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attualita, ecologia, edizione cartacea, vergogna
di Silvia Franchi | 04 Marzo 2014 | in categoria/e attualita ecologia edizione cartacea vergogna
Ma perché così tanta inciviltà? Ecco cosa è emerso da un giro a Rapallo e dintorni
Altro che Perle del Tigullio, altro che panorami mozzafiato e oasi di verde: le nostre cittadine sono sempre più simili a discariche a cielo aperto
Che gli italiani non brillino per senso civico è cosa abbastanza nota: basta fare un viaggetto nei Paesi del Nord Europa (ma anche solo in Trentino Alto Adige) per rendersene conto. I liguri non fanno eccezione. Non si spiegherebbe altrimenti la presenza nelle varie cittadine di punti “strategici”, chiamiamoli così, che le persone utilizzano alla stregua di pattumiere. Non si parla di qualche cartaccia sporadicamente abbandonata tra le aiuole o ai margini della strada. Il colpo d’occhio è ben diverso: cumuli di sporcizia, sacchetti, bottiglie vuote, cartoni, e chi più ne ha più ne metta, come se qualcuno si fosse divertito a svuotare per strada e nelle aiuole i bidoni della spazzatura.
Facendo un giro a rapallo la palma d’oro delle discariche va beffardamente a Saltincielo, il punto panoramico (e la cosa è ancor più paradossale!) che da via Aurelia Occidentale guarda Rapallo da un lato e Santa Margherita dall’altro, in un trionfo di colori mediterranei che si rincorrono fino alla punta del promontorio di Portofino. Vista mozzafiato. Peccato che l’area sia ridotta a livelli di incuria che ben poco hanno a che fare con un territorio che dovrebbe vivere di turismo. La rientranza sulla provinciale è tutta un pullulare di cartacce, sacchetti della spazzatura, scatole di cartone da cui fanno capolino bottiglie di birra, stracci e lenzuola consunte che fanno pensare a probabili bivacchi. Un biglietto da visita niente male.
Un po’ come quello in cui ci si imbatte in passo degli Orti, nel cuore della città. Il piccolo spazio verde adiacente al vicolo è da anni utilizzato alla stregua di una pattumiera – o di lettiera per cani, in alternativa – così come i terrazzini pertinenziali ad una delle abitazioni, trasformati in ricettacolo per i rifiuti. Scena analoga nello spazio verde lungo via Aurelia Orientale, nel tratto tra via Baisi e via Giovanni Maggio. Lì, tra i cespugli, sporcizia e spazzatura si rincorrono per almeno una ventina di metri. Attraversando la strada, ecco l’ingresso al parco Casale, “polmone verde” della città nonché area di pregio, benché l’incanto sia rovinato dai rifiuti che, non di rado, si accumulano tra la vegetazione o lungo i vialetti. Non è diverso a Santa Maria del Campo, località frazionale che non fa eccezione dato che i rifiuti troneggiano ai lati della strada, all’altezza del maneggio e dei campi da tennis. Spazzatura a cielo aperto anche in via Mameli, nella zona “di Siggi”, nell’aiuola che corre lungo il marciapiede attiguo ai campi da tennis, in questo periodo oggetto di lavori nell’ambito dell’intervento messo in atto per migliorare la viabilità. Sono solo alcune delle spazzature ambulanti, specchio di un territorio che molto ha da lavorare per rilanciare la propria immagine turistica e alzare il livello di qualità di vita per i cittadini. Ma anche di una società sempre meno attenta a tutelare il bene pubblico. E di questo – bisogna dirlo – amministrazioni comunali e ditte a cui è affidato il servizio di pulizia hanno colpa solo in parte.
Tratto da CORFOLE! del 3/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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