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attualita, ecologia, edizione cartacea, storia locale
di Simone Parma | 04 Giugno 2017 | in categoria/e attualita ecologia edizione cartacea storia locale
L'alluvione si è portata via i muretti a secco: ma proprio da lì è nata una bella storia di amicizia che si è trasformata in lavoro ed eccellenza
E a giugno rappresenteranno l’Italia in un contest europeo, la "Champions dei muri a secco" a Terragnolo
Come tutte le storie belle anche questa nasce da un momento di difficoltà. Era l’alluvione del 2014 e il crollo di un grosso muro a secco sulle alture di Camogli mise alla prova i proprietari, ma grazie ai fondi stanziati con il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 la ricostruzione fu possibile. Fin qui sembrerebbe una storia normale, se non che la ricostruzione non venne eseguita da una ditta specializzata ma da un gruppo di giovani del luogo dai mestieri più disparati: Niccolò Poggesi, committente e architetto, Gianluca Longhi, sociologo, Bjorn Giordano, educatore nel settore dell’autismo e specialista di computer graphics, Andrea Scotti, ricercatore indipendente in Storia Documentaria della Scienza e specialista in Digital Humanities, e infine Vincenzo Sturla, operaio forestale. Anche se al momento gli unici con le competenze per costruire muretti a secco erano Gianluca e Vincenzo, freschi partecipanti di un corso a Chiavari, anche gli altri iniziarono ad appassionarsi a questa arte.
La “condanna” dei muretti a secco
Senza saperlo, i nostri avi segnarono per sempre le nostre vite. Ci racconta infatti Niccolò che “una volta costruite le cosiddette fasce l’uomo è vincolato, se vuole continuare a viverci, a salvaguardarle. Abbandonarle, infatti, non significa solo perdita delle colture, ma è anche il preludio dell’instabilità del versante con un concreto pericolo di frane e smottamenti che metterebbero a rischio anche chi vive a valle e sulla costa”. Una riflessione che colpisce a tal punto i ragazzi da portarli a fondare il Collettivo Milarepa, che prende il nome dal maestro del buddismo tibetano che dovette costruire e ricostruire una torre in pietra svariate volte: “Come lui, i Liguri, per salvaguardare il posto in cui vivono, devono curare il territorio, ricostruendo i muri a secco quando crollano, curando i boschi e riparando i canali per la regimazione delle acque”.
Una soluzione: il progetto Isoipse
Con questa consapevolezza i membri del gruppo hanno cominciato a costruirsi un curriculum apprendendo le tecniche per la costruzione e ricostruzione a regola d’arte dei muri, partecipando a dibattiti accademici e ad associazioni internazionali come l’ITLA (International Terraced Landscape Association), di cui oggi i Milarepa sono membri. È così stato presentato al comune di Camogli il progetto Isoipse, il cui scopo è accrescere la relazione tra la responsabilità privata e i fondi offerti dalle istituzioni, in modo da poter garantire la continuità del mantenimento territoriale: “Le pubbliche amministrazioni dovrebbero fare tramite tra il comune cittadino; - ci spiega Niccolò - spesso infatti non si ha la la capacità di muoversi nella burocrazia e tra gli enti che erogano i fondi che gli spetterebbero di diritto”.
In Liguria ci sono
più di 40.000 km
di muri a secco,
pari alla circonferenza
della Terra!
Buona parte è dedicata
alle colture prevalenti:
olivo e vite.
Rappresentanti per l’Italia in Europa
La passione porta ai risultati; lo si dice sempre ed è stato anche il caso del Collettivo Milarepa. Nel 2016 infatti alcuni membri del gruppo sono stati a Padova per il III Incontro Mondiale sui Paesaggi Terrazzati e quest’anno sono stati invitati al primo concorso europeo - Festival internazionale “Sassi e non solo” - chiamato Contest di costruzione di muri a secco che si terrà il 24 e il 25 giugno a Terragnolo, in provincia di Trento, dove saranno portacolori della Liguria per questa ambita competizione.
INFO:
Mail: collettivomilarepa@gmail.com
Pagina Facebook: Muretti a secco in Liguria - Collettivo Milarepa
Cell 340.2951360
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