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edizione cartacea, games e techno, sport, storia locale, tempo libero, uscire
di Simone Parma | 09 Luglio 2015 | in categoria/e edizione cartacea games e techno sport storia locale tempo libero uscire
Estate 2015: è deck mania! Torna sulle spiagge il gioco inventato dai migranti liguri durante le lunghe traversate oceaniche
Immaginate cosa significasse partire nel dopoguerra a bordo di un transatlantico diretto in America: settimane di noia e scomodità in attesa di raggiungere un futuro migliore. L'immaginazione non si lasciava però trasportare via dalle onde e fu così che su quei pontili nacque il Deck, un gioco che i migranti liguri inventarono con quello che c’era a disposizione e mescolando diversi sport: al posto della palla (che comunque sarebbe finita nelle gelide acque dell'Atlantico) una corda intrecciata in modo da formare un anello del diametro dell'avambraccio. Il campo era di piccole dimensioni e una rete posizionata sulla mezzeria garantiva che le regole della pallavolo e del tennis rendessero più competitivo e divertente il nuovo sport. I giocatori non dovevano far cadere il Deck, pena l'assegnazione del punto agli avversari, e una volta preso il cerchietto al volo non si potevano fare più di due passi (come nel basket), rilanciandolo nel campo avversario con la massima forza.
Dai transatlantici alle spiagge di Cavi
Gli emigrati di ritorno non persero l’occasione di importare la loro invenzione nella terra natia. Subito si diffuse sulle spiagge questo strano sport, che attirava le attenzioni di tutti, dai più giovani ai più anziani. Tra una serata di musica e l'altra le ragazze facevano a gara per poter assicurarsi di poter gareggiare nel doppio misto con i più forti giocatori di Deck. Nel 1954 addirittura la società sportiva Cavese organizzò il primo campionato ufficiale di Deck che si disputò ai Bagni Enrica, nei quali ancora aleggiano sul campo “le prodigiose schiacciate di Attilio” e le combattute finali dei tornei e dove oggi Tommaso Bregante sta rilanciando l'antica passione ad abitanti e dei turisti.
Sono passati più di 60 anni: gli stabilimenti balneari di Cavi hanno subito danni dalle mareggiate, si sono rialzati e sono più attrezzati e accoglienti di prima, il Deck invece è sopravvissuto integro nei racconti di chi lo ha giocato e nella gioia di chi oggi lo prova per la prima volta. In questa estate 2015 grandi e piccini si sfidano sulla sabbia e, per un attimo, l'estate ritorna quella spensierata e allegra degli anni '50. Il campo dei Bagni Enrica è infatti fruibile gratuitamente da tutti i clienti e Claudio Volponi, Renzo Romiti (presidente della Cavese e memoria storica di Cavi, in foto) e lo stesso Tommaso Bregante dispensano preziosi consigli su come beffare gli avversari con le temibili schiacciate sotto rete. Ancora dopo tutti questi anni si domandano come facessero gli emigranti a tuffarsi sulle scomode tavole dei deck (appunto i pontili di legno delle navi) per salvare il cerchietto. La risposta non si avrà mai, tuttavia sappiamo che nel significato di questo gioco non ci sono solamente i tradizionali valori dello sport: il Deck è simbolo di integrazione, fantasia e libertà e ci riporta in quell'epoca in cui eravamo noi a solcare i mari in cerca di fortuna, con le valigie vuote e la testa piena di speranze e fantasia.
Il Deck in volo dopo una schiacciata di Volponi giovane come un tempo
Le regole
· Deck: cerchio di diametro pari all’avambraccio costituito da 3 corde di juta attorcigliate
· Campo: poco più piccolo di quello da Beach Volley, delimitato da solchi sulla sabbia
· Il punto viene assegnato quando il Deck tocca terra
· Se si trattiene il Deck subentra la regola “in bocca”, ovvero lo si deve rilanciare fra le mani dell’avversario
· Punteggi: calcolati come nel tennis 15/30/45/GAME e si può arrivare a 6 GAME
· Ci sono varie strategie di gioco come i colpi “a mortaio”, le schiacciate e gli spiazzamenti.
Tratto da CORFOLE! del 7/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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