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attualita, edizione cartacea, games e techno, tempo libero
di Simone Parma | 03 Aprile 2017 | in categoria/e attualita edizione cartacea games e techno tempo libero
RAGAZZINI LIGURI CREANO CON I LEGO IL ROBOT CHE CALMA GLI ANIMALI - Niente più punture dal veterinario
Finalisti al campionato italiano di robotica, ora cercano sponsor per volare ai mondiali di aprile negli USA
Per noi che da piccoli giocavamo con i mattoncini LEGO era già un successo riuscire a costruire qualcosa che somigliasse a una macchinina. I bambini di oggi ci fanno dei robot, tanto che esistono delle vere e proprie competizioni mondiali. Ed è proprio la squadra ligure ad essere Vice campione italiano della First Lego League svoltasi il 4 marzo a Rovereto. Un evento riconosciuto dal MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca). Si chiamano “Robo Mosaic” e hanno tra i dieci e i sedici anni: i fratelli Paolo e Michele Castagno (Chiavari), i fratelli Javier e Yannick Tiscornia (Cogorno), Paolo Nicolini (Chiavari), Edoardo Manitto (Camogli), Elisa Ravaglia, Andrea Caneva e Gabriele Zunino (Genova). Ora, guidati dal Professor Rodolfo Zunino, Docente all’Università di Genova, potrebbero volare più lontano. Negli USA.
Paura del veterinario? Niente punture, li calma il robot
I bambini e i ragazzi hanno una spiccata sensibilità e cura per il prossimo, e mentre i grandi usano il genio e l’inventiva per costruire nuove armi, loro si dedicano a scopi ben più umani. I Robo Mosaic si sono infatti dedicati alla ricerca di una soluzione per tranquillizzare gli animali domestici quando devono essere portati dal veterinario, in modo da evitare l’utilizzo di medicinali calmanti: “Studio Amico” è un sistema intelligente costruito con i più classici mattoncini Lego, meccanizzato e programmato per utilizzare musiche ed essenze olfattive come modulatori delle emozioni, in base ai gusti individuali degli animali ed alla situazione specifica. Questo progetto li ha portati appunto a diventare vice-campioni italiani della First Lego Leauge e sul sito ufficiale dicono di loro: “primo studio in letteratura sulle preferenze percettive degli animali”, davvero un bel primato, che li porterà negli USA a confrontarsi con le squadre vincitrici degli altri Paesi del mondo. O almeno li porterebbe.
Sognando l’America
L’appuntamento è dal 26 al 29 Aprile a St. Louis, in Missouri, per la finale mondiale, dove il loro progetto sarà visibile a tantissime persone, ma dopo la gioia dell’ammissione, per tutta la squadra e per i genitori che accompagneranno i ragazzi si è posto un interrogativo: come sostenere i costi della lunga trasferta? Non ci sono finanziamenti o fondi che sostengono l’evento perciò i Robo Mosaic sono a caccia di sponsor e testimonial che consentano loro di coltivare il sogno americano, a noi italiani tutti di sostenere i giovani talenti e ai levantini di dare un senso ai campanilismi dando prova di orgoglio nostrano.
CONTATTO per sponsor e aiuti: robomosaic@gmail.com
Conosciamoli meglio
1. Come mai hai scelto di costruire robot e cosa ti piace di più di questa passione?
2. Qual è la cosa più strana che hanno visto fare ad un robot?
3. Ora costruire robot è un gioco, vorresti farlo anche da grande?
A) Michele, 10 anni
1. Volevo capire come si potesse insegnare a delle macchine come fare delle azioni specifiche. La cosa che mi è piaciuta di più è la parte di meccanica.
2. La risoluzione del cubo di Rubik in pochissimo tempo.
3. Vorrei fare l’ingegnere.
B) Yannick, 10 anni
1. Ho iniziato il corso seguendo mio fratello e perché la cosa mi incuriosiva, dopo che la scuola ci aveva portato ad una dimostrazione di robotica.
2. A Rovereto c’erano robot totalmente diversi dai nostri ed è bello vedere come ogni squadra li ha sviluppati in modo diverso per arrivare allo stesso obiettivo. Ce n’erano di compatti e piccoli, altri altissimi…
3. Il meccanico, specializzato alla scuola “speciale” di Modena.
C) Paolo, 13 anni
1. Volevo fare un’esperienza nuova: la robotica è una cosa che non s’impara a scuola. La cosa che mi è piaciuta di più è il legame che si è creato nella squadra.
2. La riproduzione di un disegno dopo averlo scannerizzato.
3. Non lo so.
D) Javier, 13 anni
1. Me piace tutto quello che è informatico. Ho iniziato ad avvicinarmi alla robotica quest’estate tramite un camp organizzato in Wylab, dove ho conosciuto Rodolfo e Gabriele. Quello che mi piace di questa nuova esperienza è il gruppo ed il legame che si è creato tra noi.
2. Una squadra spagnola ha sviluppato il robot in maniera opposta alla nostra. Il nostro ha il “mattoncino intelligente” (il cervello del robot) incastonato in una struttura che rimane fissa, loro invece lo spostavano per ogni missione.
3. Per il futuro vorrei continuare questa esperienza, per i prossimi 5 anni ho scelto il linguistico..e nel frattempo penserò a cosa fare da “grande”.
E) Gabriele, 16 anni
1. Mi sono messo a costruire robot perché l’ho trovato molto divertente fin da bambino. Di questo settore mi piace tutto, trovo stimolante la parte di costruzione dei robot che poi è la più scenografica e appariscente, ma anche la programmazione perché molto istruttiva e creativa.
2. Ho visto il nostro robot finire una missione anche camminando su un cellulare che avevamo dimenticato sul campo di gara.
3. Ingegnere elettronico che sa anche occuparsi di robotica.
I commenti dei lettori
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