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    attualita, diritto, ecologia

    05 Giugno 2014 | in categoria/e attualita diritto ecologia

    Acqua Pubblica: Chiesa “Il Governo impugna la riforma dell'Ato difendendo così gli interessi delle aziende private, ma la Regione Liguria resiste: ora la Legge è vigente a tutti gli effetti e i Comuni interessati possono gestire direttamente la risorsa idrica”

    Acqua Pubblica: Chiesa “Il Governo impugna la riforma dell'Ato difendendo così gli interessi delle aziende private, ma la Regione Liguria resiste: ora la Legge è vigente a tutti gli effetti e i Comuni interessati possono gestire direttamente la risorsa idrica”

    La giunta regionale nella seduta di venerdì 30 maggio ha deciso di resistere nel ricorso proposto davanti alla Corte Costituzionale dalla presidenza del Consiglio dei Ministri che reputa illegittimi alcuni articoli della legge regionale in materia di riforma dell’Ato.

    “E’ stato affidato l’incarico a due noti avvocati romani  di resistere – spiega il consigliere regionale Ezio Chiesa (Liguria Viva) -  in merito alle censure formulate  sull’articolo 10 che indica la possibilità per i Comuni già appartenenti alle Comunità Montane con popolazione inferiore o uguale a tremila residenti  di gestire  in autonomia il ciclo integrato delle acque”.

    Una scelta giusta in quanto la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge della Regione Liguria 1/2014 recante rappresenta una profonda ingiustizia perpetrata con motivazioni pretestuose.

    “In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci – continua Chiesa – è utile ricordare come la legge resta in vigore, ai Comuni che hanno le caratteristiche per gestire il ciclo integrato delle acque restano ormai circa tre settimane di tempo per decidere se accettare questa sfida voluta soprattutto dalla gente”.

     Il Governo ritiene che l’articolo 10 non garantisca concorrenzialità e efficienza, un grave  errore in quanto in tutti questi anni abbiamo visto come a non garantire concorrenzialità, efficienza ed economicità sia stata le gestione affidata a Iren e alle aziende ad essa collegate.

    “Con la scelta di ricorrere alla Corte Costituzionale il Governo dimostra di voler difendere le grandi aziende e non stare dalla parte dei cittadini che si erano espressi in occasione del referendum svoltosi nel 2011 – conclude Chiesa -  bene ha fatto la giunta  a decidere di resistere nel ricorso”.     


     


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