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    cultura, edizione cartacea, storia locale

    di Claudia Sanguineti | 05 Novembre 2013 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

    Il legno del platano del “miracolo delle rondini”, abbattuto negli anni ‘90 tra lo sconcerto di tutti, è stato custodito dalle suore e oggi torna a vivere in un Crocifisso nel quale compare anche... il Sindaco

    Il legno del platano del “miracolo delle rondini”, abbattuto negli anni ‘90 tra lo 
sconcerto di tutti, è stato custodito dalle suore e oggi torna a vivere in un Crocifisso nel quale compare anche... il Sindacoil gruppo dell'associazione Nuova Eos con l'opera.

    A febbraio parlammo del Crocifisso nero di Chiavari e del fatto che fosse poco conosciuto sia dai chiavaresi sia dai turisti, anche perché non compare in nessuna guida. A distanza di pochi mesi da quell’articolo pare che le cose siano cambiate, una volta tanto in meglio. Anzi, potremmo definire questa una notizia doppiamente bella perché unisce la riscoperta e valorizzazione di questa opera al recupero di un albero tagliato e amorevolmente conservato.

    Prendi il legno di un albero abbattuto negli anni 90. Aggiungi un gruppo di suore che lo raccoglie e lo conserva per anni in un convento. Mescola il tutto con uno scultore che gli ridà vita trasformandolo in un’opera artistica ed ecco gli ingredienti di una storia che sembra quasi una favola. Il platano del “miracolo delle rondini” che fu abbattuto e rimosso da piazza Nostra dell'Orto il 24 marzo 1998 tra lo sconcerto e lo stupore di tanti presenti, oggi è tornato in vita grazie a un progetto.  La proposta di creare un Crocifisso con quello che rimaneva dell’albero più simbolico della città è arrivata dall’associazione Nuova Eos, la stessa che ha portato la statua di papa Giovanni in cattedrale:
    “Ci siamo chiesti, perché non dare nuova forma a quel che resta di un platano, abbattuto da un’improvvisa decisione, affidato ad una targa un breve ricordo, mentre le nostre memorie via via impallidiscono, e non trasformarlo in un’immagine di quello stesso Cristo Nero davanti al quale il platano fu segno di un evento della religiosità popolare e della scelta civica di chi reggeva la città?” ricorda Elvira Landò.
    “Il Crocifisso che abbiamo creato - spiega la presidente Eugenia Galardi – ha tratto ispirazione dal Crocifisso Nero della chiesa di San Giovanni. L'opera in un certo modo fa rivivere quel legno simbolo del ricordo del miracolo delle rondini, al quale i chiavaresi sono affezionati: un modo per  conservare per sempre il miracolo”.
    Lo scultore Franco Casoni non si è però limitato a prendere ispirazione dal Cristo Nero - di cui tra l’altro aveva realizzato un modellino, negli anni 80, per don Lelio Podestà, da conservare nel centro sociale - , ma ha deciso di realizzare nel legno una sorta di “sindone”: quasi un calco del Crocifisso, “simbolo del mistero, di una presenza impressa” ha spiegato. Ed eccola, l’opera realizzata da Casoni con l’aiuto del falegname Alessio Coari: alta 3 metri e del peso di circa 180 chili, è oggi conservata nell’istituto della Gianelline a monte, che quest’anno festeggiano 100 anni dalla loro fondazione, ed è stata inaugurata il 20 ottobre, anniversario di Sant’Antonio Maria Gianelli.

    RICORDANDO IL MIRACOLO
    Il 25 agosto 1835 più di 7mila persone, partendo dalla Collegiata di San Giovanni, scalze, in veste e atto da penitenti, si riunirono nella grande piazza davanti al santuario di Nostra Signora dell'Orto. Imploravano la grazia di essere preservate dal contagio del “cholera morbus”, che da Genova si stava diffondendo creando morti e paura. C’erano tutti in quella piazza: clero, amministrazione comunale, cittadini arrivati dalle colline e dal mare: si stringevano attorno all'arciprete Antonio Maria Gianelli, che scalzo, con la corda al collo e una corona di spine sul capo, salito su di un piccolo palco, aveva innalzato il Crocifisso Nero, in preghiera. Le rondini, garrendo, erano andati a fargli corona e poi si erano posati sui rami del vicino platano. Un segno che pose fine al morbo. Il 25 agosto diventò il giorno decretato come festa religiosa e civile, per fare memoria del miracolo e ringraziare il Cristo, “ nero” perché fuligginoso per l'incendio dell'Oratorio di Sant' Antonio da cui era uscito indenne, nel secolo XVI.

    Sull’opera compare anche il Sindaco
    L’opera è stata finanziata dalla città (10mila euro deliberati dal Comune, perché il miracolo è storia e fede di tutti) e per ringraziamento, nell’incisione sotto il Cristo, appare anche il nome del sindaco Roberto Levaggi in latino, “primo cive”.

    Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


    Altre immagini collegate alla notizia:

    Franco Casoni con il modellino del Cristo Nero da cui ha preso ispirazione
Franco Casoni con il modellino del Cristo Nero da cui ha preso ispirazione
    Sull'opera compare anche il Sindaco
L'opera è stata finanziata dalla città (10mila euro deliberati dal Comune, perché il miracolo è storia e fede di tutti) e per ringraziamento, nell'incisione sotto il Cristo, appare anche il nome del sindaco Roberto Levaggi in latino, “primo cive”.Sull'opera compare anche il Sindaco L'opera è stata finanziata dalla città (10mila euro deliberati dal Comune, perché il miracolo è storia e fede di tutti) e per ringraziamento, nell'incisione sotto il Cristo, appare anche il nome del sindaco Roberto Levaggi in latino, “primo cive”.

     


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