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    attualita, benessere, ecologia, edizione cartacea

    02 Novembre 2016 | in categoria/e attualita benessere ecologia edizione cartacea

    "Bandiera Marrone 2016": è Recco la cittadina “più impestata” dai ricordini di Fido - Seguono Chiavari e Rapallo

    "Bandiera Marrone 2016": è Recco la cittadina “più impestata” dai ricordini di Fido - Seguono Chiavari e Rapallo

    ll Sindaco non risponde, la minoranza invece accoglie la sfida presentando in anteprima un progetto già in cantiere

     

    Sulla pagina social dei Mugugni di qualsiasi Comune compaiono ripetutamente post corredati di foto dei vari ricordini di Fido su marciapiedi, strade, sentieri, aiuole, parchi etc. Un problema che per molti si sta trasformando in un’emergenza: per i tanti negozianti costretti a pulire ogni giorno l’area di ingresso alla propria attività, ma anche per chi vuole solo fare una camminata in centro, una corsetta lungo i fiumi o portare i bambini al parco. Certo, padroni educati armati di sacchetti e magari anche di bottiglietta di acqua, che raccolgono come dovuto ce ne sono. Ma sono ancora molti quelli da educare. In tutto questo c’è poi a ricaduta il ruolo dell’amministrazione, che dovrebbe  manterere il decoro urbano e sanzionare i trasgressori. Per cui ci siamo chiesti: come sensibilizzare cittadini e amministrazioni sul tema? Beh, visto che tutte le città sono molto felici di ricevere la bandiera blu per il mare o quella arancione per l’ambiente, ci siamo inventati la Bandiera Marrone. Abbiamo lanciato su facebook il concorso “vota il comune più impestato” e, non a sorpresa, Recco ha sbaragliato la concorrenza. Già qualche anno infatti fa la cittadina era stata protagonista di un reportage che eseguimmo sollecitati dalle numerose segnalazioni.  Pare quindi che il problema sia dai cittadini ancora molto... sentito.

    La risposta dell’amministrazione
    Pur spiegando che il “premio” ha un intento ironico e di sensibilizzazione, che va alla città e non all’amministrazione e che avremmo pertanto consegnato la bandiera al primo cittadino in quanto rappresentante istituzionale offrendogli l’occasione per impegnarsi a nuovi provvedimenti, il sindaco Dario Capurro non ha ritenuto di dare risposte (nel caso volesse ripensarci lasciamo sempre diritto di replica). Un vero peccato, perché il segnale da parte dei cittadini è stato chiaro: il problema c’è, eccome. E se è vero che la colpa è dei padroni maleducati è anche vero che l’amministrazione può fare, e tanto. Abbiamo quindi cercato noi qualche spunto guardando cosa si fa in Italia e nel mondo.

    Bisso ritira la bandiera e annuncia la creazione di uno spazio gratuito per l’educazione e la salute canina
    Massimiliano Bisso, della minoranza comunale, ha colto in pieno il significato del “riconoscimento” e ci ha informati che pur avendo ben pochi margini di manovra, grazie al gruppo del Movimento Cinque Stelle proprio su questo problema è stato da poco rilevato un pezzo di terreno abbandonato che verrà riqualificato con uno spazio educativo dedicato all’amico Fido, con incontri con veterinari e specialisti in educazione cinofila. L’accesso sarà garantito senza alcun fine di lucro in una zona centrale della cittadina (Via Liceto) quindi accessibile a tutti. Lo spazio sarà sempre pulito e mantenuto con delle regole basate sul rispetto e l’educazione. Siamo certi che se la bandiera ha dato visibilità a questo problema (ricordiamo che sono stati gli stessi cittadini a votare), questa iniziativa contribuirà a prendere coscienza della necessità di regole e di rispetto per tutti.



    Le soluzioni possibili
    Se dal primo gennaio del 2005 il microchip per il riconoscimento degli animali è obbligatorio perchè non introdurre anche quello della registrazione del DNA? E’ il progetto sperimentale di Napoli, dove vengono analizzati i dna dei cani, dopodiché si analizzano le deiezioni trovate per strada, si risale all’animale e quindi si sanziona il proprietario, aggiungendo le spese. Pare che ciò abbia portato a una riduzione del 70% del fenomeno. A Parigi esistono marciapiedi con strisce che delimitano spazi dove i cani possono lasciare ricordini, mentre a Nizza sono predisposte zone arredate ad hoc. I costi però sono a carico di tutti. In Svizzera invece ricadono solo sui possessori: lo smaltimento delle feci ha causato al comune di Arth perdite pari a 37'000 franchi all'anno, contro 12’500 di entrate dalla tassa sui cani, che nel 2017 passerà quindi da 50 a 100 franchi per cane. A Londra invece i cartelli non solo minacciano multe ma informano che lasciare a terra le feci di un cane può diffondere diverse patologie, anche gravi.


     


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