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attualita, edizione cartacea, storia locale
30 Ottobre 2017 | in categoria/e attualita edizione cartacea storia locale
Colombo: eroe o colonialista? Negli USA vogliono abolire il Columbus Day, che fu inventato da un fontanino: dalla casa dei suoi avi a Moconesi la lettera a Trump
Cristoforo Colombo è sempre stato fonte accesi dibattiti: era italiano o portoghese? Nacque a Genova o a Savona? Davvero scoprì per caso le Americhe? E potremmo andare avanti così per pagine. Centinaia di libri sono stati scritti, ma ancora non a sufficienza per chiarire tutti gli aspetti di una figura che inconfutabilmente ha segnato la storia e che quest’anno è tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache mondiali. Negli Stati Uniti infatti in molti hanno rinnegato il Columbus Day, che ogni 12 Ottobre celebra con parate e festeggiamenti quello che finora era “un eroe ed esploratore”, diventato “un colonialista che ha causato la fine della libertà e della vita dei nativi americani”, tanto che in diverse città si minaccia di abbatterne le statue. Questo mese vedrà addirittura pronunciarsi una commissione ad hoc per dirimere le accuse al marinaio genovese.
Il Columbus day? Idea di un fontanino
Nato nel 1847 a Coreglia Ligure ed emigrato in America all'età di tre anni, Angelo Noce assisté alla lotta dei bianchi contro gli indiani e, come altri italiani, contribuì allo sviluppo civile ed economico del Colorado. Spese tutte le sue ricchezze per uno scopo: far riconoscere come festa nazionale degli Stati Uniti la ricorrenza dello sbarco di Cristoforo Colombo. Fu avviato dal padre al lavoro di tipografo, ma il suo pensiero restò sempre quello di ricordare il navigatore genovese. Dal 1880 coinvolse il Governatore del Colorado e dopo quasi trent'anni raggiunse il suo scopo. Il 12 ottobre del 1907 si celebrò ufficialmente per la prima volta in Colorado il "Columbus Day". Ma solo nel 1937, grazie all'associazione cattolica “Cavalieri di Colombo”, il presidente Franklin Delano Roosevelt stabilì che si festeggiasse in tutti gli Stati Uniti. Angelo Noce tuttavia era già morto dal 1922, solo e in povertà perché ogni suo avere lo aveva usato nel perseguire il fine della sua vita.
Basta feste e via la sua statua: è simbolo di odio e genocidio
Se in molti posti si continua a celebrare colui che “ha scoperto l’America”, sempre più persone pensano che «Occorre smantellare le celebrazione di un genocidio sponsorizzate dallo Stato», come ha affermato la città di Los Angeles che ha sostituito la festa dedicandola agli indigeni. Cosa già fatta in molte città, mentre in molte altre è stata approvata una risoluzione che abolisce il Giorno di Colombo. Infine, a New York ha fatto scalpore il sindaco italo-americano Bill De Blasio che ha inserito anche la statua del navigatore nell’elenco dei monumenti sospettati di essere «simboli di odio». Per alcuni si tratta di “mero revisionismo storico”, tuttavia è bene guardarsi dal cieco campanilismo che fa vedere solo una parte della storia.
Paese che vai, nome della festa che trovi
Se 125 anni fa gli italiani, quando la nostra era una comunità discriminata e dopo il linciaggio di 11 italiani in Louisiana, trovarono il loro riscatto proprio nella statua di Colombo e nel Columbus day, va osservato come il nome della festa cambia a seconda del Paese e di come “l’arrivo dell’esploratore” è stato vissuto: in Costa Rica si chiama il “Día de las Culturas” (Giorno delle culture), alle Bahamas il “Discovery Day” (Giorno della scoperta), in Venezuela il “Día de la Resistencia Indígena” (Giorno della resistenza indigena), in Spagna, nazione che finanziò l’impresa del navigatore italiano, prende il nome di “Día de la Hispanidad” (Giorno della Ispanità).
Dalla casa dei suoi avi la lettera al Presidente Trump
Il 12 Ottobre al Museo di Cristoforo Colombo di Ferrada si sono date appuntamento più di dieci classi delle scuole dell’Infanzia della Fontanabuona e delle Primarie dell’Istituto Comprensivo di Cicagna, occasione per presentare i tanti lavori di approfondimento sulla figura del navigatore e sulla sua presenza in Valle, come l’Itinerario Colombiano o l’analisi e la presentazione dei monumenti di Calvari e Terrarossa. I più piccoli invece lo hanno ricordato con rappresentazioni, canzoni, filastrocche, balli (anche rap!) e cartelloni a tema. L’iniziativa, promossa dal Comune di Moconesi in Collaborazione con il Lascito Cuneo di Calvari è servita anche da spunto per una riflessione sul recente ripudio di Colombo da parte degli americani, che si è conclusa con la scrittura di una lettera al Presidente Trump con il ringraziamento “per avere riconfermato il Columbus Day e riconosciuto il grande apporto degli italo-americani allo sviluppo e alla vita del Paese”.
Emigranti genovesi e Americhe: un legame così stretto che il premio oscar Miyazaki ne fece un cartone animato
Non tutti lo ricordano, ma nel 1976, quello che poi diventerà il più influente regista di anime giapponesi, Hayao Miyazaki, dedicò una serie intera a Genova e alla storia di Marco Rossi. Il titolo originale in italiano è “Marco - Dagli Appennini alle Ande” e la trama ricalca il racconto di Edmondo De Amicis all’interno del Libro Cuore: la madre di Marco deve abbandonare l’Italia per cercare fortuna in Argentina, ma il figlio non accetta la separazione e così inizia il suo viaggio per ritrovarla. La vera particolarità è che larga parte della serie è ambientata fra i vicoli di Genova: non mancano la Lanterna, il Porto Antico, le colline e addirittura San Fruttuoso di Camogli. Una serie fra le meno riprodotte in Italia, ma che sancisce ancora una volta il legame fra Italia e Americhe, così forte da essere raccontato da uno dei maestri dell’anime giapponese. Online si trovano molti clip, ma la vera chicca è il lungometraggio “Marco - The Movie: 3000 leagues in search of mother” dove Genova compare ancora più imponente nelle sceneggiature di Miyazaki, curate nei minimi dettagli, anche se molti sostengono che nella Superba il regista giapponese non ci sia mai venuto...
I commenti dei lettori
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di Giansandro Rosasco
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