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attualita, diritto, edizione cartacea
di Michela De Rosa | 03 Marzo 2014 | in categoria/e attualita diritto edizione cartacea
Adottare un bambino: una gioia non priva di ostacoli. Ad aiutare le famiglie in questo percorso l'associazione AIBI apre punti informativi a Chiavari e Cicagna
Tutti abbiamo nella nostra vita qualcuno per il quale pensiamo “gli voglio bene come a un fratello”, o l’amica che “è più di un’amica, è la sorella che ho sempre voluto”, ma anche un datore di lavoro, un allenatore, una figura di riferimento che “è come un padre”, o la zia che ci ha cresciuti “come una madre”. E crescendo ci imbattiamo in bambini o ragazzi a cui “vogliamo bene come a un figlio”. Si potrebbe dire che siamo un po’ tutti “famiglie adottive”. Perché il legame non è solo quello del sangue. Lo sanno bene le tante famiglie che ogni giorno nel mondo decidono di adottare un bambino. Tante sono le motivazioni che spingono una coppia a intraprendere questo viaggio ma per tutte resta il fatto che si tratta di una grande scelta d’amore. Una scelta che la si potrebbe metaforicamente descrivere come “un lungo parto” perché, come per i figli naturali, si deve affrontare un percorso stravolgente a livello psicologico, organizzativo, di relazione di coppia, di speranze e di paure, di fiati sospesi e di attese, con nel cuore quella voglia che accomuna tutti i genitori: vederlo, abbracciarlo e iniziare ad essere una famiglia. Per essere onesti quello dell’adozione non è solo un lungo ma anche un complesso e - va detto - costoso parto. Questo è il motivo principale per cui in Italia le adozioni sono in diminuzione, complice anche la crisi che certo non agevola chi deve imbarcarsi - è il caso di dirlo - in tasferte, viaggi e spese varie.Certo, la ricompensa alla fine è grande, ma occorre armarsi di pazienza. Ad accompagnare le coppie in questo percorso in Italia ci sono 62 associazioni accreditate e per legge ci si deve affidare a una di loro. In tutta la Liguria al momento si è totalmente scoperti e ci si deve rivolgere alle regioni vicine: fa eccezione il Levante, dove troviamo a Casarza l’associazione “In cammino per la famiglia” e ora l’apertura del punto informativo della AIBI “Amici dei bambini” che il 6 marzo apre a Chiavari e Cicagna (vedi box), dopo aver da poco aperto un punto a Savona.
L’approccio di Ai.Bi.
“La coppia che si vede padre e madre di un bambino non suo è una grande risorsa e quindi già di per sé idonea. Ma non sa ancora cosa voglia dire adottare un bambino abbandonato che vive in un paese straniero. Per tale ragione va seguita e accompagnata lungo tutto il suo percorso: prima dell’adozione, durante e dopo. Questa è la filosofia di Ai.Bi.” Detto così può sembrare banale, ma ci sono realtà in Italia in cui una coppia che adotta lo fa per forza “per ripiego” e viene trattata quasi come se fossero dei criminali. Se è vero che i bambini vanno tutelati e affidati a famiglie pronte per accoglierli, è altrettanto vero che dolori come l’infertilità - oggi galoppante - o la perdita di un figlio dovrebbero essere trattati con altrettanto rispetto e sensibilità. In questo Aibi si differenzia perché al posto di impiegati si viene accolti e seguiti da persone che hanno vissuto l’iter in prima persona, come le dieci amiglie adottive o affidatarie del Levante che seguonogli sportelli di Chiavari e Cicagna. I tecnici arrivano quando si deve avviare l’iter burocratico.
L’iter burocratico e il ruolo di Ai.Bi.
Quando si decide di voler intraprendere la via dell’adozione internazionale l’iter prevede di rivolgersi al Tribunale dei Minori e avviare la pratica, a cui seguiranno gli incontri con psicologi, assistenti sociali etc. Ma potrebbe rivelarsi utile fare un primo incontro con l’associazione (Ai.Bi. stessa consiglia di sentirne diverse perché è importante trovare quella che risponde alle proprie necessità) per avere già un’idea dei passaggi da compiere e di quello che ci si deve aspettare. Una volta avviata la pratica al tribunale l’Ai.Bi.segue la coppia per le pratiche fino al rilascio dell’idoneità: a questo si entra nel vivo e si deve affidare formalmente il mandato all’associazione per essere presi in incarico per l’iter per l’adozione. Da qui in avanti il rapporto si sposta nella sede centrale, a Milano dove:
1) si fa un incontro formativo di 2 giorni per prepararsi ad accogliere un figlio adottivo
2) si arriva a definire il Paese di origine, ognuno con legislazioni e tempi diversi (Aibi segue solo le adozioni internazionali perché per quelle nazionali si viene seguiti direttamente dal Tribunale).
3) si prepara il dossier di documenti che viene visionato, tradotto e quindi inviato al Paese di origine. Poi non resta che aspettare la chiamata.
Il caffé dell’accoglienza
Nel frattempo si possono seguire incontri su come gestire l’abbandono, l’inserimento scolastico etc. in modo da essere preparati sui vari fronti. Inoltre le famiglie del territorio si mettono a disposizione per degli incontri informali a casa loro chiamati “Un caffé dell’accoglienza”, per ascoltare i dubbi e i timori delle coppie e per raccontare la propria esperienza, in attesa del giorno del fatidico incontro, dove “la magia scatta sempre: è come per il proprio figlio naturale.. lo vedi ed è lui. Scatta la magia che è tuo figlio”. E tutte le pene svaniscono in un istante.
INFO
Il 6 marzo aprono due sportelli informativo AIBI, entrambi all’interno del punto famiglia ACLI: Chiavari, Corso Assarotti 4, il giovedì pom dalle 17 alle 18 e a Cicagna, in Viale Italia 13, che riceve il sabato mattina su appuntamento (si vuole ringraziare l’ammnistrazione per lo spazio messo a disposizione nei locali che sono comunali).
INFO: chiavari@aibi.it 331/6994894
Facebook: Ai.Bi. Amici dei Bambini - Sportello Liguria
Tratto da CORFOLE! del 3/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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