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benessere, edizione cartacea, salute, sport
di Matteo Capurro | 05 Novembre 2013 | in categoria/e benessere edizione cartacea salute sport
Vi sentite più cow boy e cow girl o preferite lanciare delle “campane”? A Recco sbarcano due modi originali e divertenti per tenersi in forma e perché no, per stare anche in compagnia
Calcio, tennis, pallavolo, judo, nuoto…con l’arrivo dell’autunno ripartono immancabilmente i corsi legati alle attività sportive più disparate. Se pensate che le discipline insegnate nel nostro territorio siano sempre le stesse vi sbagliate di grosso, almeno per quel che riguarda Recco.
Il kettlebell
A settembre è nata l’associazione “Ghiri Sport Recco” che si pone l’obiettivo di divulgare la disciplina sportiva del kettlebell: il presidente è il personal trainer Luigi Massone, medaglia di bronzo ai campionati mondiali di slancio completo ad Amburgo nel 2012 mentre il vicepresidente è Carlo Gandolfo, vicesindaco di Recco. Ma cos’è il kettlebell? Per i profani assomiglia ad una palla da bowling con un manico, in realtà è un attrezzo antichissimo, potrebbe addirittura risalire a circa 2000 anni fa: in Egitto e in estremo Oriente sarebbero state ritrovate alcune tracce di strumenti che, in maniera molto rudimentale, ricordano la forma e il funzionamento dell'attrezzo. Perché allenarsi con un kettlebell? Ce lo spiega Luigi Massone: “perché migliora la capacità cardiovascolare, la forza, flessibilità, elasticità, reattività neuromuscolare e potenza. Il vantaggio è quello di coniugare l'allenamento con i pesi, l'attività cardiovascolare e la coordinazione. Il successo del kettlebell è dovuto anche alla capacità di consentire un consistente consumo calorico (facilitando quindi il dimagrimento) sia durante che dopo l'attività fisica (meccanismi di recupero post esercizio), oltre a consentire lo svolgimento di attività di fitness con carichi meno faticosi e meno gravosi per le articolazioni rispetto all'allenamento con manubri e bilancieri. È consigliato anche alle donne perché consente di incrementare la forza senza aumentare la massa muscolare, innalzare il metabolismo a riposo facendo bruciare più calorie”.
Le danze country
Se siete amanti dell’attività fisica, ma preferite scatenarvi in pista piuttosto che in palestra la seconda novità è ciò che fa per voi: sono iniziati da poche settimane i corsi di ballo country per adulti e bambini del gruppo “The Wanted - Country Line Dance”. La country music e il ballo country nascono in un America dove i cow-boy tornavano da giornate di lavoro faticoso nei ranch tra mandrie, cavalli e ore di lavoro in sella, dove la vita dei “red necks” (“colli rossi”, per la loro abbronzatura dovuta al lavoro all’aperto), semplice e legata alla terra, aveva come colonna sonora le note di un banjo: con mogli, fidanzate e amici si riunivano di sera a ballare nei fienili, unico posto che offriva abbastanza spazio, tra polvere di fieno e camicie colorate. Il cow-boy correva in pista senza togliersi cappello e speroni e in origine adattava alla musica i movimenti portati dalle varie culture degli immigrati fino a quando, per evitare il caos di persone che non conoscevano i medesimi passi, emerse una figura leggendaria, il “Caller”, colui che guidava la folla nell’esecuzione di movimenti uguali in file ordinate dando vita alla prima forma di Country Line Dance. Alcuni atteggiamenti da cow-boy sono sopravvissuti fino ad oggi e caratterizzano questo tipo di ballo: il movimento delle braccia è lo stesso che si usa per legare i vitelli, lo slancio quando si scende da cavallo diventa un galoppo nella polka, gli stivali fanno sì che i passi siano pesanti, trascinati a tempo di musica e l’abitudine di portare gli speroni anche in pista obbliga a tenere i piedi ben distanti.
Cari lettori, se questo articolo vi ha incuriosito e volete mettervi alla prova con una di queste discipline potete contattare l’associazione “Ghiri Sport Recco” al numero 349.8730248 o il gruppo “The Wanted” al numero 342.1579472.
Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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