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aiuola, cucina, edizione cartacea
di Giansandro Rosasco | 11 Marzo 2015 | in categoria/e aiuola cucina edizione cartacea
L'AIUOLA di Giansandro Rosasco- Bambiniiiii? Mereendaaa! (la Girella, la Nutella,la Crostatina, la Sacripantina, il Bounty e lo Yoyo! fino al famigerato "Ma tu l'hai mai provato Urrà?")
L’altro giorno stavo pensando alle cose belle della vita riassumibili in una sola parola e la prima parola che mi salta in mente cos’è? MERENDA!
Sì! Merenda è un vocabolo che apre il cuore! Merenda è una parola d’amore. Provate a pronunciarla tra voi e voi, lentamente. Me-ren-da!
E’ golosa e goduriosa, anzi è qualcosa di più, ti avvolge, ti stringe, ti coccola, ti ama. Me-rennnn-da. Evoca subito cose buone e momenti felici dell’infanzia: le sudate col pallone o in bici con gli amici e poi merenda. I compiti, i cartoni animati e poi merenda. La colonia estiva con le lunghe passeggiate e merenda. Merenda non sono solo “attimi”, è anche gola. Profonda. Pane e tavoletta di cioccolato. Pane, sale e olio. Pane, burro e zucchero. Mi sembra di risentirne il sapore. Ma non è mica tutto qui.
Figlio degli anni ‘80 ho divorato milioni di merendine di tutti i tipi: Girella, Yo Yo, Soldini, Tegolini, Crostatine, Raider (che adesso si chiama Twix), Bounty, Kit Kat, Duplo, Kinder Bueno, Pinguì fino ad arrivare al tormentone: “Ma tu l’hai mai provato Hurrà?”. Si ovvio che l’ho provato Hurrà e in tutte le Kamasutravarianti: cioccolato fondente, al latte e crema-nocciola compresa.
A proposito, vogliamo parlare della regina delle merende? Pane e Nutella. Di quando pesavi 40 chili, calzoncini compresi, e potevi scofanartene a palettate, col cucchiaio che tornava sempre in bocca grondante di quel nettare cioccolatoso che spalmavi su pane, biscotti, grissini, cracker e qualsiasi altra cosa come se non ci fosse un domani. Essere bambini e non sapere che esistono le “calorie”: che beatitudine!
Ma non è più così! Qualche giorno fa in un supermercato un ragazzino ha raccomandato a sua mamma di non comprare la Nutella “perchè fatta con olio di palma e chi la mangia contribuisce a far morire i macachi”. La cosa mi ha toccato profondamente e ho pensato che dovevo fare qualcosa per solidarietà: così ne ho tirato su due confezioni, una per me e una in onore di quella famiglia orfana del suo vasettino. E non voglio certo dimenticare le merende un po’ più sane: la slerfa di focaccetta, il panino col prosciutto cotto (“che fa più bene del salame”), il toast che la mamma di Sandro divideva tra di noi come fossi un figlio, la fetta di torta fatta in casa e qualche volta persino un frutto (per fortuna all’epoca le cose salutiste non andavano ancora di moda). Oggi sulla soglia della quarantina sono diventato un po’ più sofisticato. L’amore per la merenda è rimasto inalterato mentre quello per le merendine si è invece affievolito, ad eccezione di “quelle che sudano” come la Fiesta e la mitica Sacripantina Preti, splendido francobollo di cioccolata genovese avvolto nella carta azzurra, che finisce sempre troppo presto. Insomma, avrete capito che la merenda è una faccenda importante, da prima pagina, e per questo a tutti potenti della terra che sicuramente staranno leggendo queste parole, dico: “Orsù signori, non fate la guerra. Fate merenda!”
Tratto da CORFOLE! del 3/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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