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cultura, edizione cartacea, storia locale
di Pier Luigi Gardella | 06 Novembre 2014 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale
Alla scoperta dell'origine del nome dei nostri paesi. SORI: forse una conca (o una tomba!) divisa in 3 rettorie, abitata da 101 foghi e che comprendeva anche Pieve Ligure
Con un vasto territorio montano alle sue spalle Sori è un comune del Golfo Paradiso noto per la sua bellissima spiaggia, la barocca chiesa parrocchiale e il suggestivo oratorio di S. Erasmo “come nave disposta a esser varata” per dirla con Cardarelli. L’origine del suo nome è abbastanza incerta e varie sono le interpretazioni che nei secoli ne sono state date. Il solito Dizionario Toponomastico UTET, riferendosi alle fonti medievali che riportano la forma “Sauri”, suppone si tratti di un prediale, cioè un toponimo legato a un fondo rustico coltivato, che si è fissato nell’ablativo plurale del nome della famiglia gentilizia “Saurius”, peraltro molto raro.
Lo storico Goffredo Casalis invece, nel suo Dizionario del 1835 sostiene che “vetuste memorie, atti notarili e più ancora la costante tradizione inducono a credere che il nome di Sori sia un’alterazione di Sauli; in carte dei tempi di mezzo (medievali n.d.A.) si legge “plebs Saulorum”. Ma la famiglia Sauli ebbe mai a che fare con Sori? Lo storico Serra lo fa invece derivare dalla parola greca “soros” cioè avello, che nel suo significato italiano è tomba o sepolcro, ma derivante a sua volta dal latino “labellium”, vale a dire piccola conca: e questo potrebbe ricondursi alla valle del torrente Sori.
Già nel Cinquecento, tuttavia, il paese è chiamato Sori da Mons. Giustiniani che nella sua Descrizione della Liguria del 1537 così lo descrive: “Seguita la villa denominata Sori, quale ha una valletta per la quale discorre un fiumicello di lunghezza di quattro miglia, quale ha origine nel monte di Fassia sopranominato la Valletta e bene habitata distinta in tre rettorie: la prima San Michele con centouno foghi, la seconda la rettoria di Mianeri con foghi centotrenta uno, la terza la rettoria di Caneva con foghi cento tredici.” Da queste note possiamo vedere come allora il territorio di Sori fosse diviso nelle tre parrocchie di Pieve Ligure (San Michele), Migavero (Mianeri) e Canepa (Caneva).
Sarebbe interessante soffermarci su quel Migavero, che sta a indicare una parte del territorio di Sori a levante del torrente, oggi però passato in disuso, ma che comunque doveva comprendere la chiesa parrocchiale. Come ci ha segnalato Aldo Pezzana del Centro Studi Storie di Jeri, il toponimo è presente in atti notarili sin dal XII secolo: nel 1180 lo troviamo citato come “Amigavei”.
Purtroppo non abbiamo notizie sull’etimologia del nome. Sarebbe altrettanto interessante soffermarci sulle tante frazioni di Sori che costellano la sua valle: da Canepa a Teriasca, da Capreno a Sant’Apollinare, a Sussisa per citarne solo alcune, ma questo, penso che potrà essere oggetto di un prossimo articolo.Tornando a quanto scriveva mons. Giustiniani nel 1537 osserviamo che la popolazione è indicata in “foghi” (fuochi). Questo termine era usato per indicare una famiglia (un focolare) e in genere è fatto corrispondere a una media di cinque o sei membri. Il territorio contava pertanto all’epoca oltre 1600 abitanti, comprendendo l’odierna Pieve Ligure.
Tratto da CORFOLE! del 11/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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