attualita, edizione cartacea

10 Dicembre 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea

Ponte di Carasco: gli zombi pronti alla class action. Istituzioni incapaci, sbagliano i cartelli e non li sostituiscono: i commercianti lo fanno a spese loro

Una manifestante con lo stendardo "NON DIMENTICHIAMO" (foto di Marco Lagomarsino)

“Non dimentichiamo”: il significativo stendardo che sventolava alla marcia

Se fosse un film di Romero staremmo degustando pop corn di fronte alla televisione impauriti dalle scene raccapriccianti, ma purtroppo quanto sta accadendo in quel di Carasco non è una pellicola di svago. In questo caso la “Marcia dei non-morti” siè svolta davvero, organizzata da un gruppo spontaneo e apartitico che si è fatto “sentire” a fine novembre con una marcia, appunto, un po’ fuori dalle righe. Obiettivo: denunciare l’immobilismo della politica dopo il fatidico crollo del ponte. Tra le richieste: la presentazione e il rispetto del cronoprogramma della ricostruzione del ponte di S.Pietro, l’installazione di un ponte militare Bailey per il traffico dei mezzi pesanti (alla luce dei prolungati tempi di consegna del ponte nuovo), il sostegno pubblicitario da parte di Provincia e Regione per il rilancio della Val Fontanabuona e delle sue attività oltre al monitoraggio di ponti e infrastrutture della valle.

I cartelli errati della Provincia sostituiti per iniziativa e a spese dei commercianti
Tra le tante piccole cose che hanno accoltellato il territorio è l’ormai acclarata inutilità della classe politica extracomunale e l’inefficacia dei dipendenti pubblici provinciali: come è possibile affiggere cartelli fuorvianti, riportanti l’interruzione completa della strada della S.P. 225, con conseguente e ingente danno per il commercio? Non solo, ma nell’arco di oltre un mese, nonostante le segnalazioni e le proteste, non sono stati in grado di sostituire quegli stessi cartelli e quindi ha dovuto provvedere, addossandosene le spese e l’affissione, il Comitato Attività produttive San Colombano, associazione dei commerciali e artigiani locali. Ma la domanda che nasce spontanea è: con tutti i dipendenti pubblici provinciali che sappiamo benissimo a quale immane carico di lavoro sono sottoposti, non se ne poteva mandare UNO a compiere il semplice compitino di sostituire almeno i cartelli?

Tu chiamale se vuoi... erosioni
Che dire poi delle quattro pietre, da qualcuno chiamate addirittura “frane” a Carasco e San Colombano? Un vero e proprio insulto verso tutti coloro che animano commercialmente o con il loro lavoro la valle. Le debbono spostare i cittadini? Ma almeno potessero! Molti sarebbero andati lì il giorno stesso, con le tante ruspe dislocate in valle e in qualche ora avrebbero riaperto al traffico. Sia mai, che poi tocca fare i conti con siffatti esempi di efficienza, e allora incatramiamo tutto sotto coltri di lungaggini, permessi, burocrazie e favori da distribuire qua e là. Sarebbe bene sapere quante verifiche sono state fatte a ponti e situazioni franose nel corso degli ultimi decenni ma forse è meglio non sapere per evitare l’aggravarsi delle ulcere di chi transita da quelle parti.
Certo non è neanche leale addossare tutte le colpe agli attuali esponenti della Provincia perchè è anche di quelli passati - tutti prevalentemente di un colore politico - ed evidentemente non sollecitate abbastanza dal contrapposto. E d’altronde perché sbattersi nelle istituzioni, visto che i lauti stipendi  arrivano comunque? La risposta alla quale ormai tutti ci siamo abituati è la mitica frase smacchia coscienza del pubblico impiego: “non è nostra competenza”. E quei due morti “veri” sono anche frutto di questo menefreghismo legalizzato e sicuramente il “non dimentichiamo” dello stendardo che sventolava alla marcia è rivolto a loro oltre a tutti quelli che comunque non sapendo cosa fare di meglio hanno anche criticato la marcia che rappresentava il desiderio dei cittadini di scendere in campo per cercare di cambiare le cose. Qualcuno però non si arrende e sta già pensando a qualcosa di più strutturato come potrebbe essere una class action. E se la popolazione comincerà davvero a unirsi e ribellarsi Romero potrà prendere qualche spunto interessante per un nuovo ciclo di film: “La rivolta dei non-morti”.

Tratto da CORFOLE! del 12/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

Altre immagini collegate alla notizia:

Vedi la pagina del giornale che contiene questa notizia