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    attualita, ecologia, edizione cartacea

    di Cristina Parente | 07 Ottobre 2014 | in categoria/e attualita ecologia edizione cartacea

    MORIA DI ALBERI A RECCO: interviene l'agronomo ed è polemica con Matteo salvini che la definì “città brutta e sporca”

    MORIA DI ALBERI A RECCO: interviene l'agronomo ed è polemica con Matteo salvini che la definì “città brutta e sporca”

    L’estate 2014 la ricorderemo per le bizze del tempo: l’inquinamento può avere ripercussioni non solo sul clima, ma anche su alberi e piante, che ne risentono proprio come l’uomo e ogni specie vivente. Quest’anno a pagarne le conseguenze sono stati soprattutto olivi, piante da frutto, basilico e rucola. Ma anche i cipressi. Parafrasando i celebri versi di Carducci potremmo dire che i cipressi ”in quel di Megli, sulla collina di Recco, dove un maestoso albero ai piedi della scalinata di salita Santa Spina che porta alla chiesa di Nostra Signora delle Grazie, è diventato secco e marrone, a causa del cancro del cipresso”. E’ per puro caso che il Prof. Dr Manlio Sorbara li nota mentre effettua dei rilievi sugli oliveti zona. Diplomato alla Scuola agraria e laureato in Scienze forestali, nel 2008 lascia Palmi (RC) alla volta di Genova, per rispondere alla convocazione di un incarico di insegnamento presso l’Istituto Agrario Marsano. A Genova si è anche occupato dell’area verde Ex Ospedale psichiatrico di Quarto.

    -Dr Sorbara, cosa sta uccidendo i cipressi?
    Se fosse confermato ciò che appare da una osservazione molto preliminare, potrebbe trattarsi di Seridium Cardinale, fungo patogeno dalla sintomatologia caratteristica: colate resiniche rosso cardinalizie in fase iniziale di attacco. Da qui il nome, che risulta anche emblematico peri  cipressi di una chiesa!

    -Si tratta di una malattia pericolosa?
    La pianta è oramai seccata e nulla è possibile fare per lei. Il rimedio più efficace risulta essere l’asportazione, veloce e con criterio, procedendo con trattamenti chimici preventivi visto che il patogeno, se fosse proprio lui, si diffonde rapidamente grazie al vento, all’acqua e a vettori quali piccoli insetti scavatori di gallerie corticali o sottocorticali. Quale che sia l’agente causale della morte, quel cipresso è in effetti un elemento in grado di connotare molto negativamente un territorio “di cornice”, fortemente caratterizzato da un punto di vista paesaggistico. Senza considerare le eventuali implicazioni sulla stabilità della pianta!

    -Come intendete procedere?
    Essendo il cipresso quasi certamente di proprietà della Chiesa è quest’ultima a dover muovere istanza a Soprintendenza e Comune, a causa della coesistenza di un doppio vincolo, “monumentale” e “paesaggistico”, che come nel caso dell’Ospedale psichiatrico di Genova Quarto genera un lungo iter burocratico... Ma data l’ubicazione si spera che l’intervento avvenga nei tempi stabiliti, perché la strada sottostante che collega a doppio senso Megli a Recco e a Polanesi è un percorso obbligatorio per ogni tipo di veicolo.

    - Ci sono alberi malati anche nella zona a mare, cosa sta succedendo?
    Stavo ripassando il mio intervento da tenere presso l’Università di Pisa, quando mi contatta il Comune di Recco esponendomi proprio un caso di analisi della stabilità di Pinus pinea, ovvero di alcuni pini del lungomare Bettolo, riferendosi alla caduta di un ramo del giorno prima, per fortuna senza danni. Il caso è stato discusso perciò anche a Pisa. Trattandosi di area gioco vengono chiamati in causa la pubblica sicurezza e la tutela dei beni paesaggistici. Due alberi sono stati abbattuti con un’ordinanza emessa immediatamente a causa della loro grossa propensione al cedimento. Risolto il rischio immediato, l’area è stata temporaneamente riaperta in sicurezza durante i festeggiamenti della Sagra del Fuoco. Capiterà così ai passanti di notare cavi appesi agli alberi: questo perché la loro caduta può avvenire tra un giorno, un anno o dieci.

    -Ad Agosto Matteo Salvini vedendo questo parco chiuso a ferragosto ha definito Recco “sporca e buia”, cosa ne pensa?
    Salvini ha sparato a zero sull’amministrazione recchese accusando i politici di aver preferito chiudere un parco giochi in pieno agosto anziché potare gli alberi a rischio. Trovandosi a Recco, è entrato nell’aria vietata, facendosi fotografare coi suoi bambini e accollandosi la multa, per poi restituire appunto l’immagine di una città in declino. Mi sono trovato coinvolto nella querelle con Salvini quando già era stata emessa un’ordinanza sindacale per la caduta di un ramo sul dehors di un locale adiacente i giardini pubblici. Il Sindaco, sentito il mio parere, ha fatto abbattere gli alberi, proprio nel mentre che Salvini inveiva sulla pericolosità degli alberi e sulla lentezza burocratica, trovatosi a passare forse “per caso” nella cittadina, a lanciare insulti per poi prendersi il merito del fruttuoso provvedimento comunale.



    Tratto da CORFOLE! del 10/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


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