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Qui, dove non si butta via niente: le foglie diventano legacci, la carta dell'uovo di Pasqua fa da spaventapasseri e la marmellata si fa con i “rifiuti”. Ecco la ricetta.
Mentre siamo seduti a cena suonano alla porta. E' il nostro vicino con un "cavagno" pieno di albicocche: «Prendetele voi perché ormai sono troppo mature e ...
edizione cartacea, storia locale
di Simone Parma | 03 Novembre 2016 | in categoria/e edizione cartacea storia locale
Inno della Fontanabuona: delle sue origini si è persa la memoria, per fortuna è custodito in quella di Giorgina, un'arzilla 94enne - GUARDA IL VIDEO E IMPARA L'INNO!
Quando il proprio mondo era circoscritto entro pochi chilometri, la Val Fontanabuona sarebbe stata la vostra "patria". Non per intenzioni separatiste, ma perché era davvero difficile spostarsi e visitare altri luoghi, a meno che non foste emigranti. Questa "patria", bella, rigogliosa, verde e ricca di lavoro, non poteva non avere il suo inno. Le origini e la metrica dell'inno si sono persi, ma per fortuna a Orero c’è chi ha gelosamente custodito le parole. Non in cassaforte, né in un luogo segreto, bensì nell’incredibile memoria di una una casalinga e contadina di 94 anni, Giorgina Arata. Se non fosse per l’età a nessuno verrebbe da darle dell’anziana a questa donna forte, con temperamento da vendere e che con lucidità sorprendente ci racconta la storia dell'Inno: «Don Daniele Noce veniva appositamente ad Orero per insegnarci questa canzone. L’aveva composta lui e ci teneva ad insegnarcela. Ricordo che si sedeva all'organo e noi seguivamo le sue indicazioni».
Perché negli anni '50 e '60 un parroco ha scritto l'Inno della Fontanabuona?
«Nessun ricorda il perché, era probabilmente un modo per stare insieme, senza uno scopo preciso. E poi quella canzone era così bella che ci piaceva raccoglierci e cantarla tutti insieme».
E' davvero incredibile come Giorgina lo ricordi, parola per parola, nota per nota. Qual è il suo trucco?
«Nessun trucco! Ricordo tutto quello che mi piace e che mi ha emozionato, come le poesie delle recite di Natale o le canzoni che ballavamo alle feste».
Oggi l’inno viene riscoperto e col nostro video potete impararlo anche voi
L'inno è stato riscoperto in tempi recenti dal Coro e Gruppo Folk "O Castello" di Favale, che lo ha prima trascritto anche grazie ad Alfredo Papini e ha conseguito il Premio alla Cultura della Comunità Montana Val Fontanabuona. Giorgina intanto continua a tenerlo vivo, portandolo con sé ad ogni occasione speciale. L'ultima alla Festa patronale di San Michele a Soglio, mentre durante l'estate anche il Vescovo di Chiavari Mons. Tanasini ha voluto ascoltarlo e si è complimentato con lei: «Ogni volta che posso la faccio conoscere, tanto alle feste patronali, quanto ad eventi importanti come i cinquantesimi di matrimonio, e ricevere i complimenti del Vescovo è stato bellissimo». E anche se, come ci dice Giorgina "gli anni non vengono da soli", la forza per cantarlo non manca mai perchè «cantarla deve essere un onore per noi che veniamo dalla Val Fontanabuona!». Poi con un sorriso inizia a cantarlo per noi e per voi davanti alla nostra videocamera: potete vederla, ascoltarla e imparare l’inno al nostro canale you tube “Corfole TV”.
Perché negli anni '50 e '60 un parroco ha scritto l'Inno della Fontanabuona?
«Nessun ricorda il perché, era probabilmente un modo per stare insieme, senza uno scopo preciso. E poi quella canzone era così bella che ci piaceva raccoglierci e cantarla tutti insieme».
E' davvero incredibile come Giorgina lo ricordi, parola per parola, nota per nota. Qual è il suo trucco?
«Nessun trucco! Ricordo tutto quello che mi piace e che mi ha emozionato, come le poesie delle recite di Natale o le canzoni che ballavamo alle feste».
Oggi l’inno viene riscoperto e col nostro video potete impararlo anche voi
L'inno è stato riscoperto in tempi recenti dal Coro e Gruppo Folk "O Castello" di Favale, che lo ha prima trascritto anche grazie ad Alfredo Papini e ha conseguito il Premio alla Cultura della Comunità Montana Val Fontanabuona. Giorgina intanto continua a tenerlo vivo, portandolo con sé ad ogni occasione speciale. L'ultima alla Festa patronale di San Michele a Soglio, mentre durante l'estate anche il Vescovo di Chiavari Mons. Tanasini ha voluto ascoltarlo e si è complimentato con lei: «Ogni volta che posso la faccio conoscere, tanto alle feste patronali, quanto ad eventi importanti come i cinquantesimi di matrimonio, e ricevere i complimenti del Vescovo è stato bellissimo». E anche se, come ci dice Giorgina "gli anni non vengono da soli", la forza per cantarlo non manca mai perchè «cantarla deve essere un onore per noi che veniamo dalla Val Fontanabuona!». Poi con un sorriso inizia a cantarlo per noi e per voi davanti alla nostra videocamera: potete vederla, ascoltarla e imparare l’inno al nostro canale you tube “Corfole TV”.
IL TESTO COMPLETO
Funtann-a Bunn-a
A nasce sciù da Buasci i na vallà
per fertilizza e industria rinumà;
man man ch'a s'arve
a spiega a so belté
e da so stirpe a vanta gran bunté.
Sime de munti ghe fan curunn-a
poi proi e boschi dell'aia bunn-a,
oive e vigneti esposti au su dentru
ghe brilla u so veu splendù.
Funtann-a Bunn-a, poggi ridenti
paisetti sparsi burghi fiurenti;
Fiumana Bella de su ammantà,
se mi t'ammiu allua devu cantà.
Funtanna-a Bunn-a,
te grande e bella,
d'incantu e amu te a nostra stella;
chi sun nasciùu, chi devu restà
e stanche osse a Ti veggiu lascià.
In bassu u sciamme
u cante a so cansun
eterna de poesia e de passiun;
e sta cansun l'è a storia du Canà
de lotta e gloria tutta
a n'è intressa.
U va peu mundu du nume fieru
nu ghe italian, nu ghe stranieru
cu nu l'ammire u Funtanin:
forte e tenace e poi servellu fin.
Da Montallegra a muée divinn-a
a guarda zù, l'è a gran Reginn-a;
Muèe càa, Te pregu,
da agguardà
Tutti i to figgi da nostra vallà...
(Trascrizione versione del 2005)

A nasce sciù da Buasci i na vallà
per fertilizza e industria rinumà;
man man ch'a s'arve
a spiega a so belté
e da so stirpe a vanta gran bunté.
Sime de munti ghe fan curunn-a
poi proi e boschi dell'aia bunn-a,
oive e vigneti esposti au su dentru
ghe brilla u so veu splendù.
Funtann-a Bunn-a, poggi ridenti
paisetti sparsi burghi fiurenti;
Fiumana Bella de su ammantà,
se mi t'ammiu allua devu cantà.
Funtanna-a Bunn-a,
te grande e bella,
d'incantu e amu te a nostra stella;
chi sun nasciùu, chi devu restà
e stanche osse a Ti veggiu lascià.
In bassu u sciamme
u cante a so cansun
eterna de poesia e de passiun;
e sta cansun l'è a storia du Canà
de lotta e gloria tutta
a n'è intressa.
U va peu mundu du nume fieru
nu ghe italian, nu ghe stranieru
cu nu l'ammire u Funtanin:
forte e tenace e poi servellu fin.
Da Montallegra a muée divinn-a
a guarda zù, l'è a gran Reginn-a;
Muèe càa, Te pregu,
da agguardà
Tutti i to figgi da nostra vallà...
(Trascrizione versione del 2005)

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