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ecologia, edizione cartacea, storia locale
di Simone Parma | 04 Novembre 2016 | in categoria/e ecologia edizione cartacea storia locale
Quando i falegnami lavoravano in giacca e cravatta! Franco racconta una passione tramandata per generazioni e gli attrezzi ormai da museo: sai riconoscerli?
Agli inizi del Novecento quello del falegname era un mestiere ritenuto importante dalla comunità perché ogni casa aveva bisogno di mobili fatti su misura. Un mestiere che richiedeva conoscenza, sapienza e ricerca perché era fondamentale conoscere le tipologie di legno, le loro caratteristiche, gli utilizzi migliori e gli incastri andavano calcolati al millimetro. Ce lo racconta Franco Bagnato, genovese trasferito a Moconesi, ricordando che «era un’arte così importante che si lavorava in giacca e cravatta!», come testimonia la foto scattata all’esterno della bottega di famiglia nella prima metà del secolo.
«Siamo falegnami da sei generazioni - ci dice orgoglioso - strumenti e tecniche si sono tramandati di padre in figlio, di zio in nipote sino a me. Con il cambiamento del mercato e l'automazione questo patrimonio rischia di andare perso». Forse è anche il fatto che Franco ha tre figlie ed è molto più difficile per loro proseguire nell'attività del padre. Imparare però non fu facile nemmeno per lui! «Quando iniziai ad aiutare i miei famigliari il mio compito era sciogliere la colla di pesce, tutto il giorno! Poi i miei due zii iniziarono ad insegnarmi a lavorare il legno, con gli strumenti dell'epoca».
Strumenti che Franco gelosamente custodisce e che hanno anche più di 100 anni. Veri e propri pezzi da museo, che però vivono ancora nelle sue mani. «Vedi - mi racconta mostrandomi un'ascia - questa è la famosa ascia dei "maestri d'ascia" che costruivano le barche in legno, da cima a fondo. Quando mancava un attrezzo non c'era il ferramenta e così dovevano costruirselo: forgiavano da soli il metallo e intagliavano il legno per creare scalpelli e pialle su misura».
Sai a cosa serviva?
Mettiti alla prova con Corfole!
Tra i tanti attrezzi che Franco custodisce nel suo laboratorio, ci ha colpiti uno davvero particolare, così abbiamo deciso di sfidarvi a riconoscerlo o indovinare a cosa serviva. Se pensate di saperlo scrivete a redazione@corfole.com o 0185.938009!
Dopo la guerra sbarcarono anche le cucine... americane
«Dopo la guerra cambiò tutto. Con gli stessi attrezzi di famiglia dopo qualche anno mi misi in proprio. Fummo tra i primi a portare in zona le famose "cucine all'americana" e nonostante i mezzi stessero cambiando e iniziavano ad arrivare i macchinari industriali decisi di mantenere anche questi vecchi attrezzi».
Ora Franco nel suo laboratorio costruisce e ripara mobili solo per la famiglia e sul suo bancone vecchio di 200 anni si ritrovano ancora la pentola con cui veniva sciolta la colla di pesce e tutti gli altri utensili.
Cosa serve per diventare falegnami al giorno d'oggi?
«La cosa più importante per me è sempre stata l'inventiva e l'immaginazione. Guardando il pezzo di legno grezzo riesco già ad immaginarne il risultato e poi come dice mia moglie "tu davanti ad un pezzo di legno non ti fermi mai"».
I commenti dei lettori
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