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    attualita, edizione cartacea

    22 Maggio 2015 | in categoria/e attualita edizione cartacea

    Con il cane a spasso nell'inciviltà: a zig zag tra souvenir indesiderati e manifesti surreali. Non pulisci? Compi reato di imbrattamento, punibile con multe e reclusione

    Con il cane a spasso nell'inciviltà: a zig zag tra souvenir indesiderati e manifesti surreali. Non pulisci? Compi reato di imbrattamento, punibile con multe e reclusione

    Quello delle deiezioni canine è un problema che ha proporzioni inaccettabili: con la bella stagione aumentano e la puzza si fa ancora più insopportabile

    Non pulisci? Compi reato di imbrattamento, punibile con multe e reclusione
    Oggi vediamo un comune senso di protezione verso gli animali domestici, ma - ahinoi - a tale accortezza troppo spesso non si accompagna il senso civico e così strade, parchi, giardinetti, aiuole, portoni, auto e saracinesche sono tempestati da deiezioni solide o liquide che è dovere del padrone rimuovere. E laddove non arrivano buon gusto, educazione e civiltà sopraggiunge la Legge. L’inciviltà comporta infatti anche delle conseguenze dal punto di vista penale: lasciare che il cane sporchi, anche “solo” con le urine, costituisce ipotesi di reato di imbrattamento. In pratica il padrone che non si organizza per ripulire laddove il SUO cane ha sporcato di fatto ha la condotta di chi volontariamente sporca beni mobili o immobili altrui. Certo, le necessità fisiologiche del cane non possono essere telecomandate, ma è possibile usare delle accortezze che possono anche salvarvi,oltre che dagli insulti, anche da multe o perfino reclusione.

    Recentemente un cittadino è stato denunciato dal proprietario di un immobile, in quanto il cane aveva fatto i bisogni sul muro di detta proprietà. Dopo cinque anni di battaglie legali e tre gradi di giudizio la Cassazione non sottovaluta il problema posto alla sua attenzione e che ormai «coinvolge interessi diffusi nella vita quotidiana», ma al contempo assolve il padrone del cane in quanto si era immediatamente premurato di “lavare via” il bisognino con l’acqua di una bottiglietta portata con sé proprio per queste evenienze. Elemento importante che porta ad escludere il dolo, anche eventuale, che caratterizza il reato di imbrattamento. In pratica questo atteggiamento dimostra come il padrone volesse scongiurare l’ipotesi che dal comportamento del proprio animale potessero derivare conseguenze spiacevoli per terzi e, nel caso, porvi rimedio.
    La Cassazione elargisce poi qualche consiglio pratico ai padroni dei cani, ben consapevole dell’inevitabile rischio che sia il cane a scegliere dove e quando dare sfogo ad un istinto «non orientabile e non sopprimibile», a meno di ricorrere ad azioni che si porrebbero al limite del maltrattamento. Uno strumento utile allo scopo può essere il guinzaglio, per limitare i movimenti dell’animale, o intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere «quantomeno nell’immediatezza dell’azione». Se per altri bisogni ormai c’è l’obbligo di attrezzarsi con buste e palette (comunque ancora troppo poco rispettato), in caso di pipì d si registra una “lacuna normativa” colmabile con un.. sorso di civiltà.

    La gente non ne può più... e si sfoga con i cartelli
    Per non urtare la sensibilità dei lettori abbiamo deciso di evitare il reportage fotografico dei "ricordini"

    Aumentano nelle nostre città i casi di inciviltà a due zampe: non si placa, infatti, il fenomeno delle deiezioni canine abbandonate da irrispettosi padroni dei nostri amici che di zampe ne hanno quattro. Monitorando la città di Recco - come un’altra qualsiasi - osserviamo come il problema si stia estendendo nelle zone principali: ad esempio si rischia di avere a che fare con indesiderati “souvenir” nei pressi della stazione o nella centralissima via Roma. Questo argomento è una delle principali cause di litigi ed è facile incappare in cartelli appiccicati sui portoni dei condomìni. È quanto avvenuto in un palazzo di via Trieste con un messaggio che recita testualmente: “I cani, generalmente, sono animali dotati di una certa intelligenza. Certamente che chi dovrebbe insegnare loro il comportamento da tenere, in special modo in un condominio, pensa che l’intelligenza cresca sotto i cavoli”.


    Tratto da CORFOLE! del 5/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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