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edizione cartacea, itinerari, uscire
26 Gennaio 2017 | in categoria/e edizione cartacea itinerari uscire
Borzonasca: deve il nome al fiume o a una malattia? Il piccolo paese della Valle Sturla conserva alcuni dei monumenti più enigmatici
Le origini del paese di Borzonasca sono legate a quelle della celebre Abbazia di Borzone, da cui prende il nome. Il suffisso “-asca” sta a indicare l’aggettivazione del nome, cioè “di Borzone”. Ma può anche significare (l’etimologia non è mai una scienza esatta) corso d’acqua, come ad es. è già stato visto con Bogliasco. E in effetti Borzonasca sorse alla confluenza di due torrenti: il Penna e lo Sturla. Non siamo riusciti tuttavia a conoscere la derivazione del nome Borzone, che peraltro è anche un cognome diffuso nella zona. Negli antichi testi, documenti del XII e XIII secolo il paese è citato come “Brosono” ed ancor prima in un diploma di re Ottone del 972 a favore dell’abbazia di Bobbio troviamo citata la “villa de Bronzano”, ma studi recenti hanno supposto che tale documento possa essere un falso o comunque una copia di epoca successiva.
E se fosse per il nome di una malattia?
Altre citazioni medievali parlano di “Bresone, vinea, terram pratas castaneatas cum silva” dove possiamo vedere un territorio con vigne, boschi di castagne e selva. Potremmo azzardare una derivazione dal termine italiano “brusone” che è nome corrente di varie malattie delle piante che provocano avvizzimenti o imbrunimenti simili a bruciacchiature, ma è solo una nostra azzardata ipotesi.
L’abbazia fondata dai monaci di Bobbio
Furono proprio i monaci di San Colombano di Bobbio che probabilmente tra il VII e l’VIII secolo edificarono la chiesa di S. Andrea di Borzone che nel 1184 fu poi eretta in abbazia parrocchiale dall’arcivescovo genovese Ugone della Volta. L’abbazia fu per lungo tempo controllata dalla famiglia chiavarese dei Ravaschieri discendente dei conti di Lavagna e fu un significativo crocevia commerciale tra la costa e l’entroterra. Con la riforma impostata dalla Repubblica Ligure Borzonasca fu eretta in comune autonomo nel 1797 e compresa nella giurisdizione dell’Entella.
Il mistero del volto di Borzone
Nel 1965 in occasione della costruzione della strada carrozzabile che conduce all’Abbazia fu scoperta una enorme scultura rupestre, forse la più grande d’Europa che inizialmente era fatta risalire a Paleolitico Superiore (fino a 20.000 anni fa); tuttavia successivi studi in particolare da parte del prof. Duilio Citi fanno supporre che si tratti di una scultura eseguita dai Monaci dell’Abbazia che vollero raffigurarvi l’esatto volto della Sindone. Infatti il volto corrisponde con le proporzioni e le caratteristiche al volto di Cristo impresso sulla Sacra Sindone. Sovrapponendo l’immagine della scultura a quella della Sindone si ha una perfetta corrispondenza. D’altra parte è probabile che i monaci di San Colombano conoscessero l’immagine della Sindone, o per averla vista direttamente o attraverso raffigurazioni dell’epoca. Una tradizione locale, inoltre, afferma che i monaci si recassero annualmente davanti alla scultura per venerarla. Resta una scultura unica al mondo e val la pena vederla e farla conoscere.
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di Giansandro Rosasco
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