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attualita, edizione cartacea, storia locale
di Michela De Rosa | 03 Giugno 2015 | in categoria/e attualita edizione cartacea storia locale
"Sono qui per onorare le mie radici": Pepe Mujica, "il Presidente più amato del mondo" è originario della Fontanabuona. Cronistoria di una giornata incredibile.
di Michela De Rosa
"Le casse da morto non hanno tasche. E quando hai un tetto sopra la testa a da mangiare, a cosa servono i soldi? A contarli? I soldi servono a chi commercia, fa industria, crea posti di lavoro, alla politica no! Non servono. La politica non è interesse, è amore per la gente, è aiutare a vivere bene. E’ questo il premio della politica, non i soldi. Chi ama i soldi non dovrebbe essere eletto."
Quando oltre un anno fa per primi scrivemmo delle origini fontanine di José Pepe Mujica, il desiderio fu quello di trovare un modo per farlo venire qui e poter conoscere e stringere la mano e a quest’uomo che con il suo agire ha conquistato l’appellattivo di “presidente più amato del mondo”. Pensiero messo realisticamente in soffitta per via del suo impegno come Capo di Stato dell’Uruguay. Ma la vita riserva sempre delle sorprese e sul finire di maggio scopriamo che, scaduto il mandato a marzo, sarebbe venuto qui nel Levante. No, non a Portofino né in qualche altra località Vip, bensì a Favale di Malvaro per visitare i luoghi delle sue origini. La mamma di Mujica si chiamava infatti Lucia Cordano:cercando negli anni in cui è ipotizzabile la sua nascita, non sono stati trovati certificati con questo nome, ma la cosa si spiega facilmente in quanto è verosimile che sia nata in Sud America, dove sbarcarono i suoi genitori. Con il nome del nonno, Antonio Cordano, ci sono più di venti certificati di nascita intorno a fine ’800, tutti concentrati nella frazione di Castello.
NESSUN INCONTRO UFFICIALE: SNOBBATI VIP E POLITICI
Saputo quasi per caso dell’arrivo di Mujica nel weekend del 23 e 24 maggio ci siamo subito attivati per avere maggiori ragguagli dai "ben informati", i quali non potevano fare altro che riportare le richieste dell’ospite: “è una visita personale alla ricerca delle sue radici e ci tiene che rimanga un momento privato". Anche il Sindaco Ubaldo Crino, emozionato come tutti dalla visita, ha spiegato che gli sono arrivate richieste da parte di giornali e tv, noti esponenti politici “anche romani” interessati ad incontrarlo ma a tutti è arrivata la stessa risposta, in barba ai tanti “lei non sa chi sono io”. Perfino la sua presenza alla consegna della cittadinanza onoraria la domenica mattina è stata incerta fino alla fine. Così, chi voleva davvero incontrare quell’uomo, non per il proprio ego di politicante o per un breve picco di immagine, bensì per beneficiare della carica umana, della profondità di quegli occhi e delle sue parole che sanno andare dritte al cuore, ebbene queste persone c’erano, con tutta la loro evidente carica di emozione. E commozione. Perché Mujica è una di quelle persone che - come sta accadendo con Papa Francesco - col loro esempio, la loro piccola grande rivoluzione e la loro normalità fanno bene al mondo, fanno bene alla speranza, fanno bene allo spirito. E questo non può non toccarti nel profondo.
SAGGEZZA
Ebbene, ci ritroviamo domenica mattina sul piazzale di Favale dove un gruppo di persone è già in trepidante attesa, allargandosi sempre più a ogni minuto. L’emozione è palpabile: c’è chi è partito la mattina presto, chi si è portato il libro della sua biografia, chi abita lì vicino e ancora non può credere alla propria fortuna. E a un certo punto una frase inizia a rotolare tra le persone, ed è quella che meno ci si aspetterebbe all’idea di incontrare il Presidente di uno Stato: “lo voglio abbracciare e dirgli grazie!”. Arriva l’auto e appena scendono Mujica e la moglie Lucía Topolansky vengono accolti da scrosci di applausi e da un’ondata di gioia quasi tangibile. Attorno a loro si crea un cerchio che pare un grande abbraccio, ricambiato con generosità da strette di mano, sorrisi, autografi e foto con chiunque glielo chiedesse. Mujica accoglie tutti col sorriso, come il signore che si presenta con un articolo intitolato "il Presidente povero". Subito Mujica sorridendo gli ribadisce una delle massime per le quali è diventato famoso: "Io non sono povero! Sono ricchissimo perché ho tutto quello che mi serve. Povero non è chi possiede poco ma chi non è mai contento".
- E della crisi italiana cosa pensa?
E’ la crisi dei figli dell’abbondanza. Quelli che sono partiti da qui per l’America, quelli sì se la sono vista brutta! Hanno camminato portandosi dietro tutto, anche le pentole. Oggi stiamo bene, la vita è molto più lunga, abbiamo auto e moto che sfrecciano su autostrade.. ma dove andiamo tanto di fretta? L’Italia è un bel paese, ci ha dato molto: lavoratori brillanti, uffici, costruzioni. Le difficoltà sono l’origine della vita, perché la vita è un’avventura
- A proposito di migranti, come saprà qui in Italia si parla di "emergenza immigrazione", qual è il suo punto di vista?
Siamo figli del nostro impegno, nessuno regala niente, ma la vita è bella, bisogna prendersi cura della vita. Non dobbiamo vivere solo per il fatto di essere nati, fino a un cero punto possiamo dare noi una direzione. Però questo significa impegno e forza di volontà. Una volta ci insegnavano che questa è una valle di lacrime e quando saremo morti vivremo felici per l’eternità in Paradiso. No, questo è il Paradiso!
La cittadinanza onoraria
Dopo quasi un’ora di chiacchiere e abbracci sulla Piazza, il Sindaco è costretto a malincuore a interrompere quel momento così pubblico e al contempo così intimo per richiamare tutti alla cerimonia nel salone appositamente allestito allorché quello del Comune sarebbe stato troppo piccolo per contenere tutta la gente accorsa per l’occasione. Dopo le note dell’inno dell’Urugay e di quello italiano il Primo Cittadino Ubaldo Crino ha quindi dato il via al Consiglio straordinario “il più affollato e il più emozionante” per conferire la cittadinanza onoraria a questo rappresentante delle radici favalesi e fontanine, sottolineando con orgoglio che “ci deve essere qualcosa di speciale in questo sangue perché altri illustri personaggi sono partiti da questa terra per fare la storia” riferendosi tra gli altri a Giannini, fondatore della Banca d’America e a Cristoforo Colombo. Anche Mujica ha ricordato i nostri migranti “gente che moriva per il viaggio e le malattie. Un giorno stesero un lenzuolo a terra e celebrarono una messa pregando di salvarsi. Da quel momento le morti diminuirono... così eressero in quel punto una bella chiesa, facendo arrivare la campana proprio da queste parti (n.d.r. da Uscio). Poi costruirono una scuola serale, pagata da loro, e i bambini ci andavano scalzi, tenendo le scarpe sotto braccio per non rovinarle. Poi si pulivano i piedi ed entravano in classe”.
LE LACRIME DI MUJICA
Qui si commuove visibilmente e le lacrime continuano a scendere sul suo viso mentre ricorda “il gigantesco sacrificio di queste persone che fondarono una colonia, fecero figli e ci hanno lasciato una cultura. La sapienza che hanno seminato in tutta l’America non può essere contenuta in un monumento. Per cui a voi dico grazie per quello che rappresentate e per il debito che abbiamo con queste persone che hanno fondato il nostro Paese. Queste persone sono una fonte a cui dobbiamo rivolgerci per ritrovare la loro forza d’animo”.
Gli applausi coprono a malapena la commozione che si diffonde nelal sala.
Specialità fontanine e canzoni in genovese in onore alle origini
In linea con l'atmosfera genuina la giornata si è conclusa tra musiche, canti e dolci locali: il Gruppo Folk O’ Castello diretto da Lucia Cavagnaro e i dolci della pasticceria Galletti. Insomma una cerimonia semplice, squisitamente paesana, in linea con la semplicità di Mujica e moglie. Speriamo di rivederlo presto e che un po' del suo esempio contagi i nostri politici.
VEDI ANCHE
>> VIDEO INTERVISTA IN PIAZZA "Dove stiamo andando così di fretta?"
>> VIDEO CITTADINANZA ONORARIA 1
Tratto da CORFOLE! del 6/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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