attualita, edizione cartacea

22 Giugno 2016 | in categoria/e attualita edizione cartacea

L'Associazione chiavarese che salva i cani dalle Perreras, i canili lager spagnoli dove vengono cremati (anche vivi)

“Mi chiamo Deneuve e ho 8 anni, così ha scritto sul mio passaporto il dottore che mi ha visitato. Quello che non ha scritto è la mia storia, la mia vita, le mie lacrime soffocate in quell'inferno. Già perché chi ho amato profondamente per tutti questi anni mi ha consegnato nelle mani del boia. E io non ho capito perché. Cosa ho fatto di male. Avevo una casa, delle pappe buone, delle carezze... E poi... Mi hanno lasciato lì senza voltarsi. E il mio cuore è scoppiato in mille pezzi. Infranto. E ho pianto. Ho avuto paura. Ho sentito la paura degli altri miei compagni di sventura, ho sentito i loro lamenti, l'odore acre dei forni crematori, aspettando che anche per me arrivasse quel momento. Quando ho visto aprire la mia gabbia ho tremato, ringhiato alla morte. Volevo la vita. La mia vita di prima. E mentre pensavo che tutto fosse finito ho visto gli occhi buoni di una volontaria. Che stava salvando me.”

E’ l’immaginaria lettera scritta da uno dei tanti cani  che l’associazione Non li vuole nessuno li salviamo noi? fondata dalla chiavarese Elisa Bottaro salva dalle Perreras, ossia i canili municipali spagnoli, veri e propri lager sovraffollati e sudici, in cui i randagi o gli animali abbandonatie vengono stipati in attesa della morte. A rendere tutto ancora più disumano una legge che consente il massacro di cani e gatti (non importa che siano sani e adottabilissimi) dopo 10 giorni o poco più dalla loro entrata in canile. I metodi della mattanza sono nella maggior parte dei casi cruenti e orribili: ci sono casi di cani e gatti entrati nelle camere a gas senza però morire, ma comunque cremati vivi nei forni; tristemente conosciuto anche il paralizzante neuromuscolare che fa agonizzare in piena coscienza e atroce sofferenza. Spesso è la mancanza di cibo e acqua a portare alla morte, o le ferite mai curate.  Grazie ai volontari di questa assoziazione questi cani vengono portati in Italia e tenuti amorevolmente in pensione in attesa che qualcuno li accolga in famiglia. Si affidano castrati/sterilizzate, vaccinati, microcippati, con controlli pre e post affido. Per alcuni c’è bisogno di aiuto per pagare la loro pensione, di 120 euro al mese (frazionabile anche tra più persone).
Per info: lisalviamonoi@gmail.com