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    edizione cartacea, itinerari, uscire

    di Pier Luigi Gardella | 05 Novembre 2013 | in categoria/e edizione cartacea itinerari uscire

    Una meraviglia scavata nella roccia: la ferrovia ora è una splendida passeggiata da godere a piedi o in bicicletta

    Una meraviglia scavata nella roccia: la ferrovia ora è una splendida passeggiata da godere a piedi o in bicicletta

    La voglia di una passeggiata poco impegnativa, senza salite e discese rompi gambe, mi ha portato a Levanto per percorrere i cinque chilometri della ex sede ferroviaria sino a Framura. Una tranquilla passeggiata di un’ora che ti fa scoprire angoli di natura mai visti con piccole e grandi opere divenute ormai archeologia industriale, ma che testimoniano un lavoro imponente realizzato quasi un secolo e mezzo fa, per collegare con la ferrovia Genova e La Spezia.

    Un gioiello scavato nella roccia con i picconi ma senza tralasciare la bellezza architettonica
    A percorrere questi cinque chilometri si capiscono bene le difficoltà che la Società Ferrovie Alta Italia si trovò ad affrontare quando, nel 1860, dopo aver velocemente avviato  lo sviluppo ferroviario nella pianura padana, decise di costruire la linea ferroviaria Pisa-Genova-Ventimiglia, fspecie nella tratta tra La Spezia e Sestri Levante. Questi 40 chilometri rappresentavano il tratto più aspro di tutta la costa ligure ed i mezzi dei quali allora si disponeva erano solo i picconi e le mine. E’ facile immaginare quanto dovettero costare, in fatica e in vite umane, questi scavi. La costruzione delle gallerie avveniva poi in due fasi: prima le due spalle portanti, utilizzando la pietra locale, poi la volta generalmente in mattoni che tuttavia, nelle gallerie più lunghe erano sostituiti ancora dalla pietra, quasi certamente per ridurre i costi di trasporto dei mattoni. Alcuni tratti furono addirittura lasciati in pietra viva senza il rivestimento, probabilmente sempre per ragioni di costo. Quest’ultimo tratto di ferrovia fu inaugurato il 22 luglio 1874. La linea era ovviamente a binario unico e solo a partire dagli anni Trenta del Novecento si iniziarono i lavori nelle varie tratte che si conclusero solo nel 1971 con l’apertura della nuova linea raddoppiata che da Framura conduce a Monterosso. Questo nuovo tratto costruito più all’interno rispetto alla vecchia linea è praticamente tutto in galleria, se si escludono le stazioni dei paesi attraversati, Bonassola e Levanto.

    Oggi è una bellissima passeggiata
    Oggi la vecchia linea ferroviaria la riscopriamo con la passeggiata a piedi o in bici fra Levanto e Framura e con il tratto percorribile con l’auto tra Deiva Marina e Riva Trigoso, anch’esso suggestivo pur se non completamente godibile non potendo percorrerlo a piedi. Ma, stando ai progetti in corso, c’è da augurarsi in un prossimo futuro di poter percorrere ancora nuovi tratti ricuperati della vecchia ferrovia, quello tra Levanto e Monterosso e quello tra Deiva  Marina e Framura.
    Ci si immette nella pista ciclabile sul lungomare di Levanto. La strada è suddivisa in tre corsie, una per i pedoni e due per le bici. Si imbocca la prima galleria chiamata La Francesca (510 mt) all’uscita della quale abbiamo il primo degli innumerevoli scorci da scoprire: scogli che si tuffano in acque cristalline; poi ancora gallerie e tratti a cielo aperto per raggiungere in meno di mezz’ora l’abitato di Bonassola. Nel nostro cammino incontriamo degli splendidi esemplari di portali di gallerie, come solo nell’Ottocento si voleva e si sapeva costruire. Infatti (lo possiamo vedere anche per i viadotti e per le strade) in quel secolo si desiderava dare ad un’opera pubblica anche un aspetto ricercato. Nel nostro caso l’utilizzo di pietra locale ricco di rocce granitiche colorate permetteva di ottenere splendidi risultati decorativi che ancor oggi possiamo gustare. Superata Bonassola si imbocca l’omonima galleria, la più lunga (991 mt.); ma anche camminare al suo interno ha un suo  fascino. Riscopri quelle righe bianche inclinate che segnalavano al ferroviere, in qualunque punto della galleria ci si trovasse, la più vicina nicchia di ricovero in caso di passaggio del treno. Oppure quelle belle piastrelle bianche con i numeri azzurri che segnalavanoquello della sospensione elettrica, mentre altre con numeri neri numeravano le nicchie di ricovero. Proseguendo il nostro cammino attraversiamo la Galleria detta Marmi e Salici anch’essa abbastanza lunga (933 mt) e arriviamo ad uno dei punti architettonicamente più suggestivi della linea: un finestrone composto da tre archi consecutivi dai quali ti affacci su incantevoli terrazze sul mare. Dopo circa un’ora raggiungiamo la stazione di Framura, con l’adiacente nuova linea ferroviaria che imbocca la nuova galleria, costruita accanto alla vecchia nel 1971, inoltrandosi verso zone più interne.


    Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


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    I commenti dei lettori
    pierino:

    Il fatto che non hanno ancora ripristinato la galleria di Chiavari e Zoagli creando una bella passeggiata con pista ciclabile la dice lunga in che mani siamo ....forza Levaggi provaci tu...l'ex Sindaco Agostino non ce la fatta.Bisogna provare in Regione a togliere questa mentalita' Statalista che non porta da nessuna parte...e per favore basta parlare di destra e sinistra...vogliamo fatti non parole...


    rino vaccaro:

    E lo spostamento delle gallerie dismesse 100 anni fa tra Chiavari e Zoagli?
    andate a vedere e pubblicate le foto
    rino vaccaro
    www.ambienteepolitica.it


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