attualita, edizione cartacea

di Michela De Rosa | 03 Ottobre 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea

"(S)PUNTI DI VISTA" (di Michela De Rosa) - Medaglia d'oro alla dottoressa uccisa mentre soccorreva un ferito: sicuri che sia una medaglia "al valore"?

Ci sono notizie che non riprendiamo in quanto incoerenti con la linea redazionale (che si concentra su fatti locali) o per una questione temporale (essendo Corfole un mensile). Però capita che alcune di queste notizie in qualche modo ci tocchino perché riguardano o il sistema sociale o il senso comune, e quindi anche la nostra vita, e per questo ho pensato di aprire uno spazio di riflessione con voi lettori. Fateci sapere di volta in volta cosa ne pensate a redazione@corfole.com

In rete è partita la raccolta firme per conferire una medaglia d’oro al valore a Eleonora Cantamessa, la dottoressa investita e uccisa mentre soccorreva un uomo ferito durante una rissa nel bergamasco. Questa iniziativa mi ha fatto riflettere sul significato di “medaglia al valore”. Con tutto il rispetto per la persona e la sua famiglia, non condivido l’idea di darle la medaglia d’oro in quanto sarebbe come dire che una persona è meritevole solo se viene uccisa mentre fa il suo dovere. Quindi se quel giorno avesse semplicemente soccorso quella persona e magari nella sua carriera avesse salvato 1000 vite ma non fosse accaduta la tragedia non avrebbe fatto nulla di speciale? Nulla di meritevole? Sarebbe ora di iniziare a riconoscere il talento, l’impegno, la dedizione, la generosità di una persona quando è viva, con la meritocrazia, le possibilità di carriera e di crescita personale. Queste sì che sarebbero medaglie “al valore”. Darle ai morti sono medaglie al fallimento di una società. Questo è solo il mio pensiero e capisco lo spirito di chi firmerà la petizione.

Tratto da CORFOLE! del 10/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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