissimo in India) e di un ambulatorio. Poi l’ho trovato, ma le attrezzature non erano propriamente all’avanguardia...
Dopo essermi un po’ ripreso grazie alle manovre chiropratiche di un anziano di un paesino, presunti poliziotti hanno tentato di truffarmi e come se non bastasse pochi giorni dopo ho grippato la Vespa nel nulla delle strade sterrate del Nepal. Da solo e nel buio totale. Mi sono fatto forza e sono riuscito ad arrivare a Kathmandu, dove però ho avuto la febbre a 40 e altri problemi con la documentazione. Insomma, fino a Varanasi tutto era andato benissimo, ma dopo…
Attendere che l’elefante cargo finisse il lavoro sulla strada in India, come da noi potremmo attendere un camion in manovra, è stata un’esperienza surreale. In Australia poi ho trovato un Koala a bordo strada sotto l’effetto allucinogeno dell’eucalipto (di cui va ghiotto)! Poi che dire delle scimmie che hanno tentato di rapinarmi? Un gruppo di indiani assistevano alla scena e ridevano, ma io ho avuto paura!
Il cibo (per fortuna esiste il pollo!)
La premessa è che io non riesco a mangiare piccante e i due terzi del viaggio li ho trascorsi in paesi dove le spezie sono alla base della dieta. Mi sono perciò limitato al riso e al pollo, che sono una garanzia ovunque.
In Indonesia poi ho scoperto che il cocco, come lo mangiamo noi, è totalmente diverso. Innanzitutto non è venduto sui banchi “già pronto: lì una persona del luogo si arrampica sull’albero a più di dieci metri di altezza e te ne prende uno! Poi per prima cosa bisogna bere tutta l’acqua, quindi mangiare con il cucchiaio la parte più morbida e mettere da parte quella più dura per il latte di cocco.
Finalmente in Australia!
Alla fine ho raggiunto il mio amico a Melbourne e ci siamo bevuti la birra che avevamo concordato. Ho lasciato lì la Vespa, con l’intendo di andarla a prendere prima o poi: l’ho affidata ad appassionati che se ne prenderanno cura. Forse è vero che le Vespa abbiano un'anima perché mi hanno detto che dopo la mia partenza, nonostante l’avessimo sistemata, si è completamente bloccata e non riescono più a farla partire.
E adesso?
Per ora voglio riposarmi, ma forse a Dicembre ripartirò verso l’emisfero australe...nel frattempo un famoso vespista vietnamita è venuto a Sestri solo per salutarmi.
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