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attualita, edizione cartacea, il tappiro
di Emanuela Callai | 01 Settembre 2015 | in categoria/e attualita edizione cartacea il tappiro
Assunte per sorridere e mai pagate scoprono su facebook che sono in centinaia: Tappiro d'Ardesia a 4 ragazze genovesi (e 4 mosse per non cadere in certe situazioni)
Il classico "lavoro temporaneo" mai pagato: su facebook un gruppo dedicato
Il lavoro di hostess consiste di solito nell’accogliere le persone durante convegni, feste ed eventi. Le principali doti richieste sono quindi cortesia, solarità e gentilezza e molto spesso le agenzie reclutano a questo scopo ragazze giovani e carine. Dato il carattere temporaneo di tali impieghi, solitamente si tratta di studentesse o di lavoratrici che nei weekend arrotondano lo stipendio, magari magro da precaria. E così è stato per Michela, Giulia, Elisabetta e Angela, quattro ragazze della provincia di Genova: assunte nel novembre del 2014 da un’agenzia di Torino, hanno lavorato per sei giorni con regolare contratto “a chiamata”, in un grande supermercato di Rapallo che festeggiava il cambio d’insegna. Nel loro stand all’ingresso, le ragazze hanno accolto i clienti offrendo assaggini e caffé e distribuito gadgets e volantini. Un evento all’insegna dell’allegria insomma, destinato però a un triste ed inaspettato epilogo. Al momento del pagamento, nella loro casella di posta le ragazze hanno ricevuto un’e-mail in cui l’agenzia si dichiarava fallita, accennando a un’udienza, fissata per l’aprile dell’anno successivo. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per le quattro hostess... e non solo per loro!
E si scopre che ci sono centinaia di ragazzi nella loro stessa situazione!
Infatti, dopo aver cercato invano di contattare l’agenzia, che non rispondeva più a nessun numero di telefono, le ragazze hanno iniziato a fare ricerche in Internet, scoprendo addirittura il gruppo Facebook “Vittime della Maveda”, aperto da altri ragazzi e ragazze finiti nella medesima situazione: oltre duecento iscritti provenienti da tutta Italia e tutti in attesa di ricevere i soldi spettanti per i lavori svolti.
Come finirà questa vicenda? Otterranno i compensi che si sono guadagnati onestamente?
Al momento le “vittime” sono riuscite a ottenere con fatica una sola informazione: a settembre verrà attuato un “piano di riparto”, notizia ricevuta dopo lunghi silenzi dallo studio legale che sta curando il fallimento. Elisabetta, Michela, Angela e Giulia, così come molti altri, non sanno quindi se e quanto percepiranno effettivamente. Non possiamo che augurare buona fortuna e consegnare il Tappiro d’Ardesia, dando qualche indicazione per evitare di trovarsi in queste situazioni.
PREVENIRE truffe e situazioni spiacevoli? Indaga!
1) informarsi sulla reputazione dell’agenzia. L’ideale è chiedere a persone che hanno già lavorato con la medesima agenzia, per verificarne la serietà nei pagamenti. Anche internet è un alleato prezioso, grazie ai numerosi forum e alle “yahoo answers”, che contengono i feedback di esperienze altrui.
2) ottenere i dati completi dell’agenzia: indirizzo, telefono, nome e cognome di un responsabile... non accontentarsi mai di un semplice indirizzo e-mail!
3) richiedere contratto regolare, firmato da entrambe le parti, che descriva in modo chiaro la durata del lavoro, le mansioni, il compenso e la data del pagamento
4) scattare qualche foto durante l’evento a cui si lavora può costituire una prova utile in caso di problemi.
Tratto da CORFOLE! del 9/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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