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    Lorsica: un tempo terra di orsi oggi è famoso nel mondo per i preziosi damaschi - A settembre li vedrete da Barbara D'Urso a Pomeriggio 5

    Lorsica: un tempo terra di orsi oggi è famoso nel mondo per i preziosi damaschi - A settembre li vedrete da Barbara D'Urso a Pomeriggio 5

    Situato in val Fontanabuona, nei pressi del torrente Tirello, in faccia all'imponente mole del monte Ramaceto, il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, le sei frazioni di Acqua di Sopra, Barbagelata, Castagneto, Figarolo, Monteghirfo e Verzi; lo si raggiunge attraverso una deviazione della strada della Scoglina, che dalla Fontanabuona conduce in Val d'Aveto. La località è già citata nelle fonti notarili ed ecclesiastiche nel sec. XII con il nome di Ursega. Questo nome ne chiarisce l'etimologia che lo fa derivare dal latino “ursus”  cui è aggiunto il suffisso “ico” che in epoca romana serviva a indicare 'terra', 'luogo' (“loca” in latino). È quindi chiaro il significato del nome che ci indica un territorio caratterizzato dalla presenza di orsi.

    Lo stemma del Comune raffigura infatti un orso grigio rampante accostato alle sette stelle dell’Orsa Minore. La presenza dell'orso in questi boschi è storicamente accertata nei secoli passati e lo confermano anche la presenza di diversi altri toponimi presenti sul territorio tra Fontanabuona e Val d'Aveto: Codorso (Caput d'Ursi) frazione di Rezzoaglio, il Piano dell'Orso presso il monte Posasso e il Monte Orsà presso Ventarola, al confine fra Aveto e Fontanabuona. Si racconta che l'ultimo orso avvistato in zona sarebbe stato ucciso nel 1580 a Gambaro (PC). Non è nemmeno da escludere la derivazione dall'orso di Lorsica dei cognomi Dall'Orso e Orsi presenti in provincia.



    Sete e damaschi: qui vive l’artigianato d’eccellenza

    Ma parlando di Lorsica non si può non accennare alla sua tradizionale produzione tessile, in particolare le lavorazioni di sete e damaschi le cui prime notizie risalgono al XV secolo, quando le sete di Lorsica erano esportate in Italia ed in Europa tutta. Attualmente è rimasta in attività un'unica azienda artigianale, la manifattura “Figli di De Martini Giuseppe”, che mantiene la tradizionale lavorazione utilizzando telai originali datati all'inizio del XX secolo.
    A settembre il Museo sarà ospite di Barbara D’Urso a Pomeriggio 5 (data da definire)

    Barbagelata: un luogo povero, ricco di sorprese
    Tra le frazioni di Lorsica è interessante dal punto di vista etimologico questo paese a Cavallo tra le Valli Aveto, Trebbia e Fontanabuona: che è l'abitato più alto della Liguria (1126 metri slm). Il nome è chiaramente composto dal sostantivo 'barba' e l'aggettivo 'gelata' ed è probabile che derivi dal capo della comunità che a suo tempo si stanziò nella località con un soprannome legato al suo aspetto: uomo con la barba gelata, magari perché abituato a un attività all’aperto. Nelle lingua genovese poi il “barba” è lo zio e il termine  era spesso attribuito in senso di rispetto, stima e riconosciuta autorevolezza. Analogamente il cognome Barbagelata con la stessa etimologia risulta diffuso soprattutto nel levante, per cui resta  il solito dilemma se la località abbia preso il nome dai suoi abitanti o viceversa. Tra i nativi di Barbagelata è da registrare Giovanni da Barbagelata, pittore attivo a Genova tra il XV e XVI secolo del quale numerose opere sono conservate nelle chiese liguri. Ricordiamo in particolare la Madonna della Vittoria per l'oratorio di S. Giovanni Battista presso la cattedrale di Genova. Una triste pagina della Resistenza ligure la visse Barbagelata nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1944, quando il borgo fu saccheggiato e dato alle fiamme dai nazifascisti quale rappresaglia in seguito all'appoggio e alla protezione dati dagli abitanti alle formazioni partigiane. L'antica chiesa  fu incendiata e semidistrutta, non fu tuttavia abbattuta, ma sostituita dalla nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Regina del Creato, eretta in stile moderno in cima al paese (V. foto).

    Una chiesa unica, dedicata alla bellezza del creato
    Situata nella frazione Barbagelata è considerata la chiesa posta più in alto (1.125 slm) dell'Appennino Ligure. E anche probabilmente la più originale. Realizzata nel 1972 e dedicata a Santa Maria Regina del Creato ha la forma di una grande tenda dove protagonista è la bellezza della natura: dentro solo le belle panche rustiche in legno e un piccolo e semplice altare perché protagoniste sono le ampie vetrate che mettono in contatto diretto con il Creato, creando incredibili riflessi di luce. Una presenza che si ritrova anche sulla facciata, dove sono distribuiti piccoli “nidi” per gli uccellini. Al centro di Barbagelata si trovano i resti della vecchia chiesa, incendiata per rappresaglia da truppe tedesche nel 1944.


     


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