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edizione cartacea, storia locale
08 Maggio 2014 | in categoria/e edizione cartacea storia locale
La nostra storia di naviganti e artigiani del mare: il Museo Marinaro “Gio Bono Ferrari” di Camogli è rinato a nuova vita
Dopo una chiusura relativamente breve durante nel dicembre scorso si sono dischiuse le porte di questo scrigno che contiene tutte le memorie delle Città dei Mille Bianchi Velieri. Come ci racconta la scrittrice camoglina eperta di storie di mare e di fari, Annamaria Lilla Mariotti, “I velieri di Camogli durante il XIX secolo hanno percorso tutti gli oceani del mondo, visitato porti noti e paesi esotici, i suoi capitani hanno oltrepassato il terribile Capo Horn molte volte, tanto da ottenere l’ambita qualifica di Cap Horniers”. Al Museo si trova una pergamena che porta le firme di tutti questi eroici capitai, allora già anziani, riuniti a Camogli per una giornata dedicata a loro. Il nuovo allestimento del museo ha valorizzato anche i preziosi modelli di cantiere, una volta nascosti da una serie di documenti ingialliti. Cos’è un modello di cantiere? E’ il mezzo scafo in legno che veniva scolpito dai maestri carpentieri e che poi serviva come modello per costruire la nave vera.
Anche la quadreria del Museo, antica e preziosa, ora è molto più visibile. Prosegue Lilla: “In un’epoca in cui la fotografia faceva ancora i primi passi e non era certo possibile fotografare un veliero in navigazione, gli armatori di Camogli commissionavano un dipinto delle loro navi a pittori esperti in quel tipo di ritratto, che poi veniva appeso nei loro “scagni”, come si chiamavano in dialetto gli uffici. L’avvento del vapore purtroppo, ha messo fine a poco a poco a questa epopea, lasciando solo dei ricordi conservati con cura da molte famiglie che vi avevano preso parte.” Ed è proprio questa la specularità del Museo: tutti i reperti sono pezzi autentici, appartenuti ad armatori e capitani che un po’ alla volta il suo fondatore, Giò Bono Ferrari, è riuscito a farsi consegnare dalle famiglie che li conservavano. In seguito sono state le stesse famiglie che hanno iniziato a donare i loro cimeli ai Museo, rendendolo sempre più ricco.
Non riuscendo a spostare la sede del Museo in un ambiente più grande e più idoneo, il suo nuovo direttore Bruno Sacella ha trovato la soluzione ed ecco che, con l’aiuto della nuova tecnologia digitale, il vecchio, piccolo Museo ha preso un aspetto più grande, più arioso, con il semplice spostamento di alcune vetrine, l’apertura di nuove finestre, cambiando l’illuminazione e inserendo in una tavola elettronica tutti i documenti che prima occupavano molto spazio e anche una raccolta delle diapositive utilizzate per la presentazione del libro “Tristan da Cunha – Storia e vicissitudini della più remota comunità umana” di Annamaria “Lilla “ Mariotti, in modo che possono essere facilmente visionate. In particolare una grande vetrina ora mostra ancora meglio i suoi cimeli. Si tratta della vetrina dedicata a Tristan da Cunha, la piccola isola in fondo all’oceano Atlantico, divenuta, nel 1892, patria di due marinai Camoglieri. Inoltre lo staff del Museo, sotto la supervisione del suo Direttore, sta catalogando tutti i reperti seguendo il sistema di catalogazione nazionale. Questo permetterà, a lavoro finito, di inserire il Museo Marinaro di Camogli nel circuito del Musei Nazionali Italiani. Concludiamo con l’invito di Lilla “Consiglio a tutti una visita a questo gioiello che racchiude tutta la storia e i ricordi del periodo glorioso della vela, un romantico ricordo”.
Tratto da CORFOLE! del 5/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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