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    attualita, diritto, edizione cartacea

    di Simone Parma | 03 Febbraio 2015 | in categoria/e attualita diritto edizione cartacea

    Banche e tassi da usura - "Ecco come ho riavuto gli interessi non dovuti" La storia di Giuseppe, tra un appalto non pagato, i dipendenti da pagare e la banca che chiede invece di dare.

    Banche e tassi da usura - "Ecco come ho riavuto gli interessi non dovuti" La storia di Giuseppe, tra un appalto non pagato, i dipendenti da pagare e la banca che chiede invece di dare.Il mediatore Claudio Amantini

    Una storia fra le tante che negli ultimi anni affollano i bar nei discorsi stupiti della gente che si chiede come mai quell’imprenditore, che pure sembrava serio, ora stia licenziando i propri dipendenti. O, peggio ancora, si sia arreso a meccanismi insulsi e aberranti, arrivando al punto suicidarsi.

    La storia di Giuseppe: l’appalto non pagato, i dipendenti da pagare e la banca che chiede invece di dare
    Giuseppe (nome di fantasia) è proprietario di una piccola azienda artigiana con una decina di dipendenti di cui conosce per nome mogli e figli. Nel Marzo 2013 si aggiudica un subappalto per commesse pubbliche e appena firmato il contratto mette in campo i suoi uomini. Lavorano, lavorano, ma i soldi dell’acconto pattuito non arrivano. I dipendenti vanno però pagati comunque e così Giuseppe si trova costretto a chiedere un allargamento del fido alla propria banca. Le cose però si complicano ulteriormente: l'azienda appaltatrice non paga del tutto. Giuseppe si trova così tra l'incudine e il martello: da una parte i suoi dipendenti e i fornitori che reclamano i loro soldi, dall'altra la sua banca, proprio nel momento di maggior difficoltà, gli impone di rientrare di tutta la sua posizione debitoria. Una situazione che purtroppo hanno vissuto e si ritrovano ogni giorno a vivere migliaia di imprenditori e che, come abbiamo avuto tutti modo di sapere, spesso finisce nei modi più tragici.

    L’intervento del mediatore
    La nostra vicenda però avrà un lieto fine. Giuseppe infatti non si arrende e si rivolge ad un mediatore, insieme al quale valuta la propria posizione bancaria, scoprendo che il suo istituto di credito non lo stava affatto aiutando. Molto spesso le banche, oltre al cinismo che dimostrano, utilizzano veri e propri strumenti illegali: anatocismo e usura. Ma di che cosa si tratta? Si parla di anatocismo quando le banche fanno maturare interessi (illegali) sugli interessi comunicati al cliente nel contratto (gli interessi degli interessi), mentre parliamo di usura quando la somma dei tassi di interesse e dei costi supera la soglia prevista dalla legge, rendendo appositamente difficile il rientro dal debito. Il ruolo del mediatore in casi come questo ce lo spiega un esperto del settore, Claudio Amantini (335.5457209 claudioamantini@gmail.com): «Quando si verificano situazioni del genere esiste per il risparmiatore o impresa che sia, un diritto risarcitorio, sul quale diverse Agenzie di Mediazione e Società private si sono specializzate».

    Come operano queste agenzie?
    «Quando si riscontra che l'Istituto Bancario applica usura oggettiva o soggettiva su mutui, leasing, fido e conti correnti, (e questo avviene nel 90% dei casi che ci sono stati proposti in mediazione) al cliente devono essere restituiti tutti (tutti) gli interessi che ha pagato e stornati quelli futuri. Spesso per molti significa la salvezza: vedersi restituire la casa, riaprire l'azienda, tornare a lavorare, ritornare a vivere. La società e fondazione per la quale lavoro ha recuperato dalle banche sotto forma di interessi non più dovuti e restituito a chi spettavano oltre un miliardo di euro: una bella cifra, una buona boccata di ossigeno per un'economia asfittica come la nostra».

    Chi controlla le banche? Una banca!
    Un problema che però va oltre il singolo caso e riguarda l'intero sistema. Amantini infatti pone l'accento su alcune contraddizioni: «Chi controlla queste banche? Quale ente o istituzione è preposto a tale compito? Viene spontaneo rispondere che dovrebbe essere la Banca d'Italia, la quale però è in mano a banche e assicurazioni private. Definirlo quindi “soggetto controllante” è quasi impossibile: controllore e controllato finiscono per essere la medesima persona giuridica».

    Un bel problema, ma ci conforta sapere che Giuseppe e altri come lui sono riusciti a salvare la propria attività e gli stipendi dei propri dipendenti grazie all'operato di chi, come Amantini, cerca di contrastare lo strapotere delle banche e della finanza.



    Tratto da CORFOLE! del 2/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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