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    cultura, edizione cartacea, itinerari, storia locale, uscire

    di Cristina Parente | 05 Novembre 2013 | in categoria/e cultura edizione cartacea itinerari storia locale uscire

    Il lato oscuro del Levante: libri magici a Chiavari e Rapallo, avvistamenti di streghe a Tribogna, fantasmi a Santa e Portofino

    Il lato oscuro del Levante: libri magici a Chiavari e Rapallo, avvistamenti di streghe a Tribogna, fantasmi a Santa e Portofino

    Pipistrelli, gatti neri, la luna piena, i fantasmi,  i riti e le formule magiche rimandano a un mondo lontano, ma se rimaniamo in terra ligure scopriamo tante leggende attorno a streghe e fantasmi, racconti da brividi degni di Edgar Allan Poe. Nel nostro Levante, oltre alle tradizioni popolari, esistono dei veri e propri atti di processi di stregoneria in cui si narrano le nozze col diavolo, le cavalcate sulle scope, le Messe nere e le danze infernali. Anche se non sempre risulta facile distinguere tra realtà e fantasia, possiamo dire con certezza che la comparsa delle prime streghe sul nostro territorio risale al 1300, come testimoniano le ricette magiche e formule di scongiuro nei libri del notaio Maestro Salmone di Chiavari e Giovanni de Amandoleno di Rapallo.

    Strìe, bàsure e i rimedi per scacciarle
    A volte le streghe sono soltanto burlone, per divertirsi e fare un po’ paura. Racconta una leggenda che un giovane, una notte di dicembre, era sceso a Recco a prendere un sacchetto di farina e, mentre tornava a casa al buio, in prossimità del bosco di Tribogna, incontrò tantissime streghe attorno al fuoco coi loro pentolini misteriosi. Gli rubarono tutta la polenta ma, con grande sorpresa, quando il ragazzo fu a casa la ritrovò tutta.
    Le streghe di solito non potevano essere viste dalla gente ma secondo i marinai in Riviera ce n’erano molte che si nascondevano tra le donne riunite a lavorare al tombolo, a tessere le reti o a ricamare e talvolta trasformavano qualche giovane fanciulla in strega, allora il suo bacio diventava mortale e pericoloso per chi si innamorava di lei. Particolare attenzione alla differenza tra “strie” e “bàsure”. Le prime erano donne che vivevano ai margini della società, malviste, con manie strane, invece le bàsure erano le streghe vere e proprie, dedite alla magia e dotate di poteri soprannaturali e spaventosi. Si temevano le streghe soprattutto per timore che facessero male ai bambini, per cui si adottavano stratagemmi come portarli fuori di casa soltanto al sicuro nelle braccia del padre, oppure mettere nella culla un po’ di erba delle streghe e una moneta di rame.
     
    Fantasmi a Santa, Portofino e Nervi
    Anche le leggende attorno ai fantasmi si tingono dei colori e dei profumi del mare. Nello stesso mare di Nervi sembra sia stata avvistata la sagoma di un veliero fantasma che durante una mareggiata fu trascinata verso la costa e poi colò a picco senza lasciare la minima traccia. Verso levante, a Portofino, vicino alla chiesa di San Giorgio, vi è una scogliera da dove si sono buttati molti suicidi, e si dice che nella notte dei defunti si scorga una processione di anime risalire verso la scogliera, pregare per le anime e poi tornare nel fondo del mare. A Santa Margherita, in prossimità della Cervara, luogo dell’antica abbazia e di importanti ricevimenti, ogni tanto fa visita l’antica proprietaria, la contessa che indossa la parure di diamanti e pota le rose nel meraviglioso giardino. Appena fuori del nostro Levante, sulla passeggiata Anita Garibaldi di Nervi, luogo d’incontro per innamorati, nelle notti fredde e solitarie comparirebbe dall’oscurità del mare una fitta nebbia: sarebbe l’alito delle anime dei morti affogati per cause amorose, per rubare agli innamorati quell’amore che non sono riusciti a vivere.

    La Basura
    Il termine Basura starebbe ad indicare un "incubo" cioè una creatura capace di trasformarsi in animale notturno per volare sulle culel dei bambini in fasce per succhiargli il sangue. Potrebbe essere una semplificazione popolare delle terribili creature metà donna metà uccello, come le Arpie della mitologia classica. Vi è una cantilena in dialetto:
    "...Compà, comà, nisseue,
    se no cacciae o figgieu o ve meue.
    O l'è nasciuo in scia terrassa
    Con 'na ramma de cetron
    O l'è nasciuo sotto o letto,
    Con 'na gamba de bricchetto
    O l'è nasciuo in scio barcon
    Con 'na ramma di cetron,
    aoa ghe son, aoa ghe son
    e facce brutte da-o barcon.
    aoa ghe son, aoa ghe son
    e facce brutte da-o barcon..."

    Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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