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attualita, benessere, edizione cartacea, esperti, salute
di Simone Parma | 09 Luglio 2014 | in categoria/e attualita benessere edizione cartacea esperti salute
Malati migliorano grazie a una cura “non convenzionale” e ne chiedono l'inserimento in ospedale: ma l'Asl dice no. AIDS e morbo di Chron tra le patologie curate
AIDS e morbo di Chron sono solo alcune patologie curate con successo grazie alla terapia BIDA: ma la burocrazia non ne permette l’utilizzo in ospedale
Nella medicina occidentale l’approccio alla malattia o disturbo è settoriale: se una persona ha mal di stomaco si va dal gastroenterologo, il quale prescriverà analisi e medicine finalizzate a curare lo stomaco. Nella Medicina Olistica (dal greco olos, “totalità”) la persona viene vista come un unico organismo e il disturbo allo stomaco potrebbe essere il sintomo di un problema che sta altrove. Quindi la cura si indirizza in quel “altrove”. Negli anni sono aumentate in modo esponenziale le persone che, per diversi motivi, hanno deciso di avvalersi di medici olistici e allo stesso modo sono aumentate le ricerche, le scoperte e le cure. Il concetto per cui a dover essere curata non è la malattia ma il malato è stato l'approccio fondamentale per lo sviluppo di diverse tipologie di terapie, tra cui la BIDA (Bioterapia Infusionale del Dott. D'Abramo), ora al centro di uno spinoso caso di indifferenza da parte della ASL 4 Chiavarese.
Terapia BIDA: le testimonianze
Il Dott. Roberto Santi, medico dell'ASL 4 e allievo del Dott. D'Abramo, ha applicato la BIDA con successo, ottenendo risultati che lui stesso definisce «straordinari». Tra questi un caso di AIDS e da ultimo i sostanziali miglioramenti di una donna, S.M., affetta da morbo di Crohn: «La medicina convenzionale non ha funzionato nel mio caso, anzi. L'alto dosaggio di cortisone e gli errori di valutazione hanno provocato ulteriori danni al mio fisico. I miglioramenti sono iniziati solo dopo due cicli di flebo della cura denominata BIDA e le ultime analisi che ho effettuato ne sono la prova evidente». L'interesse intorno alla terapia è cresciuto nel tempo, tanto che il sindaco di Chiavari, Roberto Levaggi ha proposto l'avvio della sperimentazione della terapia, richiedendo, anche a mezzo stampa, un approfondimento da parte dell'ASL sulla cura, alla luce dei risultati ottenuti.
Lo scontro con l’Asl4: questa cura non segue le linee guida
Nonostante i risultati ottenuti, nonostante l’appello dei malati, dei cittadini e del Sindaco la risposta dell'Asl è stata: «tale pratica non viene utilizzata in ASL 4 […] e nessun servizio ambulatoriale è pertanto destinato alla sperimentazione di tale pratica». Una presa di posizione netta, che non lascia spazio a possibili aperture riguardo alla sperimentazione della cura. Il Dott. Santi analizza così le possibili soluzioni a questa situazione: «Il ruolo della ASL dovrebbe essere quello di applicare il codice deontologico, il quale non pone le linee guida come leggi inconfutabili, ma anzi impone di cercare soluzioni alternative nel momento in cui le cure attuali non siano più funzionali al loro scopo. Per questo anche la Regione dovrebbe muoversi verso l'apertura del sistema, mettendo a disposizione un apparato organizzativo che permetta la sperimentazione prima, e l'attuazione poi, di cure alternative». Il punto di vista del medico chiavarese è chiaramente differente da quello dell’ASL e si muove nella direzione del Diritto alla scelta terapeutica da parte del paziente. La posizione dell’ASL è chiaramente orientata al mantenimento della solidità scientifica della medicina “convenzionale”, tanto che l’autorizzazione alla pratica della BIDA «non verrebbe comunque concessa al di fuori della disciplina autorizzata e/o di protocolli di cura scientificamente validati». Va comunque sottolineato che la competenza a legiferare in tal senso spetta alla Regione.
IL paradosso: le linee guida per l’asl4 non sono affidabili
La diatriba è aperta e il medico chiaverese pone un ulteriore quesito alla Azienda, sottolineando un intervento del Direttore Sanitario, Flego Gaddo, sul principale portale medico degli Stati Uniti in cui lo stesso, in merito ad un farmaco anti-aritmico dichiara: «Preoccupazioni sono state espresse circa l’affidabilità delle linee guida della pratica clinica». Si tratta per Santi di una contraddizione: il Direttore Sanitario non accetta cure che non siano passate dalle linee guida e poi giudica le stesse non affidabili, con conseguenti prescrizioni di farmaci inutili se non pericolosi. E qui va precisato che la terapia BIDA è composta da cosiddetti “biofarmaci” ossia elementi naturali, presenti nel nostro corpo, facilmente reperibili ed economici: fruttosio 1,6 difosfato, fosfolipidi, ademetionina, glutatione ridotto, vitamina C, citicolina, coenzime. E oltretutto privi di effetti collaterali.
Si tratta di un caso di bioetica, in cui l’unica certezza al momento è l’incertezza del paziente, che volendo seguire la strada proposta dal Dott. Santi si trova nel limbo di una cura non autorizzata dall’ASL, che utilizza però farmaci riconosciuti e che ha già dimostrato di avere riscontri positivi. L’auspicio del Dott. Santi e dei suoi pazienti è che arrivi una risposta concreta, nel senso scientifico del termine, da parte delle istituzioni. Si tratterebbe di un aiuto importante a tutti coloro hanno l’intenzione di scegliere strade alternative, ma senza perdere il supporto delle strutture sanitarie.
In altre regioni le richieste dei pazienti vengono ascoltate
In altre Regioni, come la Toscana, la Campania e l’Emilia Romagna i governi regionali si sono già mossi verso un’apertura alla medicina non convenzionale, con la predisposizione di ambulatori dedicati e con l’istituzione a Ravenna de “Il secondo parere”, progetto in cui l’ASL si fa carico della richiesta di delucidazioni, da parte del paziente, in merito alle cure proposte e della ricerca di possibili cure alternative.
Che cos'è la BIDA
Sperimentata e perfezionata per più di 20 anni dal Dott. D'abramo, scomparso lo scorso Aprile, si propone di risolvere diverse patologie quali: malattie vascolari diabetiche ed arteriosclerotiche, psoriasi, acne ribelle, depressione e ansia, attraverso la somministrazione in via venosa e in infusione continua di farmaci espressamente privi di effetti collaterali. I medici che applicano questo tipo di trattamenti sottolineano che non si tratta di una contrapposizione alla medicina “convenzionale” ma piuttosto di una sua integrazione. Questo perchè i farmaci usati sono riconosciuti e registrati regolarmente presso il Ministero della Salute tramite AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e quindi reperibili in farmacia, ma somministrati seguendo un approccio che tiene in considerazione i principi della Medicina Olistica.
Per saperne di più
dott. Roberto Santi
339 4637489
Tratto da CORFOLE! del 7/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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