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attualita, ecologia
Il Comitato "Giù le mani dal Fiume Entella" contro CGIL, CISL e UIL: "sostengono le grandi opere invece di difendere il territorio e i cittadini"
Dal Sindacato ci aspetta una politica di tutela del lavoro e dei lavoratori specie nei loro diritti fondamentali, per questo stupisce la recente posizione assunta dai sindacati CGIL, CISL, UIL in difesa delle grandi opere progettate nel Levante Ligure, in particolare del depuratore comprensoriale e delle infrastrutture sul bacino dell’Entella, ben lontane dal perseguire tali intendimenti. Un depuratore, per di più dentro la foce di un fiume, in in’area che è anche un SIC (sito di interesse comunitario), a cui dovrebbero confluire le acque nere di due distinti bacini imbriferi è innanzitutto un insulto alla ragione.
Basta pensare ai costi di tali opere, con nuove tubature, nuove stazioni di pompaggio, manutenzioni, che si riverserebbero nelle bollette Iren degli utenti del nostro comprensorio. Oltre tutto si devono considerare i danni derivanti ai balneari, per tutta la durata dei lavori di posa delle tubature, che passano anche dalle rocche di S. Anna, zona nota per essere soggetta a frane e particolarmente esposta ai marosi. Possiamo solo immaginare che cosa succederebbe in caso di rotture o di malfunzionamenti delle stazioni di pompaggio.
Falsa è l’affermazione che i Comuni da maggio di quest’anno riceveranno le sanzioni dell’Europa se non si adegueranno ai parametri. Certamente inseguire progetti fantasiosi e scellerati quali quelli relativi al depuratore comprensoriale fa perdere tempo e soldi che potrebbero essere spesi per le cose che si devono fare: adeguare il depuratore esistente alla normativa vigente e individuare la zona per un nuovo depuratore nel sestrese. Non meno gravi sarebbero le conseguenze dell’urbanizzazione della piana dell’Entella.
I recenti eventi alluvionali, che hanno segnato pesantemente anche il nostro territorio, dovrebbero avere fatto capire i pericoli derivanti dall’impermeabilizzazioni dei suoli. Con tutto ciò non una parola è stata spesa per dire quello che si deve fare nel nostro territorio, se si vuole pensare ad un futuro sostenibile e non gonfiato da finanziamenti che se ci fossero dovrebbero essere spesi in ben altro modo e precisamente per:
1) La corretta rimozione del cuneo sabbioso alla foce del fiume a partire dalla parte più esterna (vedi Piano tutela costiero marino della Regione Liguria);
2) La manutenzione degli argini secondo le indicazioni del sopraccitato PTCM);
3) La manutenzione delle pile dei ponti;
4) Interventi preventivi nelle zone franose;
5) Piano di rilancio dell’intero nostro entroterra.
Tutto questo genererebbe il rilancio del nostro territorio, con nuovi posti di lavoro stabili, perché in grado di offrire nuove opportunità economiche specie nel campo agricolo e turistico, diversamente da quanto accadrebbe con le paventate grandi opere, di cui si avvantaggerebbero più che altro i vincitori degli appalti, che neppure è detto siano imprenditori locali, per il periodo limitato dall’esaurirsi dei finanziamenti.
I commenti dei lettori
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