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attualita, diritto, edizione cartacea, esperti
28 Gennaio 2017 | in categoria/e attualita diritto edizione cartacea esperti
Correntisti tassati per salvare le banche: famiglia di Casarza da' l'esempio e si ribella nell'unico modo possibile, cambiare banca (controllate l'estratto di fine anno)
“Noi siamo cresciuti credendo che le banche fossero luoghi dove i risparmi si conservassero e crescessero. Non dove te li portano via.”
Il “Fondo Nazionale di Risoluzione delle crisi bancarie” nasce come sostegno dalle banche alla banche, per evitare dissesti e fallimenti, ma i soldi per finanziarlo sono stati prelevati direttamente dai conti correnti dei risparmiatori. Il 31 dicembre scorso alcuni istituti hanno applicato il “prelievo”, arrivato fino a 25€ annui, come nella storia che vi stiamo raccontando. A tutti i correntisti era stata data comunicazione di questa manovra da ottobre, attraverso una lettera di modifica unilaterale del contratto. Una sorta di proposta non rifiutabile, se non con la chiusura del conto (gratuita) entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione.
PER 75 EURO HANNO PERSO TRE CORRENTISTI
Se da una parte le banche garantiscono la loro sopravvivenza applicando quello che sembra un “rubare ai poveri per dare ai ricchi”, chi ha letto l’estratto conto al 31/12 non ha potuto fare a meno di restare sorpreso. La famiglia Ganci residente a Casarza Ligure ha detto di “no” nell’unica maniera possibile: cambiare banca.
“Il Banco Popolare - racconta Guido - mi offriva un conto a costo zero per le sole operazioni on-line, ma da quest’anno ha inserito un balzello di 25 Euro tondi tondi”, per il fondo “salva banche. La notifica è arrivata tramite posta elettronica a Settembre ed è colpa mia non averla aperta. Di conseguenza mi sono stati addebitati i 25 Euro alla chiusura della contabilità del 31 dicembre con dicitura "spese elaborazione conto" senza nessuna ulteriore comunicazione”. Siccome la stessa sorte è toccata alla moglie, Giovanna Rezzoagli Ganci, e al figlio per un totale di 75 Euro, Guido ha deciso di chiudere i conti correnti e cambiare banca per tutti: “Noi siamo cresciuti credendo che le banche fossero luoghi dove i risparmi si conservassero e crescessero. Non dove te li portano via” chiosa Guido.
Ma non tocca solo ai correntisti del Banco Popolare far fronte a nuovi addebiti. Dal settembre scorso Ubi ha aumentato il canone annuo di 12 euro (per i clienti con più di 30 anni) ma questa volta per finanziare un altro strumento, ovvero il Fondo interbancario di tutela dei depositi che, in caso di fallimento della banca, dovrebbe tutelare fino a 100mila euro la liquidità del risparmiatore.
UNA SCUSA PER GIUSTIFICARSI
Ogni istituto è chiamato a contribuire al “fondo salvabanche” in ragione di alcuni parametri (profilo di rischio, passività ecc.). Se una banca non ha le risorse per contribuire non può certo trovarle prelevandole dai correntisti, tanto che non esiste nemmeno una dicitura per giustificare questa operazione. Infatti la famiglia Ganci – come molte altre - sull’estratto conto ha trovato come giustificativo “spese di elaborazione conto”. Un po’ come se sullo scontrino del vostro ultimo maglione trovaste 50 centesimi in più perché al negoziante è aumenta la bolleta della corrente.
L’UNICA DIFESA è DARE UN SEGNALE FORTE: CAMBIARE BANCA
Anche Altroconsumo sottolinea come l’unica difesa per i “piccoli” cittadini di fronte alle “grandi” banche sia di cambiare istituto e informarsi bene. Se lo facessero tutti, le banche non potrebbero più agire in questo modo.
Se avete il conto corrente in uno degli istituti citati controllate l’estratto di fine anno: potrebbero aver prelevato i soldi anche a voiSe avete il conto corrente in uno degli istituti citati controllate l’estratto di fine anno: potrebbero aver prelevato i soldi anche a voi
PER SAPERNE DI PIU'
Cos’è il fondo salvabanche
è stato istituito dalla Banca d’Italia per risanare i conti di alcuni istituti in difficoltà, tra i quali Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti.
Come viene finanziato
Il fondo è stato riempito anche grazie a prelievi forzosi dai correntisti di alcune banche. Il prelievo è stato applicato il 31 dicembre e i correntisti erano stati informati a settembre con una lettera (di quelle che nessuno legge) in cui si comunicava la modifica contrattuale unilaterale: l’unico modo per rifutare era chiudere il conto entro 60 giorni.
Chi paga e quanto
Unicredit e Ubi hanno applicato una “tassa” dai 2 ai 3 Euro mensili. Niente in confronto al Banco Popolare che ha tassato i propri correntisti per 25 euro annui, che moltiplicati per il mililone e mezzo di conti stimati significa quasi 30 milioni spariti dalle tasche dei cittadini. Tra gli istituti che invece non hanno applicato l’aumento: Montepaschi, Bpm, Intesa San Paolo e Fineco.
La banca può cambiare le condizioni senza la nostra approvazione?
La risposta è sì. Sappiatelo, anche in futuro se gli istituti presenteranno valide motivazioni per farlo potranno aumentare i costi dei conti correnti senza richiedervi nemmeno la conferma di esserne a conoscenza. In questi casi infatti vale il “silenzio assenso”: la banca deve solo dare comunicazione della variazione entro 60 giorni dall’applicazione dell’aumento o della variazione contrattuale. In questo periodo i correntisti hanno solo la possibilità di chiudere il conto alla vecchie condizioni e cercare un’alternativa.
Come tutelarsi
Informandosi. Al sito www.altroconsumo.it oltre a tutte le indicazioni del caso si può trovare una bella comparazione dei costi, banca per banca. Così potrete decidere verso quale migrare.
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