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    agenda, cultura, letture, uscire

    03 Febbraio 2015 | in categoria/e agenda cultura letture uscire

    L'Afghanistan, i talebani, "l'odore delle cose che non sono più e non sono ancora morte", quanto poco sappiamo di loro, quanto poco sanno di noi: incontro con lo scrittore Farhad Bitani - 7 febbraio, Rapallo

    L'Afghanistan, i talebani, "l'odore delle cose che non sono più e non sono ancora morte", quanto poco sappiamo di loro, quanto poco sanno di noi: incontro con lo scrittore Farhad Bitani - 7 febbraio, Rapallo

    "Quando andrò in Afghanistan per raccontare la ritirata, l'ennesima, dell'Occidente, porterò con me questo libro di Farhad Bitani. Perché raramente ho sentito, in un libro che parla di molte cose, l'odore della guerra: fumo, sudore pane stantio e immondizie. È l'odore delle cose che non sono più e non sono ancora morte. La vita non l'ha ancora afferrata questo giovane afgano: ha per lui un'aria di inafferrabilità. Ma in questo libro è già stata ridotta in minimi termini. C'è tutto, anche se in linee sottilissime. Racconta cose terribili e piccoli gesti della vita quotidiana che, in quello spazio, hanno un significato arcano e difficile. Guarda dentro con infinita pazienza.Racconta di qualcuno che è stato ucciso. Le parole non esprimono emozione: è un fatto. Si nasce, si combatte, gli amici muoiono, i nemici muoiono, si muore noi stessi".
    E' la prefazione di Domenico Quirico, inviato di guerra della Stampa e vittima di un rapimento in Siria, al  libro "L'ultimo lenzuolo bianco – L'inferno e il cuore dell'Afghanistan" di Farad Bitani.

    Classe 1986, ex capitano dell'esercito afgano, BItani ha studiato scienze strategiche in Italia, all'Accademia militare di Modena e alla Scuola di applicazione e Istituto di studi militari. Durante la sua infanzia ha vissuto la guerra in Afghanistan da vincitore, perché suo padre era uno dei generali che hanno sconfitto il potere sovietico; più tardi ha vissuto la guerra da perseguitato, visto che la sua famiglia di etnia pashtun era nemica dei talebani che detenevano il potere. Questo il motivo per cui li ha combattuti in prima persona.
    Dopo aver subito un attentato, ha deciso di andare via dal suo mondo trasferendosi, e scegliendo come tanti, l'Italia. Da qui ha avuto modo di verificare la differenza tra quello che in Afghanistan si sa del mondo occidentale e l'Europa reale e viceversa, di quanto (poco) l'Occidente sappia dell'inferno e del cuore dell'Afghanistan.
    A parlare delle tematiche raccolte nel libro, insieme all'autore, il giornalista Rodolfo Casadei. Incontro organizztao dal centro culturale Newman di Rapallo


    Sabato 7 febbraio alle 21
    Auditorium delle Clarisse
    Ingresso libero.


     


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