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    attualita, edizione cartacea

    di Michela De Rosa | 28 Novembre 2015 | in categoria/e attualita edizione cartacea

    TERRORISMO - il Levante risponde con un forte gesto di unione: “Le nostre religioni hanno le stesse radici: Dio può essere solo amore e pace”

    TERRORISMO - il Levante risponde con un forte gesto di unione: “Le nostre religioni hanno le stesse radici: Dio può essere solo amore e pace”

    Una lettera congiunta per non lasciare spazio ai “lavaggi di cervello”: i rappresentanti delle comunità islamiche, ebraiche, ortodosse, battiste e cattoliche rispondono così a chi cerca di renderci tutti nemici


    Per tutti coloro che “i musulmani sono tutti terroristi”, che “bisogna barricare le frontiere e cacciare tutti gli islamici”, etc etc... per tutti loro attenzione: questo articolo contiene foto e messaggi che possono urtare la vostra voglia di odio e razzismo. Sì perché quello che segue è un messaggio di unione, inviato da chi non vuole cadere nella trappola dei signori della guerra che ci vogliono tutti nemici. E d’altronde se non ci sono nemici come si fa a giustificare la guerra, a vendere armi, a ingrassare gli eserciti, ad appropriarsi di terreni, risorse naturali e minerarie e infine a lucrare sulle ricostruzioni? Per chi non lo sapesse la nostra amata Italia è tra i primi produttori al mondo di armi, quindi non occorre essere strateghi geopolitici per capire che ci possono essere anche dei vantaggi.


    L’arma più potente? La paura.
    La paura del diverso innanzitutto. E può essere la pelle, la religione, l’idea politica o qualsiasi altra cosa. Nei tempi  bui del cattolicesimo bastava avere i capelli rossi o essere una moglie o una fidanzata scomoda per finire al rogo, per dire. Per fortuna in tanti oggi si stanno risvegliando da questa ipnosi e non cadono nella trappola “diverso uguale nemico” e anzi si moltiplicano i segnali forti di unione e integrazione, come quello realizzato dopo i fatti di Parigi da Abdeslam Farah, Presidente della Comunità Islamica del Tigullio, Martin Ibarra y Perez, Pastore delle Chiese Battiste di Chiavari e Rapallo, Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo delle Comunità Ebraiche della Liguria, Michele Notarangelo, Parroco della Chiesa greco ortodossa,  Filip Sorin, Parroco della Chiesa Ortodossa romena e Mons. Alberto Tanasini, Vescovo di Chiavari.
    Insieme hanno scritto una lettera in cui sottolineano le radici comuni di pace e amore. E questo è quello che scegliamo di pubblicare, il messaggio che vogliamo amplificare, la società che nel nostro piccolo - piccolissimo - vogliamo contribuire a creare. Perché in tutto questo c’è anche una grande responsabilità della comunicazione e dei massmedia. Noi ci prendiamo la nostra, consapevoli che tutto ciò che incita le emozioni negative viene rilanciato, condiviso, commentato... e fa vendere copie. Ma abbiamo la fortuna di essere indipendenti e autofinanziati (esclusivamente con la pubblicità) quindi non siamo schiavi delle vendite né dei click. E se con questo messaggio anche solo un lettore passerà dalla rabbia e dal razzismo ad almeno un inizio di riflessione, allora avremo fatto bene il nostro lavoro.

    L’Italia è tra i primi fornitori di armi al terrorismo
    Vale oltre 2,5 mld di euro il giro d'affari dell'esportazione di armi nei paesi islamici dall'Italia, pari al 40% del nostro export bellico (che frutta quasi 7 miliardi). È quanto emerge dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), una delle fonti più affidabili per le spese militari. In pratica ogni 100 euro incassati dalle imprese italiane, 40 provengono dal mondo islamico e in particolare dai paesi con alto terrorismo: aerei, elicotteri, carri armati, navi, missili e armi varie è il tipico “carrello della spesa”, incrementato del 387,5% negli ultimi 10 anni. Dati da tenere a mente di fronte ad articoli e discorsi che incitano alla guerra...



    LA LETTERA

    “Come rappresentanti delle principali comunità religiose presenti nel Tigullio ci sentiamo in dovere di dare un segnale forte e condiviso alla luce dei gravissimi e inaccettabili fatti verificatisi a Parigi.
    Innanzitutto manifestiamo la nostra piena solidarietà a tutto il popolo francese per questo vile attacco e siamo vicini, con l’affetto e la preghiera, alle famiglie delle persone uccise e ferite. In secondo luogo, accomunati e non divisi dalla nostra fede, esprimiamo la più ferma condanna verso questi deprecabili e inumani atti di terrore.
    Chi uccide si macchia di un peccato gravissimo, chi per giunta sostiene di farlo “in nome di Dio” - a Parigi come in Siria, in Europa come in Africa, in Occidente come in Medio Oriente - a qualsiasi credo appartenga, commette una bestemmia atroce che non conosce giustificazione alcuna. Le radici della nostra fede comune sono basate sull’amore e sulla dignità dell’uomo - di ogni uomo a prescindere dal sesso, dall’etnia, dalla nazionalità o da quello in cui crede, o non crede - e non sull’odio e sulla violenza. Questo è il significato della nostra comune testimonianza che abbiamo voluto condividere in un momento così tragico. Un forte messaggio a tutti, credenti e non, di totale condanna per i gravi fatti di Parigi, ma soprattutto un forte messaggio di amore e pace”.

    Tratto da CORFOLE! del 11/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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