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edizione cartacea, storia locale
05 Novembre 2013 | in categoria/e edizione cartacea storia locale
Virgilio, 100 anni di vita degna di un film: la guerra, la casa incendiata dai nazisti, la prigionia in mezzo mondo e il rientro a piedi, fino alla ricostruzione di una vita intera e all'orgoglio di diventare benefattore
E’ stata proprio una grande festa nella sua abitazione di Chiavari per Virgilio Volpone classe 1913, che di primavere sabato 5 ottobre ne ha compiute ben 100. E’ chiavarese ma per tutti, specie amici e parenti, è un sancolombanese doc, per questo alla sua festa erano presenti, a rappresentare San Colombano Certenoli, il sindaco Giovanni Solari e il Prevosto Mons. Corrado Sanguineti. Già ad agosto aveva ricevuto una targa ricordo dal Consorzio rurale di Scaruglia con la nomina a Presidente onorario in quanto uno dei fondatori, l’ultimo in vita. I nipoti Lucia ed Ernesto e tanti amici hanno organizzato una festa alla quale ha preso parte in rappresentanza del Sindaco di Chiavari l’Assessore ai servizi demografici e cultura Maria Stella Mignone con un omaggio particolare. Dopo la consegna di una targa molto commovente da parte del Sindaco e di un quadro con la foto del Papa mentre benedice la Madonna di Lujàn da parte del Parroco, il Presidente del Consorzio Claudio Solari ha letto un pensiero per onorare la figura straordinaria di un uomo che ha dato se stesso per la Patria, ma anche di un grande benefattore che ha sempre avuto nel cuore il suo paese San Colombano. Ecco uno stralcio della sua lunga vita.
La guerra, la povertà, la casa incendiata dai nazisti per aver dato cibo a un inglese
E’ il 1913 e a San Colombano in un’abitazione non lontana dalla strada carrozzabile (ora la S.P. 225) nella famiglia Volpone viene alla luce un altro figlio dal matrimonio di Agostino e Maria Solari: è il quarto e il suo nome è Virgilio. Negli anni successivi altri 3 fratelli riempiranno il cuore della famiglia ed i più grandi daranno le braccia per portare avanti le sorti della famiglia. Sembra tutto trascorrere bene, nonostante la povertà per la quale molti in paese sono costretti a trasferirsi in America. Il 1936 è una data tragica per i Volpone: muore prematuramente mamma Maria, un dramma per i sette figli; le più grandi, specie Teresa, si prestano ai lavori domestici e ad accudire i più piccoli. Purtroppo il periodo storico è nefastoi: il 1940 si porta la seconda guerra mondiale, tutti i fratelli vengono chiamati alle armi, alcuni riescono a fuggire dopo l’8 settembre, qualcuno entra nelle brigate partigiane, un fratello viene massacrato al poligono di tiro di Chiavari per ordine del Comandante delle brigate nere Vito Spiotta. Nell’ottobre del 1944 (il periodo più drammatico della storia di San Colombano), un giorno o due prima dell’eccidio degli otto giovani fucilati dal vecchio ponte per Scaruglia, i fascisti vengono a sapere che per buon cuore le sorelle Volpone hanno aiutato, sfamando presso una baracca di loro proprietà sulle alture di San Colombano, un inglese fuggito dal campo di concentramento situato a Pian di Coreglia. Questo gesto di umanità viene punito dai fascisti e, per ordine dello Spiotta, Agostino Volpone e le sorelle vengono invitati a sedersi su un carro davanti alla loro casa per ammirare la loro abitazione mentre veniva incendiata. Intanto Virgilio, dopo essere stato chiamato alle armi, arruolato nella marina militare, nella battaglia di Grecia viene fatto prigioniero dagli inglesi ed è trasportato in un campo di prigionia in Egitto. Riparando i mezzi meccanici militari passa gran parte della sua prigionia, finché viene trasferito in Birmania. Arriva il 25 aprile del ’45, termina la grande guerra, e Virgilio se ne accorge quando tutti scappano dai campi che improvvisamente vengono aperti. Con grandi peripezie giunge in Italia, a Napoli, e non ha più scarpe, consumate dal lungo e tortuoso cammino: arriva a casa dopo mesi di cammino, scalzo. Ma la sua non è una festa di benvenuto, in quanto al suo arrivo scopre che il fratello Eugenio è stato ucciso e la casa è stata distrutta.
Il lavoro duro, la ricostruzione e l’orgoglio di diventare benefattore
Grande è il suo orgoglio: riprende la vita da dove l’aveva lasciata e con il fratello lavora nella terra seminando piante (gladioli) e portandole nella notte al mercato. Negli anni ‘70 si sposa e migliorano pian piano le sue condizioni di vita. Ora è il paladino della famiglia, dopo la perdita dei fratelli e della moglie Dina Bacigalupo, è il più longevo del quartiere di Chiavari ed il primo centenario uomo di San Colombano di Vignale; un primato da sempre al femminile! Due mesi fa è diventato anche il Presidente onorario del Consorzio rurale di Scaruglia dei Comuni di S.Colombano Certenoli, Leivi e Carasco. Ma Virgilio sarà ricordato per un dono prezioso che resterà nel tempo anche dopo tutti noi: il lascito due anni fa di 100.000 euro alla chiesa parrocchiale di San Colombano di Vignale, dono che è stato impiegato per il restauro conservativo dell’abside della chiesa e dell’artistico coro ligneo del 1700 ormai in gravissimo stato di conservazione.
Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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