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edizione cartacea, storia locale
di Simone Parma | 12 Maggio 2015 | in categoria/e edizione cartacea storia locale
L'Irlanda, le piume di gallo e “u Cicagnin du Gio”: I segreti del "piffero delle Quattro Province" al Polimuseo di Gattorna
Quando Ennio Lagomarsino inizia a suonare non possiamo che restare a bocca aperta ad ascoltare. È la magia del “Piffero delle Quattro Province”, uno strumento tanto semplice quanto incredibile nella sua potenza e delicatezza insieme. Una cornamusa tascabile (gli esperti probabilmente si risentiranno leggendo questa definizione), è questo ciò che sembra a chi lo ascolta per la prima volta. La storia di questo strumento parte da molto lontano, probabilmente dal 700 d.C., e arriva sino a Cicagna quando prima Pietro Cuneo “Petrun” nel 1800 e poi Nicolò Bacigalupo “u Grixu”, a cavallo fra ‘800 e ‘900, iniziano a produrre i Cicagnin, pifferi che poi verranno ribattezzati “delle Quattro Province”. Una storia fatta di materiali rari e quasi introvabili, come il bosso e l’ebano, intagliati con cura e dedizione, di ance (la linguetta da far vibrare per produrre il suono) difficili da costruire e da reperire, ma soprattutto di leggende e cantastorie sempre più in via di estinzione. «Ho conosciuto il “Piffero” per la prima volta con mio padre a Uscio. Era il “Cicagnin du Gio” (dal nome del proprietario ndr.) e subito rimasi affascinato dal suono e dalla forma particolare. Anni dopo, quasi per caso, l’ho ritrovato e così ho iniziato ad appassionarmi alla sua costruzione e al suo suono inconfondibile».
È così che Ennio, praticamente da autodidatta, ha iniziato quasi per scommessa con se stesso a produrre i propri “Cicagnin” dando nuova vita ad una delle tradizioni musicali della vallata. Il funzionamento dello strumento è semplice, ma la sua realizzazione prevede una cura quasi scientifica, tanto che Lagomarsino ne custodisce con gelosia l’ancia così preziosa, senza la quale il piffero non può nemmeno suonare: «quella che utilizzo io proviene direttamente dall’Irlanda perchè essendo la componente più difficile da creare di tutto lo strumento ho dovuto cercarla fra gli esperti costruttori di cornamuse, e l’ho trovata solo grazie all’aiuto di un irlandese trapiantato in Liguria».
Nella sua semplicità il piffero nasconde un’altra curiosità: «La piuma che si può notare sull’estremità non è semplicemente un decoro. Infatti veniva e viene ancora oggi usata per la pulizia dell’ancia che altrimenti rischia di non suonare alla perfezione. La tradizione prevede che sia una piuma di gallo, storicamente la migliore per questa funzione».
Affinché ne sia conservata la storia, Ennio ha donato una copia di “Cicagnin” al “Polimuseo” etnografico, del giocattolo e delle curiosità naturalistiche (nella foto al centro il fondatore Vittorio Rosasco nella sezione del giocattolo).
POLIMUSEO Gattorna, Via Terzonasca presso stabile Scuole Medie
Vittorio Rosasco 333.8756061
Tratto da CORFOLE! del 5/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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