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attualita, cultura, edizione cartacea
di Florinda Podestà | 01 Giugno 2010 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea
Il mistero delle scarpe volanti: una città si risveglia invasa da misteriose scarpe disseminate ovunque
In una soleggiata mattina di fine maggio Sestri Levante si è risvegliata adorna di... scarpe. Dal giorno alla notte - è proprio il caso di dirlo - il centro storico è stato invaso da coloratissime e poetiche scarpe ciondolanti dai fili elettrici fra i palazzi: circa quaranta paia, decorate da altrettanti artisti del luogo sono state le protagoniste indiscusse della vicenda. Scarpe vecchie, usate, vissute, di diverse misure e fattezze che, sollevate dall’uso comune e caricate, grazie all’intervento aristico, di valori e significati inusuali, si preparano a vivere una nuova esistenza. La performance non è certo la prima nel suo genere: lo Shoefiti (termine derivante dalla contrazione di shoe, ovvero scarpa, e graffiti e dunque scrittura, disegno attraverso le scarpe) pratica nata nei bassifondi delle metropoli sudamericane come gesto di delimitazione dei territori occupati dalle bande di quartiere, si è evoluta nel tempo e attraverso i luoghi, assumendo i tratti di un vero e proprio linguaggio.
La performance sestrese svoltasi all’alba del 21 maggio è stata un vero e proprio raid notturno non preannunciato nè autorizzato, come nella migliore tradizione dello shoefiti. L’operazione di lancio, che richiede particolare concentrazione, precisione e una calibrata potenza, è stata effettuata da alcuni giovani artisti, a volto coperto, guidati dalla mente organizzativa del gruppo che per qualche giorno ha preferito mantenere l’anonimato monitorando la risposta dei cittadini e del Comune alla sua Installazione Artistica Abusiva Urbana: “Ho voluto attendere per capire se, oltre all’effetto sorpresa, fosse arrivato il messaggio d’amore intrinseco all’azione. Amore verso il mio paese e amore per l’arte che può farsi stimolo di una creatività colletiva e partecipata, coinvolgendo le strade, gli oggetti di uso comune e naturalmente le persone in un discorso più ampio” mi racconta Se/ogni.
No, non c’è nessun errore, l’artista, Stefano, che ora esce allo scoperto svelando solo in parte la propria identità, usa lo pseudonimo Se/ogni, raffinato gioco di parole: Se/ogni può stare per Segni ovvero tracce, elementi reali, cultura; oppure per Sogni, quindi fantasia, creatività e capacità di uno sguardo ‘alternativo’; o ancora per Se Ogni, locuzione del possibile che racchiude i concetti di fato, destino, casualità e imprevisto impliciti nella performance di lancio e nei suoi esiti. Il progetto ha coinvolto tante persone e “ancor più vuole coinvolgerne” continua, deciso, Stefano. Tre mesi di lavoro impegnativo, coaudiovato da molti collaboratori, validi e preparati, che hanno aderito con gioia ed entusiasmo all’idea, credendoci davvero. Tutti uniti in una semplice quanto fondamentale idea di base: tante creatività congiunte in un gruppo che delle singole specificità fa ricchezza e trae valore aggiunto. Nota di merito quindi per questo originale ensemble eterogeneo formato da fotografi, operatori culturali, attori, musicisti, scultori e pittori di Sestri Levante. Stefano continua: “Inizialmente ero preoccupato: temevo potessimo essere fermati durante i lanci o che qualcuno avrebbe storto il naso nel vedere scarpe pendere dai cavi elettrici. Invece le reazioni sono state ottime e già si parla di possibili eventi futuri”. Aggiunge che il desiderio iniziale era quello di spiazzare lo spettatore, stimolando curiosità e interrogativi, ora l’auspicio è quello di poter esporre le scarpe-sculture in pianta stabile e l’ambizione è senz’altro quella di un work in progress, una sorta di piattaforma aperta in grado di accogliere e contenere anche l’altrui creatività, magari un luogo dove la fruizione possa andare di pari passo con l’attiva partecipazione del pubblico chiamato a realizzare le proprie personali creazioni e ad aggiungerle a quelle già esistenti, “Perché partecipare di un’opera collettiva significa partecipare alla vita della comunità”. Prima di salutarci mi ha confidato un piccolissimo avvenimento, di quelli a cui spesso non si fa caso, ma che non sfugge alla sensibilità di chi pratica l’arte in modo puro e appassionato, credendo nel valore delle minime cose che possono divenire grandi, se osservate con sguardo attento: un paio di giorni prima della performance passeggiando in una strada della sua amata Sestri, che si apprestava ad impreziosire con le sue eccentriche calzature, Stefano ha trovato a terra un bigliettino che ha raccolto e conservato come segno di buon auspicio e l cui contenuto pareva scritto apposta per lui: “Se un uomo sogna da solo... è solo un sogno. Se molti sognano insieme... è l’inizio di una nuova realtà” e allora forse una nuova realtà, questa volta, inizia proprio là sul limitare tra mare e cielo, impressa su scarpe bizzarre che sfidano, divertite, le leggi di gravità.
I commenti dei lettori
maui:
articolo stupendo..!!!!!
anonimo:
che bellissimo articolo!!!
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